[Ecologia] Russia-Ucraina: una eco-guerra che ha fatto scordare gli obiettivi imprescindibili dell'Agenda ONU 2030



Archiviata la decarbonizzazione e la lotta al cambiamento climatico

La guerra Russia-Ucraina? E’ anche una eco-guerra

Questo è ormai uno scontro economica fra l’apparato produttivo della Nato e quello della Russia, senza esclusioni di colpi. E a farne le spese è la transizione ecologica e l'Agenda ONU 2030. Si punta solo sulla vittoria militare, costi quel che costi.

Il carbone e il nucleare

Un esempio tangibile di questa inversione di rotta è l'Ilva di Taranto, dove è stata richiesta la triplicazione della produzione di carbone coke: altro che decarbonizzazione! Anche la centrale di Cerano, a Brindisi, ha visto aumentare il ricorso al carbone, come dimostra il traffico navale legato alla sua importazione. La Germania si è trovata a confrontarsi con il dilemma tra carbone e nucleare, mettendo i Verdi al governo di fronte a scelte difficili, contrarie alla propria identità. L’intero apparato produttivo, pur di fare la guerra, ha fatto un pauroso balzo all’indietro sotto il profilo dell’ecosostenibilità. 

Il ritorno della prima guerra mondiale

La guerra fra Russia e Ucraina è ormai una guerra economica fra l’apparato produttivo della Nato e quello della Russia. E’ una guerra di resistenza dei rispettivi apparati economici. Ci sono similitudini con la prima guerra mondiale. Ogni mese si sfornano cannoni, missili, proiettili, carri armati, bombe e armi di ogni tipo. L’imperativo non è la sostenibilità ambientale: è resistere, produrre e vincere.

Pur di vincere la guerra si distrugge senza scrupoli l’ambiente, dopo aver ucciso senza scrupoli le persone. 


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