Moltiplicarsi dei Progetti di teleriscaldamento: sempre sostenibili?




Teleriscaldamento SI – Teleriscaldamento NO?
Alcune considerazioni generali, pensando ai cittadini e all'ambiente


(a cura di energETICA, associazione in Brescia www.energ-etica.org)


Si stanno diffondendo in Italia numerosi progetti di costruzione di reti di teleriscaldamento cittadino, alimentate da vari combustibili: gas, biomasse, rifiuti. Ci siamo chiesti se questi progetti abbiano dei reali benefici ambientali ed economici, alla luce degli obiettivi di Kyoto, e a fronte delle possibili alternative su scala locale. Proviamo a fornire alcune tesi, sulle quali siamo disponibili al confronto.


1°- Dietro ogni rete di teleriscaldamento c'è una centrale termoelettrica


La prima considerazione che facciamo è che vi sono varie alternative per la produzione di calore a servizio di utenze domestiche e assimilate: generatori o caldaie semplici, ad alto rendimento e oggigiorno a bassissimi consumi energetici e a ridottissime emissioni, di tutte le taglie ( per l'abitazione ma anche per l'azienda medio grande), caldaie industriali, e sistemi di cogenerazione, di solito di media grande taglia. E' noto che la cogenerazione presenta aspetti termodinamici interessanti, perchè estrae una superiore quantità di energia dal combustibile primario. Da rendimenti di conversione medi annui del 35-45% ( con centrali per produzione di sola energia elettrica) si può passare a valori del 50%-60% (i valori di punta invernali sono del 90%, ma si raggiungono in pochi giorni durante la stagione termica) sfruttando calore ed energia elettrica, il primo quale vettore di scarto del processo di produzione dell'elettricità. La politica finora perseguita dai governi ha incentivato la cogenerazione, e certi combustibili sporchi quali i rifiuti, col risultato di moltiplicare le domande di costruzione e installazione di nuovi impianti cogenerativi, a fronte di una semplice richiesta di solo calore da parte dell'utenza. Purtroppo però ci sono degli svantaggi: una centrale cogenerativa ad esempio in ciclo combinato turbogas, per avere rendimenti elettrici ottimali deve essere di grande taglia, e la moderna tecnologia privilegia la produzione di elettricità rispetto al calore, perchè di superiore valore termodinamico. Pertanto, a fronte di una richiesta di potenza termica di 100, dobbiamo avere una centrale da 200, con consumi di combustibile fossile doppi e impatto degli inquinanti proporzionale alla potenza globale installata, con buona pace degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti e dell'inquinamento delle città. Con una enorme rigidità: realizzate le opere, non si potrà tornare indietro e compiere scelte diverse. Si tenga infine presente che per realizzare una centrale cogenerativa essa deve essere collocata “dentro” il centro abitato, per ovvi motivi di limitazione delle distanze dall'utenza da allacciare e dei costi di trasporto del calore. Se la grande centrale fosse utilizzata solo per produrre energia elettrica con cicli combinati ad alta efficienza, potrebbe essere costruita lontano dai centri abitati.
Esistono invece alternative tecnologiche.




2°- Esistono tecnologie di piccola scala competitive


La generazione di calore autonoma o condominiale è giunta a livelli ragguardevoli: i moderni generatori di calore domestici a gas, a pellets, a gas a condensazione, le pompe di calore, consentono rendimenti molto elevati, paragonabili a quelli delle centrali, e emissioni estremamente contenute, in confronto con quelle delle medesime centrali.


In più hanno un enorme vantaggio: funzionano solo nella stagione fredda, e si regolano in base al carico, modulando i consumi di combustibile in base alle esigenze degli edifici, cosa che non può fare la centrale cogenerativa, che deve funzionare e inquinare tutto l'anno. Per mettere in pratica questa alternativa: occorre incentivarla, sia sugli edifici nuovi che su quelli esistenti, con contributi all'acquisto dei sistemi più efficienti, e con l'emanazione di regolamenti edilizi orientati alla sostenibilità. Ciò in parte già accade, ma la maggior parte dei fondi pubblici è indirizzato a sussidiare scelte sbagliate: incenerimento dei rifiuti, cogenerazione da fonti fossili inquinanti. Questi sistemi di riscaldamento e produzione di acqua calda consentono effettivamente di ridurre i consumi: le centrali cogenerative no. Se il calore di scarto non utilizzato in estate e nelle mezze stagioni è dissipato nell'ambiente, cosa che accade quasi in tutti gli impianti operativi in Italia, siamo in presenza di sprechi enormi, con inquinamento termico locale rilevante. Infine: i sistemi piccoli orientati alla produzione di calore (caldaie) consentono la integrazione solare termica, sia per produrre acqua calda sanitaria sia per il riscaldamento ambientale: addirittura sono forniti da numerosi produttori di generatori di calore sistemi integrati ottimizzati per utilizzare il calore fornito dai pannelli solari a tutte le temperature mediante accumuli stratificati. La scelta della centrale cogenerativa di grande taglia chiude ogni possibilità alla diffusione della tecnologia solare termica, che da sola può ridurre il fabbisogno di combustibili fossili in misura rilevante. Da ultimo, anche sul fronte dei costi vi sono semplici tecnologie di riscaldamento già competitive con il calore fornito da teleriscaldamento, nonostante quest'ultimo sia pesantemente sussidiato in varie forme dallo Stato.


3° - Piccolo è bello


Se si vuole aprire un fronte ambientalista di studio e azione su questi progetti, è necessario riconsiderare alcuni principi ecologici oggi quasi dimenticati. Occorre sostenere prioritariamente le tecnologie di piccola scala, e che consentano di utilizzare le fonti energetiche decentrate. Le fonti energetiche decentrate sono le uniche che garantiscono la maggiore autonomia del territorio dagli eventi internazionali, crisi, conflitti bellici, consentendo di praticare una politica di pace preventiva, e di raggiungere nel contempo gli obiettivi di sostenibilità. Per la generazione di energia elettrica si punti su sistemi ad hoc: centrali eoliche, fotovoltaico, sui quali il paese ha una arretratezza paurosa. Prima di realizzare nuove centrali a ciclo combinato utilizzanti combustibili fossili, si deve puntare tutto sul risparmio energetico, che vanta potenzialità elevatissime, anche se genera ricchezza distribuita, anxichè concentrata nelle mani di pochi oligopolisti dell'energia ( aziende private e pubbliche). A fronte di questi criteri generali, possono anche individuarsi progetti di generazione di energia termica con reti di teleriscaldamento effettivamente sostenibili, quando le risorse combustibili utilizzate sono prodotte localmente, in un ciclo che rinnova tali risorse allo stesso tasso al quale sono consumate. Deve essere verificato però anche che tali risorse ( si veda il legno di scarto) non possano trovare utilizzi industriali maggiormente sostenibili rispetto alla combustione, quali il riciclaggio, che consente di mantenere per anni il carbonio ( e quindi emissioni evitate di CO2) nella struttura della materia.. Attuate queste indagini, i progetti di generazione di calore con associate reti di teleriscaldamento potranno dirsi fondate scientificamente e sostenibili dal punto di vista ambientale.
(redazione: Ing. Massimo Cerani)


Stesura: 22/08/06