Paolo D'Arpini: Perchè votare SI ai Referendum sull'acqua pubblica






Paolo D'Arpini: “Perché votare Sì... senza se e senza ma al referendum
sull'acqua pubblica”

In questi giorni caldi che precedono il Referendum  appaiono  spesso
pareri contrastanti soprattutto sulle questioni che riguardano la
gestione dell'acqua
(sostanzialmente sul pubblico impedimento e sul nucleare sono tutti d'accordo).

Ad esempio  Tom Bosco obietta l'ambiguità del quesito referendario che
lascerebbe spazio ad una successiva privatizzazione delle rete idrica,
pur che vincesse il sì alla sua abrogazione. Poi abbiamo l'intervento
di  Primo Mastrantoni, mio buon amico e compagno radicale di vecchia
data, che denuncia il malfunzionamento della gestione della cosa
pubblica,  soprattutto del servizio idrico...

Ma, non possiamo accettare di ricorrere ai privati, pensando che la
gestione pubblica è irrimediabilmente marcia, anzi occorre lavare il
Pubblico dalle sue evidenti pecche.  Per cui nella fase attuale delle
cose, secondo me,  meglio puntare su un emendamento delle
amministrazioni pubbliche piuttosto che lasciar in mano ai privati
un bene necessario come l'acqua.

Ritengo perciò che votare "sì" al Referendum sia la cosa migliore..
anche se dobbiamo stare in campana  per gli sviluppi ulteriori della
faccenda... Tra l'altro faccio presente che il Referendum è l'unico
modo rimasto in questa democrazia zoppa per far esprimere un vero
parere al popolo, anche considerando la situazione che si è venuta a
creare dopo la “porcata Calderoli” della legge Porcellum che consente
ai capibastone di nominare i deputati.

Inoltre c'è da dire che  “l'affare acqua privata”  è assolutamente
bipartisan,  non dimentichiamo che i primi a spingere ed operare  per
la  privatizzazione dell'acqua sono stati Prodi -a livello nazionale -
e Veltroni  -a Roma.  E pure  la Marcegaglia ci aveva già fatto la
bocca buona alla proposta... E questo “governo” anche ci vorrebbe
intingere il biscotto..

Mantenere l'acqua pubblica,  e far funzionare gli acquedotti colabrodo
e ripulire le polle inquinate dall'arsenico e vari,  sarà dura..
Quindi bisognerà continuare la battaglia.. soprattutto a livello di
cambiamento della legge elettorale in modo che i politici e gli
amministratori  paraculi, che ostacolano il funzionamento della Cosa
Pubblica, possano essere mandati più facilmente a casa.... Questo il
mio parere, andiamo quindi a votare Sì per l'acqua, senza ripensamenti
e non facciamo mancare il quorum al referendum, l'ultimo modo per far
sentire la voce popolare in questa Italia delle cricche.

Anche perché -come ha sottolineato il collega Giorgio Vitali-  la
presenza è sempre meglio dell'assenza.

Infatti il problema della tutela  dell'acqua è fondamentale. Che le
Multinazionali ci puntino una carta è ovvio. Il controllo dell'acqua
porta al  dominio totale.
A questo proposito è utile ricordare:
1)In Giappone stanno già sperimentando la vendita dell'aria.
2) Il primo grande progetto sionistico degli anni 20 del passato
secolo, è stato quello di sottrarre l'acqua ai palestinesi.
3) Nel 2000 è iniziata la mobilitazione in Bolivia, per riappropriarsi
delle risorse idriche svendute dal governo Banzer, in ottemperanza
alle imposizioni del FMI e della Banca Mondiale. La cittadina di
Cochabamba è stata l'epicentro della rivolta.

Perciò invito i lettori a non dubitare oltre e a recarsi alle urne il
12 e 13 giugno 2011, votando con Coscienza... (e non secondo coscienza
come dice il Berlusca)..

Paolo D'Arpini

Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
http://paolodarpini.blogspot.com/2011/06/votare-si-con-coscienza-senza-se-e.html