[Disarmo] R: No F-35



Signor Michele Nicoletti,

grazie per la risposta  ma non dimentichi che gli f35 sono strumenti di guerra offensivi e non difensivi.

Pertanto, in linea con i dettami costituzionali ,  “  la frase   . . . il nostro sistema di difesa deve garantire la protezione del territorio e dei cittadini . . . “  non trova assolutamente giustificazione a riguardo.

Credo vivamente che anche lei convenga su questo argomento.

Cordialmente

Sebastiano Cosenza

 

Da: On. Michele Nicoletti [mailto:nicoletti_m at camera.it]
Inviato: mercoledì 24 settembre 2014 15:24
A: On. Michele Nicoletti
Oggetto: Re: No F-35

 

A quanti mi hanno scritto a proposito degli F-35

Grazie per le Vostre sollecitazioni.

È dall’inizio della legislatura che il tema dell’acquisto degli aerei F-35 è vivamente discusso all’interno del gruppo parlamentare del PD di cui faccio parte.

Dopo un lunga riflessione e dopo molte audizioni nei mesi scorsi fatte in Commissione Esteri e Difesa, abbiamo tutti ritenuto che la valutazione sulle spese militari, tra cui il finanziamento del suddetto programma, vada fatta alla luce di un’analisi complessiva, che tenga conto, da un lato, della situazione economica e sociale del Paese e, dall’altro lato, delle responsabilità sovranazionali e degli equilibri strategici e geopolitici globali.

Al di là della vicenda degli F35, ci sembra infatti che sia impossibile ignorare il quadro delle relazioni internazionali attuali, che risulta caratterizzato dal moltiplicarsi di nuove e crescenti situazioni di accesa criticità e complessità sia sul fronte orientale che su quello meridionale. Di fronte a questi scenari di crisi – forse i più drammatici che l’Europa sta vivendo da molti anni a questa parte - il nostro sistema di difesa deve garantire la protezione del territorio e dei cittadini in un quadro di cooperazione internazionale (Europa, Nato, ONU) che si faccia carico delle tante tragedie in atto, in primo luogo dei milioni di persone in fuga dalla guerra e richiedenti asilo.

In questo quadro, è chiaro che lo strumento militare è solo uno degli strumenti e nemmeno il più importante. Servono politiche di cooperazione, di sostegno allo sviluppo economico e sociale, di assistenza, serve capacità di iniziativa diplomatica e poi, certamente, anche di contrasto nei confronti della prepotenza e delle aggressioni violente del terrorismo.

Nel caso degli strumenti di difesa, pur necessari, il nostro quadro dev’essere un quadro integrato di livello europeo. Il sogno di un sistema di difesa europeo, coltivato dai grandi statisti usciti dalla Seconda Guerra mondiale come De Gasperi e Churchill, va oggi fortemente coltivato e realizzato dentro un quadro di piena collaborazione con i nostri altri alleati. Solo così faremo un passo avanti verso l’Europa politica che vogliamo. E risparmieremo anche moltissime risorse.

Per questo, abbiamo chiesto e ottenuto che il Governo fermasse il programma F-35, salvi gli impegni assunti, in vista di una complessiva revisione del nostro apparato di difesa. Così è avvenuto: il Governo ha limitato ai primi sei velivoli gli ordini di acquisto e il conseguente assemblaggio degli esemplari destinati alle Forze armate italiane, così come indicato dalla mozione della Camera dei Deputati n. 1-00125 del 26 giugno 2013. Ed è stata approvata la nostra idea di rimandare ogni decisione concreta alla stesura di un Libro Bianco della Difesa che definisca un quadro trasparente e sostenibile del processo di ammodernamento delle nostre Forze Armate.

Ora la questione è stata nuovamente sollevata da altre forze politiche in un dibattito d’aula che non ha per oggetto decisioni concrete ma solo generiche mozioni rivolte al Governo.

La posizione del gruppo del PD rimane la stessa: riesaminare l’intero programma F-35 per chiarirne criticità e costi all’interno di un quadro complessivo e di una chiara prospettiva europea. L’obiettivo concreto finale è quello di dimezzare il budget finanziario originariamente previsto per l’ammodernamento della nostra aviazione. Io sosterrò e voterò la mozione 1/00586 a prima firma Gian Piero Scanu (http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=23597&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27MOZIONE%27), che sollecita il Governo ad impegnarsi:

«a riesaminare l'intero programma F-35 per chiarirne criticità e costi, con l'obiettivo finale di dimezzare il budget finanziario originariamente previsto, così come indicato nel documento approvato dalla Commissione parlamentare difesa della Camera dei deputati a conclusione dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, in vista del Consiglio europeo del dicembre 2013, tenendo conto dei ritorni economici e di carattere industriale da esso derivanti; a ricercare, entro questi limiti, ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali del programma F-35, al fine di massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici, valorizzando gli investimenti già effettuati nella Faco e la sua potenzialità quale polo produttivo e logistico internazionale; a mantenere costante il controllo sulla piena rispondenza dei velivoli ai requisiti di efficienza e di sicurezza e ai criteri operativi delle Forze armate».

 

Michele Nicoletti

 


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