[Disarmo] Sipri: nel mondo si vendono sempre meno armi, ma non in Russia



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Roma, 15 dic. (askanews) - La vendita di armi e di equipaggiamento militare da parte delle 100 maggiori fabbriche del mondo scende ancora per il terzo anno consecutivo, ma non in Russia.

I nuovi dati sulla produzione bellica raccolti quest'anno dal Sipri (Stockholm International Peace Research Institute), registrano un declino del 2% in termini reali, per un volume d'affari complessivo di 402 miliardi di dollari nel 2013. La decrescita ha rallentato leggermente rispetto all'anno precedente (quando era del -3,9%) a causa dell'incremento della vendita di armi da parte delle aziende russe, pari al 20%.

In Occidente - che rappresenta comunque i due-terzi della produzione bellica totale - il segno è negativo, a cominciare dal Nordamerica con Stati Uniti e Canada; in Europa, precisa il Sipri, la vendita della armi è aumentata solo per le aziende francesi, quelle britanniche sono rimaste stabili, quelle spagnole e, soprattutto, italiane (-17%) hanno diminuito il giro di affari. Il Sipri non riporta i dati della Cina a causa della carenza di dati affidabili.

Nella classifica dei primi 100 produttori di armi vi sono 10 aziende russe, ma dei primi 5 posti, 4 sono americani e uno britannico. L'italiana Finmeccanica è all'ottavo posto.

La russa Tactical Missiles Corporation ha aumentato le vendite del 118% per un volume d'affari di 2,2 miliardi di dollari; ugualmente la Almaz-Antey, azienda creata con un decreto del Cremlino, ha segnato un +34%, raggiungendo la 12esima posizione fra i maggiori produttori.


Il Sipri (Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma) ha rivelato che le vendite di armamenti nel mondo, pari a 420 miliardi di dollari, sono calate del 2%. Queste cifre sono contenute nell’ultimo studio sulle prime 100 aziende militari globali -ad esclusione di quelle cinesi- condotto dall’organizzazione svedese.

Si tratta del terzo anno consecutivo in perdita per il settore, anche se le cose sono andate meglio che nel 2012 (-3,9%). Ciò è dovuto alla forte crescita delle imprese russe, che nel 2013 hanno registrato un giro d’affari di 31 miliardi, il 20% in più rispetto all’anno precedente.

Finmeccanica ha perso 1,97 miliardi di dollari in vendite di equipaggiamenti militari nel 2013, passando dall’ottavo al nono posto a livello mondiale per questo settore. Il Gruppo aerospaziale italiano ha realizzato un giro d’affari pari a 10,56 miliardi contro i 12,53 del 2012.

Ma sono le aziende statunitensi ed europee a dominare il mercato con l’84,2% delle vendite realizzate a livello globale. Al primo posto troviamo l’americana Lockheed Martin con 35,49 miliardi di dollari, seguita da Boeing (30,7 miliardi) e dalla britannica Bae Systems con 26,8 miliardi. Airbus è al settimo posto con un giro d’affari di 15,74 miliardi.

Nel complesso, le aziende europee (-2%) hanno comunque perso meno di quelle americane (-4,5%).