[Disarmo] Fwd: Re: R: [punti_pace_paxchristi] Fwd: [disarmisti esigenti] Riccardo Petrella su Facebook



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Da: "Elio Pagani" <eliopaxnowar at gmail.com>
Data: 31 ago 2017 11:09
Oggetto: Re: R: [punti_pace_paxchristi] Fwd: [disarmisti esigenti] Riccardo Petrella su Facebook
A: <ricchiuti.g at libero.it>
Cc: "Pax Christi Italia punti pace" <punti_pace_paxchristi at liste.retelilliput.org>

Armi nucleari: mons. Ricchiuti (Pax Christi), “vanno bandite. Indigna l’assenza di una prospettiva di discussione e riflessione”


“La coscienza dei cattolici e di chiunque operi da cattolico nel mondo e nella storia non può venire a compromessi sul tema dei test e delle armi nucleari che, ‘sic et simpliciter’, vanno bandite”. Lo afferma al Sir mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia, in occasione della Giornata internazionale contro i test nucleari, istituita dall’Onu nel 2009. “In sintonia con la parola autorevolissima di Papa Francesco, secondo il quale la strada della produzione delle armi nucleari va abbandonata”, mons. Ricchiuti sottolinea come “soprattutto nel corso del 2017, Pax Christi è intervenuta più volte per chiedere che si abbandoni la strada degli armamenti nucleari, che porta alla distruzione di questo nostro mondo”. Il presidente di Pax Christi ricorda poi che “l’Italia non ha sottoscritto il trattato firmato lo scorso 7 luglio all’Onu per la messa al bando delle armi nucleari”. “Alla domanda sul perché il nostro Paese non abbia firmato, il Governo risponde che riguardo alle armi e a quelle nucleari, il loro commercio, la loro vendita – in modo particolare dell’Italia all’Arabia Saudita così come per l’acquisto degli F-35 -, ci sono accordi scritti con gli Stati Uniti e i Paesi della Nato a cui non possiamo venire meno”. “Esprimo il mio personale dispiacere, unito a quello di molti altri, rispetto all’assenza dell’Italia su questo impegno a non produrre più armi nucleari”, aggiunge il vescovo. “Resta unicamente, ancora una volta, la voce del Papa e del popolo della pace ad esprimere contrarietà alle armi nucleari, perché non è possibile continuare su questa strada”. “C’è una sordità ad ascoltare l’appello dell’umanità che chiede ai nostri governanti di smettere con il commercio delle armi”. “Anche quanto successo rispetto ad una possibile riconversione della Rwm di Domusnovas, in Sardegna, fabbrica impegnata nella produzione delle armi, non è un bel segnale”. “Nessuno di noi è così ingenuo da pensare che si chiude oggi con la produzione delle armi e da domani inizia un’altra produzione, ci vuole tempo”, riconosce Ricchiuti, ma “ciò che indigna di più è che non si apre nemmeno la prospettiva di una discussione e riflessione sul tema

agosto 2017© Riproduzione Riservata



Il 31 ago 2017 09:20, "ricchiuti.g at libero.it" <ricchiuti.g at libero.it> ha scritto:
Carissimo Elio, grazie!
Proprio ieri l'altro ho rilasciato qualche dichiarazione, in merito, all'AGENSIR.
Continuiamo a far sentire la nostra voce, soprattutto ai politici di casa nostra! 
Il loro comportamento è semplicemente vergognoso. 
Come si fa, oggi, a non firmare il trattato per la messa al bando delle armi nuclerari?
Buona giornata!
+ don Giovanni, Presidente di PX

----Messaggio originale----
Da: "Elio Pagani" <punti_pace_paxchristi@liste.retelilliput.org>
Data: 31/08/2017 9.09
A: "Pax Christi Italia punti pace"<punti_pace_paxchristi@liste.retelilliput.org>
Ogg: [punti_pace_paxchristi] Fwd: [disarmisti esigenti] Riccardo Petrella su Facebook

Condivido.
Elio Pagani
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: "Alfonso Navarra" <alfiononuke at gmail.com>
Data: 31 ago 2017 08:27
Oggetto: [disarmisti esigenti] Riccardo Petrella su Facebook
A: "disarmisti esigenti" <disarmisti-esigenti@googlegroups.com>
Cc:

Il trattato che mette al bando le armi nucleari. 
L’Italia è contro. Il tradimento delle élites. 

Riccardo Petrella

122 paesi dell’ONU hanno approvato, il 7 luglio 2017, il trattato internazionale che per la prima volta mette al bando le armi nucleari. Giuridicamente vincolante, entrerà in vigore quando 50 Stati lo avranno ratificato.

L’articolo 1 è preciso, senza ambiguità: vieta di “sviluppare, testare, produrre, acquisire, possedere ma anche trasferire o ricevere il trasferimento, consentire la dislocazione di armi nucleari e altri dispositivi esplosivi nucleari”. Inoltre, proibisce di “incoraggiare, indurre, assistere o ricevere assistenza per una qualsiasi delle suddette attività”. Anche la “minaccia d’uso” è proibita. Di cruciale importanza l’articolo 4 il cui titolo è “verso la totale eliminazione delle armi nucleari”. La messa al bando è il passo necessario per il totale disarmo nucleare.
Un passo decisamente storico (al di là di ogni retorica) che dà forza concreta al tanto desiderato «mettere fuori legge la guerra». Mai come oggi, l’idea di poter «afferrare l’orizzonte» dell’illegalità delle armi è sentita come qualcosa di accessibile.

Siccome l’art.11 della Costituzione italiana stipula che la nostra Repubblica «ripudia la guerra», ho atteso la fine di agosto prima di redigere questo post, perché volevo vedere, su un mese e mezzo, al di là quindi dell’attualità immediata, come e in che misura i giornali italiani (quotidiani e settimanali) abbiano coperto lo storico avvenimento.

Onestamente non avevo pensato che la situazione potesse essere così brutta. Sulla base di una ricerca rassegna stampa, solo 5 quotidiani (Il Fatto Quotidiano, il Corriere della Sera, La Repubblica, L’Avvenire e il Manifesto) hanno riprodotto e commentato il comunicato stampa dell’ONU. A livello di settimanali, la rassegna indica 3 periodici (Vita, Left e Famiglia Cristiana). Sono infine menzionate alcune agenzie stampa o notizie di associazioni attivamente impegnate nel settore (Senzatomica e Rete Disarmo).
In totale… ben poco. Che fine hanno fatto gli editorialisti e le grandi firme giornalistiche del nostro paese? È mai possibile che l’approvazione da parte della maggioranza dei paesi del mondo di un trattato di messa al bando delle armi nucleari non abbia meritato la loro attenzione? Chissà invece quante pagine avranno riempito sugli scontri verbali tra Trump e il nord coreano Kim Sung junior.

Ci devono essere delle ragioni di fondo. Purtroppo sono «banali» nel senso di ricorrenti, senza sorprese: le élites italiane, in particolare politiche, hanno tradito l’etica costituzionale alla base della nostra «Res publica». Sono diventate così asservite alle logiche guerriere ed egemoniche del dominio economico, sociale e culturale del mondo «libero» capitalista «occidentalizzato», che non possono più liberarsi dal giogo degli Stati Uniti e dei loro alleati NATO, cui l’Italia è legata dalla testa ai piedi.

Non per nulla l’Italia è uno dei soli 5 paesi al mondo che «ospitano» sul proprio territorio armi nucleari USA (gli altri sono il Belgio, i Paesi Bassi, la Germania e… la Turchia. Da qui si spiegano molte ma molte cose).
In quanto membro della NATO, l’Italia ha dovuto non solo opporsi al trattato ma addirittura ha rifiutato di partecipare ai lavori della Commissione speciale creata dall’ONU per lavorare sulla messa al bando delle armi nucleari.

Se vogliamo abolire la guerra, cominciamo noi cittadini italiani (ed europei) a ribellarci (“democrazia” significa “potere del popolo”) e ad imporre il ritiro dell’Italia dalla NATO.


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