[Disarmo] Statue distrutte da Isis erano false...




E gli originali, spesso, in vendita su Ebay...

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Fonte: CORSERA

http://www.corriere.it/esteri/15_marzo_14/direttore-museo-bagdad-statue-distrutte-isis-erano-falsi-888b1ff0-ca3f-11e4-8e70-9bb6c82f06ec.shtml


Statue distrutte da Isis erano false


Dopo le indiscrezioni circolate, arriva la conferma che i reperti archeologici erano delle copie.

Aumentano le inserzioni online per la vendita di opere trafugate dai jihadisti

di Redazione Online

Un fotogramma del video diffuso da Isis che mostrava la devastazione nel Museo Ninawa a Mosul Un fotogramma del video diffuso da Isis che mostrava la devastazione nel Museo Ninawa a Mosul shadow


Le statue distrutte dai jihadisti dello Stato Islamico nel Museo Ninawa a Mosul erano dei falsi. Dopo le indiscrezioni circolate, lo conferma il direttore del Museo nazionale iracheno di Bagdad, Qais Hussein Rashid, facendo tirare un sospiro di sollievo a quanti avevano sofferto per la perdita di reperti di inestimabile valore risalenti al settimo secolo prima di Cristo. «Erano delle copie. Gli originali sono tutti qui» nel museo di Baghdad, ha spiegato alla Deutsche Welle. Il 26 febbraio l’Is aveva diffuso via Twitter un video di cinque minuti che mostrava i jihadisti impegnati a distruggere a colpi di ascia e piccone i manufatti conservati nel museo di Mosul e risalenti all’impero assiro. Sculture di tremila anni fa spinte a terra o prese a picconate fino alla loro completa distruzione. L’operazione è stata definita da Isis come «la più grande demolizione degli idoli nell’epoca moderna», stimando il valore delle statute distrutte in «cinquecento milioni di dollari». I miliziani hanno giustificato la loro azione affermando di dover «distruggere gli idoli in quanto rappresentazioni diverse da Dio». shadow carousel Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul Iraq: miliziani di Isis distruggono statue e reperti archeologici a Mosul PrevNext In gesso Anche Fawzye al-Mahdi, responsabile del dipartimento delle antichità dell’Autorità per il patrimonio culturale dell’Iraq, ha confermato che i manufatti distrutti dall’Is e ripresi nel video sono copie moderne realizzate in gesso. «Nessuno dei manufatti distrutti ripresi nel video erano originali», ha detto sempre a Deutsche Welle. Tuttavia Atheel Nuafi, governatore di Mosul in esilio, ha detto che se è vero che sono copie quelle riprese nel video della distruzione è anche vero che ce ne sono altre originarie distrutte dall’Is. «C’erano due manufatti originari e che sono stati distrutti dai militanti», ha detto Nuafi alla televisione di Stato irachena. Si tratta di «un toro alato e del Dio di Rozhan», ha detto. Il governatore di Mosul teme anche che Isis abbia rubato almeno sette opere d’arte prima di distruggere il museo. Mosul è in mano all’Is da giugno dello scorso anno. Annunci su ebay Nel frattempo viene confermato dal Times che nelle ultime settimane sarebbero aumentate a dismisura le vendite sui siti internet di aste online di importanti pezzi archeologici presi dai militanti dell’Isis, ritenuti scomparsi dalla Siria e dall’Iraq ed invece riapparsi su Ebay, dove collezionisti di tutto il mondo se li contendono. La vendita dei reperti archeologici razziati nei luoghi occupati dai miliziani potrebbe fruttare decine di milioni di euro all’Isis, che distrugge le grandi opere d’arte per ragioni di propaganda, ma non disdegna di rubare quelle più piccole per venderle, come fa con il petrolio, per finanziare il terrorismo e comprare armi per la sua guerra. I furti maggiori di reperti archeologici di ogni tipo si registrano in Iraq, dove tutti i siti di interesse, soprattutto quelli con scavi in corso, sono stati sistematicamente razziati, e in Siria cinque siti su sei dell’Unesco sono stati seriamente danneggiati dalla ricerca di reperti da vendere su internet. E sempre secondo l’Unesco, i furti di reperti avverrebbero addirittura su commissione. Uno è quello di un mosaico romano ad Apamea, nella Siria occidentale: è stato staccato con i bulldozer e poi probabilmente fatto arrivare nei ricchi Paesi del Golfo Persico, dove gli sceicchi sembrano particolarmente interessati ad appropriarsi di antichità d’arte. Fatto sta che, secondo gli esperti interpellati dal quotidiano londinese, i prezzi delle monete antiche provenienti dagli scavi di Iraq e Siria sarebbero notevolmente diminuiti nelle ultime settimane: segno che la loro disponibilità sul mercato è molto aumentata con l’arrivo dei reperti messi in vendita dall’Isis.] Statue distrutte da Isis erano false» Dopo le indiscrezioni circolate, arriva la conferma che i reperti archeologici erano delle copie. Aumentano le inserzioni online per la vendita di opere trafugate dai jihadisti
di Redazione Online
Un fotogramma del video diffuso da Isis che mostrava la devastazione nel Museo Ninawa a Mosul Un fotogramma del video diffuso da Isis che mostrava la devastazione nel Museo Ninawa a Mosul
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Le statue distrutte dai jihadisti dello Stato Islamico nel Museo Ninawa a Mosul erano dei falsi. Dopo le indiscrezioni circolate, lo conferma il direttore del Museo nazionale iracheno di Bagdad, Qais Hussein Rashid, facendo tirare un sospiro di sollievo a quanti avevano sofferto per la perdita di reperti di inestimabile valore risalenti al settimo secolo prima di Cristo. «Erano delle copie. Gli originali sono tutti qui» nel museo di Baghdad, ha spiegato alla Deutsche Welle. Il 26 febbraio l’Is aveva diffuso via Twitter un video di cinque minuti che mostrava i jihadisti impegnati a distruggere a colpi di ascia e piccone i manufatti conservati nel museo di Mosul e risalenti all’impero assiro. Sculture di tremila anni fa spinte a terra o prese a picconate fino alla loro completa distruzione. L’operazione è stata definita da Isis come «la più grande demolizione degli idoli nell’epoca moderna», stimando il valore delle statute distrutte in «cinquecento milioni di dollari». I miliziani hanno giustificato la loro azione affermando di dover «distruggere gli idoli in quanto rappresentazioni diverse da Dio».

In gesso

Anche Fawzye al-Mahdi, responsabile del dipartimento delle antichità dell’Autorità per il patrimonio culturale dell’Iraq, ha confermato che i manufatti distrutti dall’Is e ripresi nel video sono copie moderne realizzate in gesso. «Nessuno dei manufatti distrutti ripresi nel video erano originali», ha detto sempre a Deutsche Welle. Tuttavia Atheel Nuafi, governatore di Mosul in esilio, ha detto che se è vero che sono copie quelle riprese nel video della distruzione è anche vero che ce ne sono altre originarie distrutte dall’Is. «C’erano due manufatti originari e che sono stati distrutti dai militanti», ha detto Nuafi alla televisione di Stato irachena. Si tratta di «un toro alato e del Dio di Rozhan», ha detto. Il governatore di Mosul teme anche che Isis abbia rubato almeno sette opere d’arte prima di distruggere il museo. Mosul è in mano all’Is da giugno dello scorso anno.

Annunci su ebay

Nel frattempo viene confermato dal Times che nelle ultime settimane sarebbero aumentate a dismisura le vendite sui siti internet di aste online di importanti pezzi archeologici presi dai militanti dell’Isis, ritenuti scomparsi dalla Siria e dall’Iraq ed invece riapparsi su Ebay, dove collezionisti di tutto il mondo se li contendono. La vendita dei reperti archeologici razziati nei luoghi occupati dai miliziani potrebbe fruttare decine di milioni di euro all’Isis, che distrugge le grandi opere d’arte per ragioni di propaganda, ma non disdegna di rubare quelle più piccole per venderle, come fa con il petrolio, per finanziare il terrorismo e comprare armi per la sua guerra. I furti maggiori di reperti archeologici di ogni tipo si registrano in Iraq, dove tutti i siti di interesse, soprattutto quelli con scavi in corso, sono stati sistematicamente razziati, e in Siria cinque siti su sei dell’Unesco sono stati seriamente danneggiati dalla ricerca di reperti da vendere su internet. E sempre secondo l’Unesco, i furti di reperti avverrebbero addirittura su commissione. Uno è quello di un mosaico romano ad Apamea, nella Siria occidentale: è stato staccato con i bulldozer e poi probabilmente fatto arrivare nei ricchi Paesi del Golfo Persico, dove gli sceicchi sembrano particolarmente interessati ad appropriarsi di antichità d’arte. Fatto sta che, secondo gli esperti interpellati dal quotidiano londinese, i prezzi delle monete antiche provenienti dagli scavi di Iraq e Siria sarebbero notevolmente diminuiti nelle ultime settimane: segno che la loro disponibilità sul mercato è molto aumentata con l’arrivo dei reperti messi in vendita dall’Isis.


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