[Nonviolenti] Fwd: Lidia a Napolitano





-------- Messaggio originale --------
Oggetto: Lidia a Napolitano
Data: Tue, 21 Jun 2011 14:13:30 +0200
Mittente: Enrico Peyretti <enrico.peyretti at gmail.com>
A: lista123lm at gmail.com


Giusto, Lidia, quello che dici con affetto e chiarezza a Napolitano. Se 
doveva dire qualcosa domenica sera, dopo la manifestazione della Lega, 
era un severo richiamo al ministro degli interni della Repubblica, che 
parla di secessione, e questo, sì, è nelle sue competenze.
Enrico Peyretti, Torino
-- 
Enrico Peyretti (www.peacelink.it/peyretti) 
(http://www.peacelink.it/pace/a/5745.html) (www.ilfoglio.info) 
(www.serenoregis.org)

From: lidia menapace <lidiamenapace at alice.it>
Date: 2011/6/21
Subject: da lidia
To: lista lidiamenapace <lista123lm at gmail.com>

Rispettare la Costituzione
( e vale anche per Napolitano)

Lidia Menapace

Non posso più tacere: la questione libica deve poter essere discussa senza che il Presidente della Repubblica tenti 
di imporre una sua  interpretazione. Credo non gli competa.  A me il suo appoggio esplicito e ripetuto alla guerra 
Nato in Libia spiacque subito e lo dissi quando presi la parola a Torino durante il 15° congresso nazionale Anpi. 
Argomentavo: il presidente sa che da noi non può che ricevere parole disinteressate e affettuose, anche quando 
dovessimo esprimergli qualche critica: ebbene diciamogli che non gli compete prendere posizione su questioni di 
politica estera prima del parlamento  e che -se anche la sua posizione fosse giusta- (come nel  caso non mi pareva), 
sarebbe comunque molto pericoloso offrire precedenti a qualche futuro presidente interventista e presidenzialista: 
bisogna attenersi rigorosissimamente ai confini delle attribuzioni presidenziali. Poichè non si è voluto trovare 
modo di sottrarsi alla guerra (violando perciò la Costituzione ed esponendo il territorio nazionale a possibili 
ritorsioni libiche e comunque a inquinamento da uranio contenuto nelle testate dei missili Nato che quando 
esplodono  buttano fuori l'uranio ridotto a polveri sottili  pericolose da respirare e che essendo leggerissime 
vengono portate dal vento fino a Roma e anche fino a Ferrara) bisogna elaborare una risposta parlamentare solenne 
e impegnativa: si  può partire appunto  ricordando  che l'Italia è stata autrice di una avventura coloniale a danno 
della Libia tra le più vergognose  della nostra storia e che proprio per questo non intende far parte di un attacco 
armato verso quel territorio Giusto centanni fa, nel 1911 dichiarammo guerra alla Libia già con boria nazionalrazziale 
 e "romana",  mix culturale prefascista non da poco. Nemmeno l'Italia repubblicana  ha fatto ammenda di ciò, 
llmitandosi ad apporre la censura al film "Il Leone del deserto" sulla resistenza libica. Ma ora che Napolitano 
interviene addirittura per bloccare il dibattito nel paese e in parlamento, bisogna davvero dirgli  che sbaglia. 
Noi dobbiamo al più presto rientrare nella legaità costituzionale e riprendere  contatti col  popolo libico offrendo 
territorio, ascolto, forme e  procedure per uscire con mezzi non bellici dalla crisi. Non ci sono solo le ignobili 
"ragioni" della Lega, ce ne sono anche di nobii.



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