Rigassificarore a Taranto: fermare la procedura, ripristinare la democrazia



Ciao a tutti,
sottopongo alla vostra attenzione questa bozza di appello pubblico da presentare il 20 mattina quando si svolgerà l'incontro provinciale relativo alla PROCEDURA DI ASCOLTO E CONCERTAZIONE relativa al PEAR (Piano Energetico Ambientale della Regione).
Tale incontro è organizzato da Regione e Provincia alle ore 9.30 di giovedì 20 aprile al Salone degli Stemmi in via Anfiteatro 4 e prevede gli interventi introduttivi di Gianni Florido e Michele Losappio, rispettivamente Presidente della Provincia e Assessore all'Ecologia della Regione Puglia.
Chi volesse dare un contributo o l'adesione lo può segnalare a volontari at peacelink.it

Grazie per l'attenzione

Alessandro


Appello al
- Presidente della Provincia di Taranto
- Al Presidente della Regione Puglia
- Assessore all'Ecologia della Regione Puglia
- All'Assessore alla Trasparenza della Provincia di Taranto
- All'Assessore alla Trasparenza della Regione Puglia
- Al Difensore Civico del Comune di Taranto

Apprendiamo il 15 aprile 2006 dalla stampa locale che in data 24 febbraio è stata presentata agli enti preposti la Valutazione di Impatto Ambientale relativa al rigassificatore di Taranto.
In data 24 marzo sono trascorsi i 30 giorni di rito senza che i cittadini siano stati informati dell'esistenza di una procedura così importante che consente a chiunque di presentare rilievi critici e osservazioni.

Siamo in presenza di una ferita alla democrazia e di una grave violazione dei principi di trasparenza e di cittadinanza attiva.

A Trieste, città in cui Gas Natural ha avanzato un progetto identico a quello di Taranto, sono giunte decine di osservazioni.

A Taranto nessuna.

Siamo di fronte ad una alterazione sostanziale dei diritti di controllo che sono essenziali in quanto un ulteriore carico di rischi per la città e la cittadinanza di Taranto non può prescindere dal controllo e dal diritto dei cittadini anche al dissenso motivato rispetto alla realizzazione di un impianto che può mettere a rischio la loro vita.

Non dobbiamo dimenticare che, con deliberazione del Consiglio dei ministri del 30 novembre 1990, il territorio della provincia di Taranto è stato dichiarato "area ad elevato rischio di crisi ambientale" e che l'impianto di rigassificazione è sottoposto alla Direttiva Seveso per il rischio di incidente rilevante. A ciò si aggiunge il fatto che esso si collocherebbe in un'area in cui già insistono altri 9 impianti riconosciuti per legge "a rischio di incidente rilevante" (a Brindisi ne esistono 6) e in cui sorgono a poche centinaia di metri dal sito prescelto i serbatoi e la torcia sempre accesa dell'Agip.

E' indubbio che tale questione non possa essere affrontata prescindendo da un dibattito democratico che non c'è mai stato, alterando gravemente i diritti costituzionali dei cittadini, a partire dall'articolo 1 che sancisce: "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".

Siamo in presenza di una violazione sostanziale dell'articolo 49 della Costituzione che sancisce:
"Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". E' evidente che è venuto il diritto di "concorrere con metodo democratico" alle scelte sul rigassificatore.

Ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione, che garantisce il diritto alla salute, occorre considerare inoltre che nessun cittadino può essere obbligato a sostenere un determinato rischio per la propria vita (ossia il rischio di un incidente rilevante) senza che ne sia stato sollecitato il consenso informato.

Siamo in presenza inoltre di una violazione dell'articolo 3 della Costituzione, secondo comma: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Questo articolo ci dice che era compito della Provincia di Taranto rimuvere gli ostacoli alla conoscenza della Valutazione di Impatto Ambientale: senza tale rimozione i diritti dei cittadini vengono posposti a quelli di coloro che vogliono realizzare il rigassificatore. In tal mondo si crea una evidente situazione di diseguaglianza (si veda il primo comma dell'articolo 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali").

L'articolo 28 della Costituzione sancisce che "i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti" e vorremmo conoscere il nome del funzionario preposto che - da quello che ci risulta - non avrebbe neppure dissigillato la Valutazione di Impatto Ambientale inviata alla Regione Puglia lasciandola riposare in archivio per 30 giorni e lasciando decorrere i termini per obiezioni e ricorsi.

Nella documentazione di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione non sarebbe stato trovato il CD-ROM per consentire una consultazione a distanza.

Sul sito della Regione ( http://www.regione.puglia.it/quiregione/homenew.php?sid=34) si può leggere

Comunicati stampa Studio di impatto ambientale per il rigassificatore di Taranto (2 Feb 2006)

"Il vice Presidente della Regione, Sandro Frisullo e l’assessore all’ecologia, Michele Losappio, hanno incontrato i massimi rappresentanti della Gas Natural (Direttore Generale Internazionale, Martin Yanez ed il Responsabile del Progetto del rigassifigatore, Rafel Gomez) e i dirigenti della Medea (Marco Branda, responsabile relazioni esterne) dai quali hanno ricevuto lo studio di impatto ambientale relativo all’impianto del possibile rigassificatore di Taranto. L’occasione ha permesso alla Regione di esporre ancora una volta la propria posizione sul tema e cioè l’assenza di pregiudiziali verso tali impianti e la necessaria compatibilità, anche numerica degli stessi, nei confronti del territorio".

Ma sul sito non è consultabile la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e soprattutto la "procedura di ascolto e di concertazione" viene avviata a Taranto il 20 aprile 2006 a termini ormai scaduti.
Inoltre della presentazione di tale VIA non ne sapevano nulla ad esempio le associazioni ecologiste tarantine né i giornalisti locali a conferma di quanto scarsa sia stata l'attuazione del diritto all'informazione. Ciò pone un problema sostanziale per una Regione che si era dichiarata in origine contraria ai rigassificatori e che ora ne prevede uno per Taranto senza neppure confrontarsi con la cittadinanza.

Siamo inoltre in presenza di una violazione della lettera e dello spirito dello Statuto della Provincia di Taranto che all'articolo 1 comma 2  afferma:

"La Provincia promuove la partecipazione dei cittadini, delle organizzazioni sociali e di volontariato alle scelte fondamentali dell'Ente e assicura la possibilità di accesso all'informazione e ai procedimenti amministrativi secondo le norme dello Statuto e dei regolamenti".

Le questioni che poniamo non sono questioni formali da riservare ad un dibattito fra avvocati ma sono questioni sostanziali di tipo politico in quanto vogliamo sottolineare che un'intera procedura che si svolga all'insaputa della cittadinanza è da rigettare per principio, qualunque sia stata l'accortezza formale che l'avesse posta al riparo da obiezioni legali.

Non stiamo giocando di fioretto, altrimenti ci affideremmo agli avvocati, ma stiamo ponendo una sotanziale obiezione alla opacità di una procedura che è stata realizzata senza essere portata alla sostanziale conoscenza della cittadinanza, dei suoi organi di informazione, e di tutte le sedi di rappresentanza democratica e di cittadinanza attiva, dai partiti, ai sindacati, alle associazioni.

Alla luce di queste considerazioni richiediamo un fermo intervento degli Assessori preposti e del Difensore Civico per fermare la procedura autorizzativa del rigassificatore a Taranto.

In particolare ci rivolgiamo all'Assessore alla Cittadinanza Attiva della Regione Puglia, prof. Guglielmo Minervini che ha dichiarato di recente: “La trasparenza è buone prassi, chiarezza metodologica, comunicazione efficace, informazione corretta. E’ buone regole, accesso. Non teoria, non solo espressione concettuale o metafora. E’ obiettivo raggiungibile e condiviso per il corretto governo dei sistemi pubblici ed anche privati.” (http://www.regione.puglia.it/quiregione/homenew.php?sid=3632)

Per il rigassificatore di Taranto e l'esame della sua Valutazione di Impatto Ambientale ci troviamo di fronte ad una cattiva prassi, a opacità metodologica, comunicazione inefficace e informazione assente.

Una tale violazione dei diritti dei cittadini all'informazione, al controllo e alla partecitazione democratica ci spinge pertanto a richiedere formalmente la sospensione della procedura di autorizzazione al rigassificatore di Taranto in attesa che vengano ripristinate le più elementari regole di agibilità democratica.

Chiediamo inoltre che le Conferenze dei Servizi vengano riesaminate in quanto vi hanno partecipato persone in rappresentanza del Comune, della Provincia e della Regione senza che in tali sedi si sia svolto un regolare dibattito democratico sulla questione del rigassificatore a Taranto e pertanto non si comprende sulla base di quale mandato democratico abbiano agito i rappresentanti di tali istituzioni nell'ambito delle procedure autorizzative.

Rileviamo che non è stata rispettata la "par condicio" fra i diritti della Gas Natural che ha proposto il rigassificatore e i diritti dei cittadini che non hanno avuto la possibilità di esporre le proprie obiezioni.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink