Le sciocchezze di Repubblica:Addio "peak oil", e' l' ora dello "shale".



Le sciocchezze di Repubblica:

Addio "peak oil",e' l'ora dello "shale"

Prima di titolare cosi' il mio post ho letto e riletto l' articolo. Un accenno al petrolio e' presente solo in questa prima parte dello scritto che riporto integralmente. Nel resto del pezzo si parla di nuove tecniche usate ,per ora,solo per l'estrazione di gas negli Stati Uniti,senza fornire molte cifre ne' sulle quantita' ne' sui costi. Di seguito l' inizio dell' articolo,se qualcuno volesse avere il testo integrale posso inviargielo.Giudicate voi se ci sono gli elementi per il titolo "Addio peak oil" (picco petrolifero),in una pagina addirittura dedicata alle scienze.

Repubblica Affari&Finanza 22/3/2010 pag. 25

SCIENZE
Addio "peak oil", e' l'ora dello "shale".

Dimenticate il "peak oil", la fine del petrolio vaticinata da tanti autori: con le nuove tecnologie si puo' arrivare a estrarre greggio e gas naturali a profondita' inusitate. Le valutazioni sono straordinarie: miliardi e miliardi di metri cubi di gas e petrolio sono oggi raggiungibili e estraibili, in tutti i continenti.Europa compresa.I grandi gruppi petroliferi sono tutti impegnatissimi, e altrettanto le societa' fornitrici delle tecnologie da Siemens a General Elettric. La parola d' ordine di questa nuova corsa all' oro e' Shale. Significa "scisto":una roccia argillosa dalla particolare struttura a lastre che imprigiona al suo interno petrolio o gas naturali. Le proprieta' energetiche dello shale sono note da decenni. Ma fino a pochi anni fa, estrarre petrolio o gas da queste rocce era considerato economicamente insostenibile, a causa delle enormi difficolta' tecniche legate al processo di estrazione, che richiedeva la frattura di chilometri di rocce a grandissime profondita'.
Per questo gli idrocarburi ricavati dallo shale sono dichiarati "non convenzionali": un' espressione con cui si indicano le risorse energetiche il cui sfruttamento e' teoricamente possibile ma praticamente improbabile, come gli oli pesanti e le sabbie bituminose.
Ma grazie all' introduzione di nuove tecnologie di estrazione, negli ultimi anni l' accesso alle riserve contenute negli shale e' diventato piu' facile e conveniente, soptrattutto nel caso del gas ma anche del petrolio.

Il resto dell' articolo parla solo dell' estrazione del gas negli Usa con queste nuove tecniche. Poche cifre, un grafico che vede il passaggio dal 2010 al 2030 da circa 15 miliardi di metri cubi il giorno a 25 miliardi.Un aumento che cresce notevolmente a partire dal 2012,quindi non ancora iniziato.
Il pezzo finisce con un accenno alle potenzialita' di questa tecnica in Europa, con un tono non cosi' ottimista...

I primi centri di estrazione europea dovrebbero diventare attivi nel 2020 in Polonia e nella Svezia meridionale. Ma nonostante le grandi aspettative, c'e' chi teme che trapiantare l' esperienza americana dello shale in Europa potrebbe essere molto difficile.
A preoccupare gli executives dell' energia e' la possibilita' di stop legati al rischio ambientale del processo di frattura idraulica multipla. Questa tecnologia infatti utilizza grandi quantita' di nitrogeno e acqua per creare la pressione necessaria a fratturara le rocce:alla fine del procedimento, l' acqua contaminata puo' inquinare la faglie acquifere naturali. Un rischio relativo per gli Stati Uniti, meno densamente popolati dell' Europa. ma per il vecchio continente, in possesso di una legislazione piu' severa in fatto di protezione ambientale, potrebbe essere un ostacolo insormontabile."

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