Re: [Disarmo] Ancora reticenza e russofobia da Il Manifesto - «Indipendenti da Kiev». L’azzardo di Donetsk infastidisce Mosca



Non è detto che le info che io faccio girare le condivida.
Elio

Il giorno 19 luglio 2017 16:17, jure LT <disarmo at peacelink.it> ha scritto:

Mi potete spiegare (Elio Pagani, Yurii Colombo o Il Manifesto) cos'è "il rampante nazionalismo grande russo"? Grazie.
E potreste definirmi meglio l'"insurrezione filorussa in opposizione al movimento reazionario filo-UE"? Grazie ancora.

Sembrate dimenticare o non conoscere l'essenza dell'EuroMaidan e del colpo di stato a Kiev del febbraio 2014.
A me pare che il Donbass si sia opposto a questo: Ecco la moglie del presidente golpista Viktor Juschenko, poi sostituito da Poroshenko, in atteggiamento inconfutabile:
http://www.cnj.it/documentazione/ucraina/katerina.jpg
ucraina/katerina.jpg

Per approfondire sulla "insurrezione filorussa" in Donbass seguita al colpo di stato a Kiev supportato dalla UE (e dall'Italia, in prima fila il PD di Renzi-Pittella) su ordine NATO, consiglio di informarsi e informare meglio Il Manifesto:

Dossier Ucraina / Novorossija:
http://www.cnj.it/documentazione/ucraina.htm

Jure Ellero

------------ 

Il 19/07/2017 06:27, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:

«Indipendenti da Kiev». L’azzardo di Donetsk infastidisce Mosca

Ucraina. Il nuovo stato si chiamerà «Piccola Russia». L’altra repubblica, quella di Lugansk, ha preferito smarcarsi dall’iniziativa. Poroshenko: «La sovranità territoriale dell’Ucraina verrà ripristinata»


Yurii ColomboIl ManifestoMOSCA

Con una mossa clamorosa, ieri il leader dell’autoproclamata Repubblica Popolare dei Donetsk (Rpd) Alexander Zacharcenko ha dichiarato l’intenzione di rompere definitivamente con Kiev, annunciando la volontà di creare un nuovo stato denominato «Piccola Russia» (Malo Rossiya).

LE REPUBBLICHE POPOLARI di Donetsk e Lugansk erano state proclamate nel 2014 in seguito a una insurrezione filorussa in opposizione al movimento reazionario e filo-Ue della Maidan, cui seguì una disastrosa guerra civile che non si è mai conclusa. «Al fine di fermare la guerra civile, abbiamo discusso la situazione e siamo giunti alla conclusione che l’Ucraina è uno stato ormai fallito. Il regime di Kiev non è in grado di fermare la guerra civile» ha dichiarato Zacharcenko.

La decisione ha un chiaro intento propagandistico perché non si presenta come una dichiarazione d’indipendenza ma come una sorta di appello a un «nuovo Stato federale ucraino«, a cui tutte le regioni del paese sarebbero invitate ad aderire. Il «nuovo stato sarà il successore della ex-Ucraina… si denominerà Piccola Russia in quanto il nome “Ucraina” è ormai discreditato» ha affermato il vice-premier di DonetskAlexander Timofeev. Secondo i dirigenti della Rpd la decisione dovrà comunque essere ratificata da referendum popolare. Tuttavia l’ipotesi che alcune delle regioni ucraine possa seguire una strada a dir poco avventurosa, è escluso.

L’ALTRA REPUBBLICA popolare, quella di Lugansk, ha preferito smarcarsi dall’iniziativa. «Non eravamo nemmeno a conoscenza della decisione» ha sostento il leader della Repubblica di Lugansk. Nelle ore successive, da Lugansk sono stati aperti piccoli spiragli nei confronti dell’iniziativa di Donetsk ma solo«“a patto che fallisca definitivamente il progetto di autonomia degli Accordi di Minsk».
La proclamazione del nuovo Stato sembra però che abbia proprio tra i suoi obbiettivi quello di sparigliare le carte della diplomazia e far saltare per sempre quell’accordo tanto faticosamente raggiunto, ma poi mai attuato.

LE REAZIONI non si sono certo fatte attendere. Il presidente ucraino Petr Poroshenko in visita a Tblisi ha iniziato a battere i tamburi di guerra: «Il popolo ucraino ha sepolto la Novaya Rossiya e seppellirà la Piccola Russia… La sovranità territoriale dell’Ucraina verrà ripristinata. Indubitabilmente!». Secondo Kiev,dietro la scelta di Zacharcenko ci sarebbe, ovviamente, Putin. Il Ministro degli Esteri ucraino ha twittato che «il Cremlino sta cercando di riprodurre lo scenario abkhazo nel Donbass. Noi con i nostri partner europei non lo permetteremo» facendo riferimento al territorio da molti anni conteso tra Russia e Georgia e che fece sprofondare nel 2008 nella guerra i due paesi ex-sovietici. I partner europei invocati da Kiev sono immediatamente intervenuti i nella grave crisi apertasi.

IL GOVERNO TEDESCO ha dichiarato di considerare la creazione del nuovo Stato «qualcosa di inaccettabile» e ha aggiunto di aspettarsi «che la Russia condanni immediatamente questa iniziativa e affermi chiaramente di non rispettarla e di non riconoscerla…».
Sulla stessa linea d’onda il governo francese che ha stilato un comunicato pubblicato nel primo pomeriggio di ieri. «Invitiamo la Russia a condannare l’azione che viola gli accordi di Minsk. La Russia deve aumentare i suoi sforzi per porre fine al conflitto», ha sottolineato Parigi.

Già, la Russia. Putin, pur aiutando con mezzi e consiglieri militari le repubbliche ribelli, non ha mai nascosto che il conflitto del Donbass fosse una patata bollente in cui il suo paese aveva ben poco da guadagnare. Il Cremlino sia per considerazioni di merito (il Donbass è parte integrante dell’Ucraina) sia per questioni diplomatiche, ha sempre affermato che «un’altra soluzione stile Crimea» era impensabile.

ORA QUESTA REPENTINA decisione di Zacharcenko assomiglia molto a una pugnalate alle spalle che spariglia l’incessante attività diplomatica del Cremlino che era riuscito persino a coinvolgere l’amministrazione Trump.
E che potrebbe portare l’intera regione sull’orlo di una guerra.

IERI A MOSCA la tensione e l’imbarazzo si tagliavano con il coltello. Fino a tardo pomeriggio i telegiornali non avevano neppure dato la notizia della proclamazione della «Piccola Russia», anche se deputati di diversi partiti alla Duma salutavano il fait accompli «come positivo e inevitabile», cavalcando il rampante nazionalismo grande russo.
Infine in serata è giunto un laconico comunicato del portavoce di Putin, Dmitry Peskov. «Non commento questa notizia. Essa è oggetto di riflessione e analisi. Da parte russa continueremo ad impegnarci per realizzare gli Accordi di Minsk» ha concluso.






Lista Disarmo
Per iscriversi o cancellarsi dalla lista:
http://www.peacelink.it/mailing_admin.html



--
Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne. 
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque essa si verifichi.