[Disarmo] Ucraina - i ragionamenti complessi della diplomazia di base



Sulla crisi ucraina c'è un modo semplice di affrontare il problema: dobbiamo denunciare le manovre del "cattivo" imperialismo (USA) che vuole diventare padrone del mondo.

A Kiev gli agenti dell'imperialismo hanno effettuato un colpo di Stato mobilitando forze reazionarie e fasciste.

La Russia sta semplicemente esercitando il suo diritto all'autodifesa.

La Crimea è storicamente parte della nazione russa: non c'è invasione quando ci si riappropria di sè stessi.

In ogni caso Putin sta rendendo pan per focaccia agli americani: forse che in Kossovo essi non hanno violato il diritto internazionale?

Basta con le ipocrisie!

Qui è chiaro che ognuno agisce secondo i propri interessi, ed è bene che chi ha la forza di non farsi "mettere sotto" la eserciti!

 

Ecco una tipica espressione di questo genere di ragionamenti: "Il punto non è stare qui a risolvere i problemi uscraini ma focalizzare l'attenzione al dietro le quinte che ha precise responsabilità. La Russia si difende ma per gli USA sovvertire è ormai una strategia di lunga data... l'attacco a Damasco è imminente ed il convolgimento americano è ignobile e arrogante... Allora non si tratta di identificare il cattivo con la Russia ed il buono con la UE. Ma dire la realtà qual'è. Gli USA vogliono fare i padroni del mondo e la UE fa il suo servo sciocco"...

Altro modo semplice: ecco di nuovo la Russia totalitaria in azione con le sue brutali invasioni di nazioni libere. Lo "Zar Putin" si sta sempre più rivelando il degno erede dell'imperialismo sovietico e ripete i crimini della Georgia del 2008.

Non dobbiamo permettere che ricatti l'Europa e l'Occidente con le forniture di gas.

Gli ucraini sono memori delle stragi provocate dal comunismo (6 milioni di morti per fame grazie alla collettivizzazione forzata di Stalin) e cercano giustamente la salvezza nell'Europa e nella NATO campioni di democrazia e di libertà chiudendo le porte ad un orribile passato che non vogliono più vedere tornare.

Penso che i ragionamenti di chi vuole un mondo liberato dalle logiche di potenza che ci condurranno alla distruzione totale e si batte per esso debbano essere più complessi di quello dei faziosi filo-occidentali o filo-russi per "anti-imperialismo" (si sta con le ennesime "vittime dell'imperialismo" da sostenere).

Se ci si oppone a chi vuole diventare padrone del mondo lo si fa non perché ci si schiera con chi aspira al loro posto o perché ci si batte a fianco dei "padroncini".

Si è contro i padroni grandi e piccoli perché si è contro la mentalità padronale, si ha una precisa idea di cosa significa agire senza essere sotto padrone.

Si è contro i padroni perché si vuole essere liberi e giusti; e si sa essere liberi e giusti.

Si lotta contro i padroni non mettendosi sotto o dietro un padroncino, ma costruendo e vivendo libertà, per sé e per stimolarla negli altri.

Si lotta contro perché si sa essere per un'alternativa.

Si lotta contro con i contenuti e con i metodi occorrenti a costruire l'alternativa di libertà e giustizia.

Dal punto di vista dell'"altra Europa", che - suvvia! - sappiamo noi dei movimenti cosa deve essere, ed in nome della quale mi sembra giusto parlare, ed a maggior ragione lottare (anche scegliendo bene nelle prossime elezioni europee), allora la nostra posizione di fronte all'Ucraina penso debba essere questa:

1- no a qualsiasi ingerenza armata esterna da parte di chicchessia, perché essa può fare precipitare la guerra civile ed innescare escalation incontrollabili a livello internazionale;

2- favorire tregue e compromessi tra gli attori locali impegnati in conflitti con violenze a basse intensità;

3- sospensione della pratica di "associazione" di Kiev alla UE finché non ci siano garanzie democratiche adeguate su quanto sta accadendo;

3- escludere in modo assoluto l'associazione dell'Ucraina al blocco militare NATO che, anzi, deve essere da parte nostra sciolto al più presto perché - come minimo - anacronistico;

4- pensare ad un'Europa che possa associare la stessa Russia in un "mercato comune" che favorisca l'ecosviluppo di tutti.

Non si tratta solo di denunciare, di "dire la realtà qual è" (offrendo oltretutto quadri unilaterali e stravolgenti), ma di lavorare con posizioni equilibrate e con azioni conseguenti - anche con gli strumenti della diplomazia popolare di base per impedire sbocchi catastrofici ed in ogni caso per ridurre il grado di violenza dei conflitti in corso: serve, insomma, la capacità di guardare ai grandi conflitti che ci coinvolgono, da cui dipende il destino di tutti e da cui quindi non possiamo estranearci.

Ricordiamo che sta ricorrendo il centenario della Prima Guerra Mondiale ed è importante tenere presente che lo scontro di potenza su ambiti locali può anche scatenare uno scontro generale diretto...

Credo ancora - come ho scritto qualche giorno fa - che sia giusto ed opportuno lavorare su un'Ambasciata di Pace a Kiev...

E per il momento mi fermo qui, perché so che, come al solito, vi ho stancato con la lunghezza dei miei interventi ...

 

Alfonso Navarra - vicepresidente dell'Associazione Energia Felice - obiettore alle spese militari e nucleari