Vendola, non chiederci altra acqua, ma difendi quella che già la Puglia preleva dalla Basilicata



Vendola, non chiederci altra acqua, ma difendi quella che già la Puglia preleva dalla Basilicata

1 settembre 2011

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[1/9/2011] NoScorie Trisaia chiede alle forze politiche e sociali, ma  soprattutto ai cittadini e agli agricoltori, il senso del possibile 
raddoppio della canna del 3000 m.c./s. di acqua che svuoterebbe il  bacino di Monte Cotugno a Senise a vantaggio della Puglia e a danno  della Basilicata e della sua autonomia. Non si tratta di non dare acqua ai vicini pugliesi, anzi, per No Scorie è un dovere dividere questo bene prezioso con  chi non ce l’ha, ma la questione acqua, vogliamo ricordare ai lucani e ai pugliesi, al pari del  petrolio e di ogni forzatura fatta all’ambiente e al territorio  lucano, ci è sempre stata venduta opportunità di crescita e di  scambio di favori per un ritorno economico e occupazionale che non  c’è stato. A distanza di 20 anni sia di attività estrattiva   mineraria che di prelievo di acqua dai nostri invasi, la Basilicata, nonostante le promesse, è rimasta la regione col più alto tasso di  disoccupazione e più povera d’Italia (dati Istat).

È bene ricordarcelo. Sarebbe ora che i lucani si svegliassero al fine di vendere a caro   prezzo le loro risorse e al fine di non farsi più abbindolare da  false promesse occupazionali ed economiche che sottendono invece ad  un vero e proprio sfruttamento. La Basilicata sembra l’Africa del  colonialismo occidentale, il continente più pieno di risorse e più  pieno, al contempo, di morti di fame.

Il governatore Niki Vendola, anziché partecipare anch’egli a questo  neo-colonialismo esercitate da imprese favorite da una politica  regionale compiacente, visto che si pone oramai come esponente  nazionale e non solo come governatore della Puglia, si faccia anche  garante dell’economia e della legalità lucana. Sia non partecipando   anch’egli a questo sfruttamento del territorio senza garanzie di  rispetto dell’ambiente e sia non cercando di eludere l’inquinamento grave del Pertusillo – diga che fornisce prevalentemente acqua ai  pugliesi e alle attività minerarie delle società petrolifere che   operano in Basilicata – chiedendo il raddoppio della più pulita  acqua della diga sul Sinni. Al governatore Vendola ricordiamo che   all’inquinamento delle falde e dei corsi di acqua non si sfugge con  nuove condotte, sia perché l’attività mineraria col Memorandum   firmato da Vito De Filippo e Guido Viceconte non lascerà intatta  nessuna area geografica della Basilicata, e sia perché esiste una   traversa di collegamento, la Gronda dell’Agri, che conduce il troppo pieno del Pertusillo – inquinato da metalli pesanti, idrocarburi e  sostanze organiche -, nella diga di Senise.

Dunque, se il raddoppio della condotta di Monte Cotugno, sottende ad   un modo per sganciare la Puglia dall’inquinato Pertusillo, avvisiamo  il governatore che sarà uno sforzo politico ed economico inutile, se  non si interviene chiedendo una moratoria delle attività estrattive,   visto che i nostri problemi – l’inquinamento del circuito dell’acqua  sono fondamentalmente i problemi dei pugliesi. Meglio farebbe   Vendola ad agire come leader nazionale e a non scimmiottare i   politici regionali che furbescamente cercano di rifilare le   responsabilità della salute del Pertusillo e dell’Agri ai contadini  e ai cittadini della Val d’Agri, che da sfruttati stanno  mediaticamente passando alla categoria di sfruttatori.

Vendola, in sostanza, faccia il leader: chieda che venga bonificato  svuotandolo – il lago del Pertusillo a garanzia della sua Puglia e  utilizzi i fondi Fas non per realizzare una seconda canna da Senise,  ma per far funzionar i depuratori dei paesi lucani, migliorare le   condotte colabrodo esistenti e per far tutelare le acque da chi le   inquina di metalli pesanti e di idrocarburi.