[Disarmo] Fwd: la posizione di Vignarca e quella dei disarmisti esigenti



Giro.
Elio
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: "Alfonso Navarra" <alfiononuke at gmail.com>
Data: 14 lug 2017 16:02
Oggetto: la posizione di Vignarca e quella dei disarmisti esigenti
A: <disarmisti-esigenti at googlegroups.com>
Cc:

Scrive e commenta Rossana sulla Lista Disarmo di PeaceLink

"Paradossalmente proprio l’esistenza di questo doppio binario 
(ingigantita da una poco plausibile accusa di voler «distruggere l’Npt») 
è la motivazione principale data dal Governo italiano per giustificare 
l’assenza totale al percorso di elaborazione del Trattato".

Dunque la posizione di Vignarca (RID ndr) è profondamente diversa da quella dei 
disarmisti.


Mio commento (Alfonso Navarra)

Si e' diversa perche' siamo, semplificando,  per la "linea latinoamericana (in particolare cubana)": nel TNP ci si sta per svuotarlo. Questo Trattato proibizionista del 7 luglio va proposto come il quadro giuridico generale che deve assorbire il quadro giuridico particolare costituito dal TNP.
Ci si riferisce essenzialmente all'art. 6 da fare rispettare: le trattative per arrivare al disarmo totale. 
Tutto il resto può e deve essere buttato via, in particolare la cooperazione per sviluppare il nucleare civile (la carota che gli Stati nucleari hanno offerto per legittimare il loro oligopolio atomico).
Il discorso non e' del tutto chiaro nemmeno dentro varie componenti di ICAN.
Bisogna andare oltre la cultura del diritto umanitario ("l'arma atomica va proibita perché il suo uso non riesce a rispettarlo").
Va capito che l'aspetto principale e' che stiamo correndo, l'intera Umanità, con la deterrenza (vedi caso Petrov e tanti altri simili) un rischio mortale inaccettabile.
Per questo dobbiamo negare la possibilità del recesso dal Trattato: non esiste una autodifesa del singolo Stato che può essere esercitata mettendo a rischio l'Umanità. Non si recede da una constatazione di fatto (che Carlo Cassola ha cosi espresso): arma atomica = fine del mondo.
Dobbiamo farci forti degli sviluppi del diritto internazionale ambientale per affermare questo principio di un diritto dell'umanità alla sopravvivenza che precede ogni diritto del singolo Stato.