un programma per l'acqua



L'acqua nel programma dei 100 giorni.
di Emilio Molinari

A  come acqua: "L'acqua è un BENE COMUNE, la cui proprietà e gestione deve
rimanere in mano pubblica". Questo è quanto sta scritto nel programma di
governo dell'Unione.

E questo è uno di quei 3 o 4 impegni come il ritiro delle truppe dall'IRAK
senza se e senza, la revisione della legge30.che il nuovo governo non può
eludere.

Uno di quelli che dà l'idea del cambiamento con il passato, un segnale forte
per i fatidici primi 100 giorni.

Invece il documento d'intenti del governo in circolazione, non ne fa menzione
e il voto sulla direttiva Bolkestein con la quale in Europa si da il via
libera al mercato dei servizi compreso quello dell'acqua, non è un bel segno e
ci sia permessa la considerazione, sembrano accogliere più le pressanti
richieste di Montezemolo e di Confindustria che quelle del Movimento
sull'Acqua.

Noi invece ci aspettiamo che quanto affermato solennemente nel programma
dell'Unione venga riaffermato e in tempi utili con le scadenze dalla
politica.

Quanto scriviamo è perciò rivolto al Presidente del Consiglio, a tutta
l'Unione e in particolare a quella parte del governo che con noi si è battuta
in questi anni.

A tutti quanti ricordiamo che i tempi sono stretti e sono scanditi da leggi
direttive e scadenze,

Vogliamo perciò a questo proposito, elencare concretamente queste urgenze.

1°  La direttiva Europea Bolkestein appena votata, continua a prevedere
l'acqua e il servizio idrico soggetti alla direttiva stessa e come scrive
Mirko Lombardi su Liberazione, questa è una inesorabile spinta alla
Mercificazione.

E lo è in particolare per il nostro paese, per come è concepita la sua
legislazione che considera l'acqua un servizio di carattere economico.

Non lo è per l'Olanda, il Belgio, l'Austria, la Svezia, che considerano
l'acqua un servizio di interesse generale.

2° Il governo Berlusconi ci lascia la "Delega ambientale" che restringe ancora
di più i margini a disposizione per la gestione pubblica del servizio idrico,

3° la finanziaria del 2003 fissa nel 31 di dicembre 2006 il termine ultimo per
gli affidamenti alle società di gestione, dopo di ché devono essere indetti i
bandi di gara per l'ingresso dei privati.

Se non si interviene subito su queste tre questioni la MERCICAZIONE dell'acqua
nel nostro paese è assicurata al di la delle belle parole del programma.

Da qui la richiesta di inserire nei provvedimenti dei primi 100 giorni, un
urgente pacchetto di misure sull'acqua:

- Occorre si vari urgentemente un provvedimento che ridefinisca il carattere
dei servizi, prima di tutti l'acqua la cui caratterizzazione di Bene Comune è
innegabile e definita dallo stesso programma dell'Unione, da porre fuori dal
campo di applicazione della Bolkestein.

- Occorre una norma ad hoc che proroghi il termine del 31 Dicembre per la
messa a gara dei servizi.

- Occorre che venga sospesa la delega ambientale per poter ragionare assieme
governo e movimenti attorno alle prospettive.

Inoltre sarebbe bene evitare che l'automaticità delle scadenze e le
interpretazioni di obbligatorietà della legislazione, facciano da alibi alla
"fregola" privatizzatrice di molti amministratori locali.

Non vorremmo sembrare "illusi"nel pensare che il governo dell'Unione deve
diventare il governo dell'acqua RES PUBBLICA, che fa uscire l'acqua dalle
privatizzazioni - liberalizzazioni - mercificazione, per farla entrare nella
ripubblicizzazione - partecipazione - bene comune.

E' possibile? Guardate che su questo si gioca molta della credibilità del
centro sinistra.

Dopo di che ci confronteremo su tutta la politica dell'acqua.

C'è la situazione delle privatizzazioni già avvenute, in Toscana, Emilia,
Liguria ecc.., c'è la questione della città di Milano, la presenza delle
multinazionali francesi e del capitale speculativo italiano dentro le SPA che
gestiscono i servizi idrici, c'è la strategia delle multiutility regionali e
l'ingresso delle banche nella gestione dei servizi pubblici, cosa apertamente
perseguita dal centro destra, da Formigoni e dalla giunta regionale Lombarda

C'è la necessità di mettere in cantiere una legge di indirizzo su tutta la
materia, che metta ordine nell'anarchia legislativa esistente non solo nei
servizi idrici, ma negli usi idrici in agricoltura, nell'industria, sul
governo dei bacini.

Il Movimento Italiano dell'Acqua sta già lavorando attorno ad una legge di
iniziativa popolare.

Ma è chiaro che il silenzio del governo sul pacchetto iniziale cambia gli
approcci futuri in un senso o nell'altro.

E  poi la partita dell'acqua si gioca anche sugli scenari europei e
internazionali.

L'agenda internazionale del governo non può ignorare i successivi passaggi
della Bolkestein i negoziati GATS del WTO dai quali l'acqua deve essere
sottratta. I rapporti con i paesi dell'America Latina dove l'acqua del
rubinetto, in bottiglia o dei fiumi, il gas, il petrolio e le foreste, sono
terreni di scontro politico, di crescita di coscienza del bene comune, di
formazione di governi, di richiesta di confronto con l'Europa, ecc.

Guardate che  non stiamo esagerando quando affermiamo che la politica mondiale
ha dichiarato il proprio universale fallimento a Città del Messico, quando 148
governi, compreso il nostro, hanno legittimato e ubbidito agli ordini di una
istituzione privata gestita da multinazionali, quando hanno deciso che l'acqua
non è un diritto umano, quando hanno dichiarato che non sono in grado di
garantire l'accesso all'acqua a 1,4 miliardi di persone che ne sono prive e
che per questo sono escluse dalla vita.

Come ci si confronta in futuro su queste scelte? Con quali modalità?

Anche questo pensiamo sia un punto di estrema qualificazione per un governo di
centro sinistra.

Guardate che la capacità di ascoltare la società civile e di renderla
partecipe delle scelte nazionali ed internazionali è oggi un passaggio
obbligato per la politica, per quella di sinistra in particolare.

Guardate che le delusioni covano dietro l'angolo e sono nuvole minacciose che
si accumulano.

In America Latina almeno la sinistra ci sta provando a rinnovare la politica.

Lula dopo la delusione e la corruzione, cambia registro, apre un difficile
confronto con i movimenti. Chavez i movimenti li incontra, ascolta e discute
con loro. Abel Mamani il ministro dell'acqua Boliviano partecipa con serietà
ed umiltà ai movimenti stessi e ai loro Forum internazionali. Questi non sono
automatici esempi da seguire in Italia, ma il problema del rapporto movimento
- politica - istituzioni esiste più che mai nel nostro paese, anche con questo
governo e si misura dai suoi primi 100 giorni.

Si discute molto  di autonomia dei movimenti dalla politica, ma il vero e
drammatico problema che viviamo, è l'autonomia che la politica ha dai
movimenti, il suo distacco dal sociale.

E' vero che per i movimenti non devono esserci "governi amici", ma è
altrettanto vero che abbiamo bisogno di "amici" dentro ai governi, dentro la
politica. Abbiamo bisogno di poter esercitare il diritto a rifondarla questa
benedetta politica perché anche lei è un bene comune.

Per questo vogliamo vedere l'attivizzazione al nostro fianco della "politica
amica" a tutti i livelli, per questo siamo in attenta attesa di rapide
risposte a questi nostri interrogativi.

Buon lavoro amici, non deludeteci



Emilio Molinari

(Presidente del Comitato Italiano per un Conttrato Mondiale sull'Acqua)

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