[Esplora il significato del termine: Crisi in Libia, il Pentagono manda rinforzi E a Sigonella arriva «l’Unità Bengasi» ] Crisi in Libia, il Pentagono manda rinforzi E a Sigonella arriva «l'Unità Bengasi»



Il contingente, massimo cento uomini, proviene dalla Spagna
Sarà pronto per intervenire in tutto il Nord Africa

WASHINGTON - La nuova strage a Bengasi, movimenti di terroristi al confine tra Algeria e Tunisia, un attacco contro un’ambasciata occidentale sventato al Cairo. Tutti segnali che confermano come la situazione in Nord Africa sia critica. Per questo il Pentagono ha spostato, nelle scorse ore, un team di Marines dalla base spagnola di Moron a quella di Sigonella in Sicilia. Secondo un portavoce il loro numero «è inferiore ai cento».

DOTAZIONI D'ATTACCO - I militari dispongono dei velivoli a decollo verticale Mv 22 Osprey, dei C 130 da trasporto e rifornimento, delle cannoniere volanti Spectre. Alla fine d’aprile era stato annunciato un primo dispiegamento - in Spagna - di una task force composta da 550 soldati. Un contingente ribattezzato «Unità Bengasi» con un riferimento a quanto avvenuto nella città libica in settembre quando vennero uccisi l’ambasciatore Chris Stevens e tre altri funzionari statunitensi. In quell’occasione, il Pentagono non fu in grado - o secondo le accuse, non ebbe l’ordine - di lanciare un’operazione di soccorso. Una spiegazione data all’epoca era che non c’erano forze adeguate. Dopo il disastro, il comando militare ha messo in piedi un primo apparato di pronto intervento. Un nucleo di Marines è stato inviato per accrescere la protezione dell’ambasciata di Tripoli ed è previsto che rimarrà per un lungo periodo. Quindi sono arrivati in Spagna 550 soldati della «Special Purpose Marine Air Ground Task Force - Crisis Response».

COPERTURA DEL NORDAFRICA - Nei piani del Pentagono l’unità deve essere in grado di agire nel caso un’ambasciata Usa o siti strategici siano minacciati da azioni terroristiche. A Washington si seguono con grande timore diverse aree critiche: 1) Algeria: pericoli di nuovi attacchi a impianti petroliferi da parte di falangi qaediste. 2) Tunisia: intensa attività di gruppi jihadisti al confine algerino e possibilità di attentati anti-occidentali. 3) Libia: crescita, specie nel sud e nell’area di Bengasi, di fazioni che si ispirano a Al Qaeda. 4) Egitto: quadro instabile che copre "fermento" di militanti nei centri abitati e nel Sinai.

http://www.corriere.it/cronache/13_maggio_13/sigonella-militari-usa-crisi-libia_79b83920-bc15-11e2-b326-eea88d27be21.shtml