[Disarmo] Le Scienze di luglio dedicate a SETTANT'ANNI CON L'ATOMICA



Le Scienze - edizione italiana di Scientific American - in edicola (luglio 2015) dedicato a "SETTANT'ANNI CON L'ATOMICA"
www.lescienze.it


Sottotitolo della copertina: "16 luglio 1945: nel deserto del New Mexico esplode il primo ordigno nucleare. Dando il via a una corsa agli armamenti che non si è mai fermata".

 

A pag. 7 editoriale del direttore Marco Cattaneo. Titolo: "La bomba, e non solo".
Sottotitolo: "Arsenali atomici e clima mettono a rischio l'umanità".
A pag 36 l'articolo di Flavio Parozzi e Franco Polidoro: "Settant'anni con l'atomica".
Sottotitolo: "Nel 1945 esplodeva il primo ordigno atomico. Da allora il mondo deve affrontare i rischi di una proliferazione nucleare militare che può sfruttare la diffusione a scopo civile delle tecnologie legate all'atomo".
L'articolo "in breve":
"Il numero di reattori nucleari impiegati per la generazione elettrica si aggira sulle 440 unità, e sono in costruzione altre 68 unità di grande potenza. 
Anche se il boom della fonte nucleare ipotizzato qualche decennio fa è stato disatteso, diffusione e crescita delle tecnologie legate all'atomo sono in continuo fermento a livello mondiale. E' innegabile che per motivi legati alla sicurezza degli impianti e per gli aspetti militari e i rischi di terrorismo, questo settore richiede molta prudenza e attenzione.
Il rischio di proliferazione associato alla disponibilità di materiale fissile può essere contrastato grazie alle azioni di monitoraggio dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica e anche con la realizzazione di nuovi tipi di combustibile".
Si parla in particolare dei combustibili denominati Th-MOX. "Oltre a non produrre nuovo plutonio-239 (utilizzabile per fini militari - ndr), questi combustibili avrebbero la caratteristica di bruciare più efficacemente quello esistente e di offrire un minore rischio per la proliferazione
".
Dati su uranio e plutonio in una scheda a pag. 40.
"Il quantitativo di uranio altamente arricchito stoccato in diversi paesi del mondo è di circa 1.340 tonnellate... La Russia ha a disposizione il quantitativo maggiore, con circa 666 tonnellate; seguono gli Stati Uniti con 589 tonnellate... Il quantitativo di plutonio stimato è di circa 460 tonnellate, di cui la metà di tipo weapon grade... Il materiale fissile stoccato nel mondo potrebbe essere impiegato per realizzare circa 100.000 nuove testate nucleari".
A pag. 44 articolo di Giovanni Spataro. Titolo: "Tre minuti a mezzanotte".
Sottotitolo: "Le lancette di un orologio immaginario gestito da scienziati indicano che l'umanità non è molto lontana da una catastrofe senza appello".

 

Come dai reattori per produrre elettricità si passa alle bombe atomiche.


Dal paragrafo “I materiali per la bomba” dall’articolo citato : "Settant'anni con l'atomica" di Parozzi e Polidoro (Le Scienze, luglio 2015):

I materiali che possono essere impiegati per la realizzazione di ordigni nucleari sono uranio e plutonio, in particolare i loro isotopi uranio-235 e plutonio-239, detti anche fissili e quindi in grado di sostenere una reazione a catena.  (…)

Mentre l’isotopo fissili uranio 235 si trova nell’uranio naturale con una concentrazione di appena lo 0,7 per cento, il plutonio-239 è prodotto nei reattori nucleari partendo dall’isotopo 238 dell’uranio che, catturando un neutrone, dopo successive reazioni, si trasforma appunto in plutonio -239. In generale, più tempo l’isotopo uranio-238 rimane nel reattore, maggiore è il quantitativo di plutonio -239 prodotto. (…)

Un rischio di proliferazione da non trascurare è rappresentato da particolari tipologie di reattori di uso civile, la cui architettura permette un ricambio del combustibile a reattore in funzione, e dunque permette di generare plutonio weapon-grade, come nel caso degli impianti di tipo canadese CANDU o di quelli sovietici RMBK. Questi ultimi erano dedicati anche alla produzione di plutonio militare al tempo dell’Unione Sovietica. (…)

Ovviamente anche l’uranio – 235 trova applicazioni in ambito militare. Tuttavia, per realizzare un ordigno nucleare la concentrazione di questo isotopo nell’uranio totale deve raggiungere circa il 90%: in questo caso si parla di uranio weapon-grade.

(Nel ciclo chiuso del combustibile esso è riprocessato): questa strada è seguita in molti paesi, per esempio Francia e Giappone. (…) Il plutonio recuperato nel riprocessamento non è particolarmente attraente per il campo militare, ma il suo impiego nella realizzazione di un ordigno nucleare non può essere escluso  a priori (…)

I principali rischi di proliferazione collegati con il ciclo aperto sono invece limitati al processo di arricchimento dell’uranio. (…) E’ evidente che un qualsiasi paese dotato della capacità di arricchire uranio a fini pacifici può essere tentato di sfuggire ai controlli internazionali per procedere all’arricchimento spinto dell’uranio a scopi militari. (…)”

 

Per approfondire: “Nucleare civile e militare i fratelli inseparabili”, di Alfonso Navarra

http://www.slideshare.net/EnergiaFelice/nucleare-militare-e-civile-i-fratelli-inseparabili