[Disarmo] Libro Bianco della Pinotti (Difesa) - commento dopo la lettura delle Linee Guida



Testo ufficiale del Libro Bianco (Linee Guida) 
Concetti da approfondire e criticare - da parte di AN

1- La sicurezza perseguita dipende dalla stabilità e non dal cambiamento positivo.
Guardare alla tesi 15: la sicurezza dipende dall’esistenza di un sistema internazionale che tuteli il rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali delle persone e dallo sviluppo economico globale.
Ma tale sistema non c'è, soprattutto se si deve mettere lo sviluppo economico al servizio dei diritti delle persone, è tutto da costruire!!!
2- Bisogna giocare un ruolo non solo guardando al proprio interesse nazionale ma guardando al bene comune dell'umanità.
3- L'Europa atlantica da mezzo diviene fine, nella misura in cui viene fatta coincidere in massima parte con la garanzia di sicurezza.
L'ONU è sottostimata, vale solo come una cornice utile nella misura in cui legittima l'azione della sinergia Europa-NATO.
4- Quando si parla di difesa si cita solo lo strumento militare (le Forze Armate) e i suoi compiti, si glissa sulla difesa civile come modalità equipollente di adempimento ormai riconosciuta istituzionalmente.
Lo Strumento militare va comunque preservato nella sua essenza bellica,  non viene messo al servizio della "sicurezza umana", come ad es. propone il generale Fabio Mini (si veda il suo "La guerra spiegata a...) e meno che mai si lavora per il suo superamento attraverso il transarmo.
5 - Il modello operativo cui si pensa non è strettamente difensivo, ma contempla la capacità di combattere vere e proprie guerre fuori dei confini nazionali (ed europei).
6- Non si tocca il modello professionale, mentre si dovrebbe tornare alla difesa come responsabilità e dovere di tutti i cittadini.
7 - Il settore dell'industria bellica va potenziato e riqualificato tecnologicamente, si considera una maggiore integrazione europea, non si pensa alla sua conversione, nemmeno parziale.
8- La spesa militare va ridotta, perché la crisi non può essere ignorata, ma essenzialmente nel personale.

L'idea della sicurezza, a conti fatti, è di vecchissimo stampo anche dal punto di vista della cultura militare, totalmente conformata sulla paura dell'altro da sé: bisogna solo prevenire i rischi e fronteggiare le minacce.
Non si lavora sulle opportunità, sulla ricerca attiva di obiettivi che mettano insieme, costruiscano cooperazione e fiducia reciproca, nella ricerca del bene comune dell'umanità.

Allo stesso modo si fa leva sugli interessi egoistici, divisi tra vitali, strategici e contingenti; non sull'impulso vitale, tipico dell'essere umano, a seguire libertà, giustizia e verità, nella ricerca di una convivenza il più possibile armonica.

E' una filosofia che tradisce, relegandola all'eccezionalità, la reazione alla tragedia delle grandi guerre, che ha portato all'elaborazione delle grandi costituzioni, che incarnano - vedi Carta dell'ONU che non a caso ha visto il contributo di uomini come Stéphane Hessel - il sogno di una umanità liberata dal flagello della guerra...

Il generale Mini parla nel suo libro di "sicurezza umana", che è un concetto ufficiale dell'ONU e lo propone come unico fine per il quale valga la pena "credere" nell'uso dello strumento militare.
Ecco quanto si legge proprio nella pagina conclusiva de "La guerra spiegata a..."
"Dalla semplice sicurezza fisica, dalle relazioni amico-nemico, azione-reazione, minaccia-risposta, violenza-violenza e inganno-inganno, si sta passando a una concezione della sicurezza che comprende la salvaguardia dei diritti di ogni uomo e la difesa non soltanto dall'avversario ma anche dagli abusi dei propri governi e padroni. Se questo significa che l'etica tornerà a comprendere il rispetto degli altri, senza posizioni e ideologie preconcette, che tra i valori verrà inserita la solidarietà (intesa come interdipendenza tra gli uomini e tra uomini e ambiente), e che gli strumenti militari, piuttosto che orientarsi esclusivamente verso la coercizione, la deterrenza e la punizione, s'impegneranno nella prevenzione dei conflitti, nella persuasione degli intelligenti, nella dissuasione dei dissennati, nella rassicurazione dei deboli  e nella cooperazione con ogni altro uomo, allora la mente umana e non quella artificiale, costruirà la propria sicurezza"...
L'accenno alla mente umana nasce dall'analisi che la guerra - è il pensiero di Mini - nel suo sviluppo tecnologico e sociale, si sta "macchinizzando", "automatizzando", "disumanizzando" nel senso letterale dell'espressione...
Chi ha presente le dinamiche della situazione atomica e di come la guerra nucleare possa scoppiare persino per caso o per errorre comprende bene di cosa si sta parlando...

Altro concetto che trova posto nei documenti ONU è quello di "sicurezza comune".
Siamo ben lontani dall'ottica della "sicurezza nazionale" che troviamo nel glossario degli esperti convocati dal Ministro Pinotti. "Condizione oggettiva della Nazione al fine di garantirsi contro eventuali pericoli". Essa richide attività, anche militari, con il fine di "garantire la realizzazione di un ambiente idoneo a perseguire gli Interessi Nazionali".

Nello stesso glossario la "difesa nazionale" è definita come "complesso di attività dirette a respingere altrui offesa o annullare i dannosi effetti di condizioni/situazioni
svantaggiose o pericolose, mediante l’uso o la minaccia di uso della forza organizzata, sviluppatesi a seguito della compromissione delle condizioni di Sicurezza Nazionale".

La forza organizzata di cui si parla, lo si è già osservato, è solo quella armata. Non è quindi contemplato il ricorso civile e disarmato alla forza dell'unità popolare, che pure è stato riconosciuto dalla Corte costituzionale una attuazione legittima dell'art. 52 della Costituzione. Non c'è quindi spiraglio alla possibilità di sperimentare una alternativa di difesa (non riducibile però al "ghetto" dell'istituzionalizzazione dei Corpi civili di Pace), cui accenno nei punti 4, 5 e 6 di questi schematici appunti...