Re: [ecologia] DOMANDE SUL FONDO DI SCALFARI SULLA GUERRA AFGHANA.



Scalfari è quello che è sempre stato: un difensore di questo sistema che ha bisogno della guerra per sopravvivere, direi per esistere.
C'è un passaggio logico molto brutto nelle parole del vecchio Eugenio: siamo in Afghanistan per fare la pace perché c'è la guerra. La perfidia della vecchia volpe è che per una missione di pace, di peace enfocing, bisogna ci siano due contendenti e che il pacificatori siano "tersa parte".
Qua i "pacificatori", Usa e NATO, sono una delle parti belligeranti!
Che pace portano se ci hanno scatenato una guerra?
Ma continuano a prenderci in giro?
Sono stufo e nauseato.
Bisognerebbe aver davvero tempo di analizzare le parole, ma soprattutto gli stravolgimenti lessicali che a queste vengono portati.
Posso solo dire che mi sento nell'era della menzogna. E Scalfari è uno che ha contribuito come pochi a crearla.
Molti mi diranno che il fondatore di Repubblica è uno dei pochi che si sono opposti a Berlusconi, uno dei commentatori più intelligenti in Italia... appunto: motivo in più per suicidarci.
Non so se qualcuno ha fatto caso alla linea politica di Repubblica. Si dice di sinistra, ma proprio domenica scorsa c'era un articolo di Giannini in cui faceva appello alle "élite economiche e culturali" italiane per liberarsi di Berlusconi. Insomma il referente di Repubblica è il salotto buono, mentre Berlusconi è un ghiozzo, un rozzo arrivato con la piena.
Per me essere di sinistra vuol dire stare dalla parte degli ultimi (anche se faccio parte dei penultimi).
Sono anche molto preoccupato che Berlusconi cada per puttanopoli: un vecchio amico, ferroviere ignorante, mi ha detto: se Berluska cade per le sue puttane passiamo dal fascismo al clericofascismo. Il che è peggio.
Io sto pensando alle parole di questo rozzo proletariaccio.
Un saluto a tutti
TC

marco palombo ha scritto:
Questa e' l' ultima parte dell' articolo di fondo di Eugenio Scalfari sulla Repubblica di oggi domenica 20 settembre.Afferma tra l'altro che "In Afghanistan c'è una guerra. Asimmetrica. Contro il terrorismo." Ma i talebani controllano o no intere zone di Afghanistan? Guerriglia e terrorismo sono la stessa cosa ?Gli attentati sono nelle zone controllate da USA e Nato, ma nelle zone controllate dai talebani ci sono o no bombardamenti?Scalfari generalizza la situazione Afghana a tutto il Medio Oriente e Israele ma e' cosi' davvero?IO VORREI CHIARIRMI QUESTI PUNTI E SE LE COSE STANNO COME PENSO FARE RIFLETTERE SU QUESTI ANCHE GLI ALTRI.
NB:La Repubblica vende piu' di 500.000 copie ad un lettore generalmente orientato a centro sinistra-sinistra.


"Che cosa c'è da chiarire che non sia chiarissimo fin dall'inizio? Smantellato otto anni fa a suon di bombe il regime talebano dell'emiro Omar e del suo ispiratore Bin Laden, gli Stati Uniti decisero di restare in Afghanistan insieme ad un contingente di truppe Nato con due distinte ma convergenti missioni militari. Quella americana denominata "Enduring Freedom" (rafforzare la libertà) e quella Nato chiamata "Peace Keeping", mantenere la pace. Anche qui un rebus lessicale per nascondere un diverso ruolo militare e politico.

Col passar del tempo però la realtà ha chiarito il rebus lessicale: le truppe Usa e Nato hanno lo stesso compito di combattere i terroristi e aiutare i civili a rientrare nella normalità della vita quotidiana. Una duplice missione di guerra e di pace. Che cosa c'è da chiarire? Quando si inviano forze militari in un paese con il compito di mantenere la pace, ciò significa che la pace non c'è. A nessuno verrebbe in mente di spedire militari a presidiare la pace in Svizzera.

In Afghanistan c'è una guerra. Asimmetrica. Contro il terrorismo. Noi usiamo i carri armati, i blindati, gli aerei. Loro le mine, la guerriglia, i kamikaze. Loro si muovono e tendono imboscate. Noi pattugliamo ad occhi aperti e nervi tesi. Portiamo cibo, aiuti, occasioni di lavoro, ospedali alla popolazione civile, con una mano sulla mitragliatrice. Aspettiamo sperando che la trappola quel giorno non scatti. Che quel giorno il kamikaze non si faccia esplodere. Bernardo Valli ha ricordato il "deserto dei tartari". È esattamente ciò che avviene in Afghanistan ed anche a Islamabad e dintorni, a Bagdad e dintorni, a Beirut e dintorni, a Tel Aviv e dintorni. In tutta l'area del Medio Oriente. E dintorni.

Perciò non c'è niente da chiarire. Si tratta di questo."


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