proposta per ridurre le emissioni nocive delle navi



da avvisatore marittimo
sabato 23 aprile 2005

IL REGISTRO NAVALE (RINA) PROPONE UNA SOLUZIONE AGLI ARMATORI
Ambiente, da Genova un'idea per ridurre le emissioni nocive

GENOVA - Arriva dalle caldaie una risposta ai problemi di inquinamento dei motori navali, posti in maniera sempre più pressante dalle organizzazioni internazionali. Si tratta di una tecnologia italiana già usata a terra da una decina di anni e che il Rina ha individuato come soluzione valida anche per gli armatori. Vista la pressione che l'Unione europea sta attuando sulle questioni ambientali, ad esempio con la direttiva sulle emissioni nocive recentemente approvata dal parlamento di Strasburgo, il Rina ha lanciato tre anni fa una ricerca sulle tecnologie esistenti che possano ridurre l'impatto ambientale delle navi. Per quanto riguarda le emissioni da combustibili, il Registro ha scoperto che un'azienda italiana, la Mec System, utilizzava già da tempo per le caldaie a terra un miscelatore di acqua e combustibile che produce una sorta di "gasolio bianco" utilizzabile anche, con un piccolo adattamento, nei motori diesel marini. 
"Questo tipo di microemulsioni a base di acqua e carburante - spiega Mario Dogliani, manager del Rina - sono note da tempo, ma finora non si era mai riusciti a stabilizzare un composto che fosse utilizzabile anche sulle navi. Adesso abbiamo trovato questa tecnologia, che abbiamo già sperimentato sui motori a quattro tempi, quelli tipici delle navi da crociera. Adesso stiamo verificando la sua efficaci anche sui motori a due tempi, utilizzati dalle navi da carico. Assieme all'acqua, stiamo studiando l'aggiunta di additivi che permetterebbero di abbattere anche le emissioni nocive di zolfo". 
Il miscelatore, denominato "turbotransducer", è fisicamente una scatoletta di circa 1 metro cubo, che può essere applicata in poche ore ai motori già esistenti, quindi senza i costi e i tempi richiesti da altre tecnologie già sperimentate, che però richiedono motori nuovi. Il Rina ha verificato un abbattimento della fumosità del 70% e mentre i gas nocivi, come gli ossidi di azoto, si riducono del 15-20%. La nuova direttiva europea impone una riduzione delle emissioni di zolfo, che generalmente si ottiene con l'utilizzo di un tipo di combustibile diverso. 
"Ma esistono additivi - spiega ancora Dogliani - che aggiunti al carburante abbattono i composti di zolfo dannosi. Proprio in questo periodo stiamo studiando la possibilità di introdurli, al posto dell'acqua, con il miscelatore. Per fortuna, la direttiva europea, da questo punto di vista, non pone limiti rigidi e permette lo sviluppo di nuove tecnologie. Dice infatti che l'abbattimento si può ottenere o con l'uso di combustibili particolari, o con metodi equivalenti". 
E' stato risolto anche il problema della stabilità del composto. Finora, infatti, non si era riusciti a impedire che l'acqua si separasse rapidamente dal combustibile. Il sistema approvato dal Rina, invece, produce una miscela che può durare anche qualche settimana. Diversi armatori hanno partecipato alle ricerche e si sono già dichiarati interessati all'acquisto di questa tecnologia.