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uranio impoverito sul jet precipitato in g.b.



dal manifesto di domenica 9 gennaio 2000
GRAN BRETAGNA GRAVI RISCHI DI CONTAMINAZIONE

Uranio impoverito sul jet precipitato

300 chili sul Boeing coreano caduto il mese scorso 

- A. MAS. - 

A ncora una volta, sul banco degli imputati sale quella particolare (e
dannosissima) sostanza radioattiva che va sotto il nome di uranio
impoverito. Ma questa volta non c'entra il suo utilizzo militare (guerra
del Golfo e nell'ex Jugoslavia), bensì quello civile. Vale a dire come
contrappeso in aerei di linea. Un utilizzo che può risultare estremamente
pericoloso, soprattutto in caso d'incidente. Come è
avvenuto il 22 dicembre al Boeing 747 coreano caduto nei pressi
dell'aeroporto di Stansted, nella regione inglese dell'Essex.
Ebbene, un rapporto da parte di un organo investigativo britannico sugli
incidenti aerei ha scoperto che l'aereo in questione portava circa trecento
chilogrammi di uranio impoverito. Una vicenda analoga a quella del Boeing
747 della El al (la compagnia di bandiera israeliana) caduto nel 1992 alla
periferia di Amsterdam (una vicenda aggravata dal fatto che l'aereo
trasportava anche componenti per armi
chimiche). O a quella dell'Hercules C-130 inglese caduto ad appena duecento
metri dal campo profughi di Kukes, in Albania, la notte dell'11 giugno (due
giorni dopo la fine della guerra in Kosovo), mentre stava dirigendosi verso
l'aeroporto di Pristina nel tentativo malriuscito di occuparlo prima dei
russi. Un evento taciuto per mesi e che, quando è venuto fuori, ha avuto
scarsissima eco. La notizia, ripresa dalla Bbc, ha naturalmente fatto
scalpore. Malcom Hooper, professore di medicina chimica all'università di
Sunderland, ha affermato che "se al momento dell'incidente non sono state
prese precauzioni, la gente potrebbe essere stata esposta a rischi che
potrebbero risultare fatali".Soprattutto perché l'aereo è andato in fiamme
dopo l'impatto col suolo, e quindi particelle di ossido di uranio
potrebbero essersi liberate nell'aria, contaminando la zona
circostante.Dalla Boeing naturalmente gettano acqua sul fuoco delle
polemiche, rispondendo che "prima che venga emesso dell'ossido di uranio,
ci sarebbe bisogno dell'esposizione per più di quattro ore a temperature
superiori agli 800 gradi Celsius". La compagnia ha però confermato la
presenza del materiale tossico sull'aereo: "Abbiamo cominciato a usare
l'uranio impoverito nei primi anni '60. All'inizio degli anni '80 lo
abbiamo rimpiazzato col tungsteno, per ragioni di costo e disponibilità. Il
Boeing coreano fu costruito nel giugno del 1980, per cui avrebbe dovuto
contenere circa 300 chilogrammi di uranio
impoverito". Nell'incidente del '92, una commissione d'inchiesta olandese
aveva accertato che circa 130 chilogrammi di uranio erano stati inalati dai
soccorritori e dalla gente del posto. L'aereo, come detto,trasportava
inoltre sostanze chimiche utilizzate per produrre il letale gas sarin. Più
di 800 persone contaminate accusarono problemi respiratori, affaticamento,
dolori alle ossa e ai reni.