sostanze chimiche ( pericolose ) nei profumi



da unimondo.it
sabato 12 febbraio 2005

Italia: sostanze chimiche anche nei profumi

Greenpeace Italia | WWF Italia
sabato, 12 febbraio, 2005

rapporto sui profumi - da Greenpeace

Attenzione al profumo che regalerete a San Valentino: secondo un rapporto di
Greenpeace i profumi contengono sostanze che potrebbero avere effetti
indesiderati sulla salute. Il rapporto "Eau de Toxines" mostra i risultati
delle analisi, effettuate da un laboratorio indipendente olandese, sulla
presenza di due composti chimici potenzialmente pericolosi per l'uomo in 36
profumi di note marche: gli ftalati ed i muschi sintetici. Gli ftalati sono
usati nei cosmetici come solventi e come denaturanti dell'alcool, mentre i
muschi sintetici sono utilizzati al posto del muschio naturale. La
legislazione vigente non disciplina adeguatamente l'esposizione umana a
queste sostanze: in Italia, fra l'altro, l'utilizzo di questi composti è
imposto per legge nella denaturazione dell'alcool etilico destinato alla
fabbricazione delle profumerie e dei prodotti cosmetici.

"A San Valentino vogliamo mostrare il nostro amore per il partner e non
esporlo a sostanze chimiche pericolose. I profumi dovrebbero essere un
piacere, non un modo per entrare in contatto con sostanze che si accumulano
nei nostri corpi" afferma Vittoria Polidori, campagna inquinamento di
Greenpeace. Lunedì 14, a Bruxelles, Greenpeace consegnerà a tutti gli
eurodeputati una copia del rapporto ed una cartolina di San Valentino: per
partecipare alla "cyberazione" è sufficiente andare su sito della campagna.
Praticamente tutti i profumi testati contengono ftalati e muschi sintetici:
livelli molto elevati di dietil ftalato (DEP) sono stati trovati in
"Eternità" di Calvin Klein per donne (22.299 mg/kg, cioè 2,2% del peso
totale) e in "Le Mâle" di Jean Paul Gaultier (9.884 mg/kg, appena al di
sotto dell'1% in peso).

"Nonostante vi siano aziende che stanno attuando misure volontarie per la
riduzione dei composti pericolosi nei loro prodotti ad uso quotidiano, è
necessario che vi sia un obbligo normativo a riguardo. Il regolamento sulla
chimica ora in discussione a livello europeo, noto come REACH (Registration,
Evaluation, Authorisation of CHemicals) potrebbe rappresentare il giusto
strumento politico, anche se la proposta sta subendo una forte azione di
lobby da parte dell'industria chimica e del governo statunitense. L'attuale
bozza, però, non è sufficiente per proteggere l'uomo e l'ambiente
dall'inquinamento chimico: è necessario, infatti, introdurre l'obbligo di
sostituzione di quei composti pericolosi quando esistono alternative più
sicure" afferma Polidori.

Nei mesi scorsi WWF, Lega Antivivisezione e Greenpeace hanno firmato una
lettera congiunta chiedendo ai ministri dell'Ambiente, delle Attività
Produttive e della Sanità di sostenere le proposte migliorative del
regolamento UE sulle sostanze chimiche (REACH). Le tre associazione
ambientaliste e animaliste sottolineano di ritenere che REACH rappresenti un
importante passo in avanti per la tutela dell'ambiente e della salute umana.
La lunga lettera entra nei dettagli del testo e delle trattative in corso
chiedendo tra le altre cose l'obbligo di estensione dei dati richiesti per
le sostanze prodotte al di sotto delle 10 tonnellate l'anno, reintroducendo
il requisito dei tre test in vitro e di un rapporto sulla sicurezza chimica,
eliminati dopo la consultazione su Internet. Queste informazioni
consentiranno di garantire l'efficacia, non solo di REACH, ma anche della
legislazione complementare sulla salute dei lavoratori. Tali dati potrebbero
essere prodotti a costi relativamente bassi se comparati al grande beneficio
che potranno apportare, visto che si parla di 20 mila sostanze. [AT]