Re: legambiente come salvare il po



personalmente aggiungerei la presa in carico degli emti locali delle aree del demanio.
Le concessioni ai privati sono per lo più scadute, oltre ad essere state trasformate nella gran parete da boschi cedui in campi di mais.
In questo modo si potrebbe cominciare una seria politica di riforestazione, utile in tutti i sensi, dalla ricostituzione dei naturali rinforzi degli argini, alla ricomposizione dei perduti corridoi ecologici, fino all'utilizzo di biomassa per produzione di energia pulita... eccc
 
saluti.
ferrari arch. davide.
P.S. nel mio comune (Borgo San Giacomo - BS), da ex assessore (non senza difficoltà burocratiche) avevo portato a termine una operazione tipo, piantumando circa 23 ettari di bosco misto, i cui frutti si cominciano ora a vedere, le future generazioni ne godranno.
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Sent: Monday, September 19, 2005 11:37 AM
Subject: legambiente come salvare il po

da affari italiani  Martedì 06.09.05 
 
Fiume Po/ Ecco come Legambiente vuole rilanciarlo in dieci mosse
Martedí 06.09.2005 09:22

Legambiente rilancia il riassetto idrogeologico e ambientale del fiume Po. Ha fatto tappa, domenica, a S.Maria Maddalena tra Rovigo e Ferrara, l'"Operazione Po" di Legambiente partita dal Pavese e in navigazione verso il Delta. Durante la fermata a S. Maria Maddalena/Pontelagoscuro Legambiente ha rinnovato la richiesta della convocazione della terza conferenza sul Po e presentato una proposta per il futuro del "grande fiume".

Sono 10 i punti di questa proposta: "1) Definire le aree di pertinenza fluviale su tutti i fiumi e i torrenti esondati, al fine di evidenziare le aree di inedificabilità assoluta e quelle necessarie per eventuali ricollocazioni sia residenziali che industriali; 2) Aumentare la vigilanza e la repressione dell'abusivismo (furti di sabbia e ghiaia, scarichi civili, industriali e zootecnici); 3) Attuare opere di riforestazione e miglioramento dell'uso agricolo del suolo; 4) Realizzare interventi per impedire il progressivo abbandono del territorio; 5) Condizionare i piani strutturali dei comuni a rischio alla difesa del suolo e al
riassetto territoriale.
Le altre richieste di Legambiente sono: 6) Avviare una vera sistemazione idraulica dei fiumi (rivedendo e riunificando il sistema di arginatura, impedendo le escavazioni puramente speculative di ghiaia e sabbia, rendendo più ampie possibili le aree di espansione naturale, anche per incentivare l'autodepurazione delle acque); 7) Programmare e progettare le infrastrutture (ponti, strade, ferrovie) tenendo conto del rischio idraulico e ambientale. 8) Intervenire sul reticolo idrografico minore (piccoli e piccolissimi affluenti dei fiumi) eliminando le opere di canalizzazione artificiale dei torrenti e ristabilendo i percorsi naturali.
9) Contribuire alla realizzazione della rete ecologica nazionale, creando lungo i corsi d'acqua del bacino del Po, un sistema continuo e articolato comprendente aree protette, aree di protezione integrata, aree di esondazione e di pertinenza fluviale per avere contestualmente una funzione di conservazione biologica e di prevenzione idrogeologica. 10) Bloccare le opere per la navigazione fluviale che prevedono una ulteriore cementificazione del fiume.