[Ecologia] Spese militari al 2% del Pil,Sinistra Italiana e M5S non dicono una parola,assenti o disinteressati.



 In occasione della visita di Trump a Roma del 24 maggio 2017 provai a mostrare anche un cartello con la scritta "L' Italia dica no al riarmo chiesto da Trump". Potete vedere qui la scritta su un cartello celeste nel video della Polizia di Stato dopo il sequestro.

https://youtu.be/EKkKy1Wuk9M

Il giorno successivo si sarebbe svolto a Bruxelles un incontro di Trump con i paesi NATO e il presidente USA avrebbe chiesto che gli alleati  portassero le loro spese militari al 2% del PIL come promesso da tempo.

Il giorno 26 settembre 2017 nella Commissione Difesa della Camera D'Arienzo, relatore PD sul bilancio 2016 della Difesa e sulle previsioni per il 2017, ha proposto alla commissione di invitare il governo ad aumentare le spese militari al 2%. 

Di seguito il dibattito (?) nella Commissione Difesa sull' aumento delle spese militari al 2%. Sinistra Italiana e M5S addirittura non hanno detto una parola su questo tema, forse assenti o disinteressati.

Marco

NB Nella nuova formulazione D'Arienzo chiede solo di "Affrontare il tema delle spese militari" , ma ricordando che "sono attualmente il 1,..% mentre l' Italia si è impegnata a portarle al 2%". Dal resoconto pubblicato sul sito si capisce un cosa diversa da quella scritta effettivamente nel documento approvato dalla Commissione Difesa. 

"è necessario affrontare il tema delle spese militari, che nel 2016 ammontano all'1 per cento del PIL, ma che, per rispettare gli impegni formali sottoscritti in sede NATO, dovrebbero attestarsi al 2 per cento del PIL entro il 2024"

Non sono poi riuscito a trovare da nessuna parte chi ha votato a favore o contro e chi fosse presente.

M.P.

Massimo ARTINI (Misto-AL-TIpI) manifesta perplessità sulla formulazione letterale dell'osservazione riferita all'incremento delle spese militari in vista del raggiungimento dell'obiettivo fissato in sede NATO del 2 per cento del PIL. 
  Rileva, infatti, che per raggiungere l'obiettivo del 2 per cento del PIL l'Italia dovrebbe incrementare la propria spesa militare di un valore molto elevato in termini assoluti, portandola a cifre che in Europa sono uguagliate soltanto dal Regno Unito e dalla Francia. Analogo discorso può farsi per la Germania, che dovrebbe aumentare la propria spesa, secondo stime approssimative, di 100 miliardi di euro. È, a suo giudizio, più corretto, invece, considerare anche altri parametri per valutare l'impegno di un Paese e il suo contributo al sistema di difesa internazionale: da una parte ponderando le spese militari in valore assoluto; dall'altra, considerando anche gli impegni dei vari Paesi nei teatri di crisi e la partecipazione a missioni internazionali. Serve, in altre parole, una valutazione non meramente quantitativa, ma anche qualitativa.

  Carlo GALLI (MDP) esprime un giudizio assai critico sulla proposta di relazione del relatore, sottolineando la genericità e la vaghezza dell'osservazione sull'incremento delle spese militari. Rileva, in particolare, che non viene detto nulla sulla maniera in cui dovrebbe essere impiegata la spesa militare aggiuntiva e sulle modalità con le quali articolare tale incremento.Pag. 80Ritiene inoltre che non sia consono al ruolo della Commissione esprimersi in termini così vaghi e semplicistici. Preannuncia pertanto il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta del relatore.

  Vincenzo D'ARIENZO (PD)relatore, sottolinea come l'osservazione cui si è fatto riferimento evidenzi semplicemente la necessità che l'Italia rispetti l'impegno assunto a livello internazionale in sede NATO: vale a dire quello di raggiungere entro il 2024 l'obiettivo di destinare alla spesa militare un importo pari al 2 per cento del PIL nazionale. Si tratta di un impegno confermato negli ultimi anni dai diversi Governi che si sono succeduti. Se non si ritiene possibile o giusto raggiungere l'obiettivo, occorre che il Governo si attivi nelle sedi internazionali per svincolarsi dall'impegno già sottoscritto. In ogni caso, riformula la propria proposta di parere, per fare riferimento non più alla necessità di «incrementare» le spese militari, ma a quella di «affrontare il tema delle» spese militari (vedi allegato 4).