Fwd: La strage di Quirra



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Subject: La strage di Quirra
Date: Sunday 24 April 2011, 16:34:41
From: marcao <caomar at tiscali.it>

In all. Gettiamo le Basi tenta di  sintetizzare la strage di Quirra, 10 
anni di lotte contro il muro di omertà adesso pesantemente indagato 
dalla Procura di Lanusei.
si veda anche http://www.saltodiquirra.it -- 
http://www.megachip.info/tematiche/beni-comuni/5973-il-poligono-della-morte-
salto-di-quirra.html.

Convegno web  25 aprile: 
http://www.perilbenecomune.net/index.php?p=24:6:2:119:392


Comitato sardo Gettiamo le Basi tel. 3467059885--3386132753 - 070823498 

Aprile 2011 

Sindrome Balcani - Quirra.
La rapina di vita e salute. 

La lotta dal basso lunga dieci anni di famiglie, associazioni di militari e 
comitati antimilitaristi della Sardegna, sorretta solo da pochissimi 
parlamentari (non sardi!), ha strappato un risultato: la seconda Commissione 
Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito pone fine alla depistante 
diatriba sul nesso causa-effetto tra uranio/inquinamento bellico e sindrome 
Golfo/Balcani/Quirra; equipara i poligoni ai teatri di guerra, le vittime 
civili alle vittime militari; riconosce la responsabilità della Difesa e delle 
Forze Armate e rovescia su loro l’onere della prova. I risultati della 
Commissione Parlamentare (2/2/2008) sono recepiti - tardivamente, dopo un 
anno- con il Dpr 37/2009 che sancisce il diritto al risarcimento delle vittime 
e al contempo lo disciplina applicando l’italico principio “fatta la legge, 
fatto l’inganno”: stanzia fondi irrisori e, soprattutto, fissa “il parametro 
oggettivo” della residenza nel raggio di km. 1,5 dalle strutture militari 
riuscendo così ad escludere la grande maggioranza delle popolazioni 
contaminate dai poligoni Quirra-Perdasdefogu, Capo Teulada e Capo Frasca.
Non cessa d’indignare il cronico, omertoso silenzio delle istituzioni, della 
classe politica e dirigente della Sardegna. 


Piano di Monitoraggio Ambientale del Pisq (Poligono Interforze Salto di 
Quirra)
l’espediente dal costo di € 2,5 milioni per eludere responsabilità e sedare il 
popolo sardo


Il Piano è la controffensiva immediata (dicembre ’07) ai risultati della 
Commissione d’Inchiesta, la frenetica corsa ai ripari di Stati Maggiori e 
ministri della Difesa (Parisi, La Russa), la seconda mossa sono i decreti del 
2010 che esonerano le forze armate dalle responsabilità penali, una sorta di 
lodo Alfano pro generali passato sotto indecente silenzio.
Lo scopo del Piano è dichiarato con ingenuo candore o estrema arroganza: 
“Tranquillizzare (alias sedare, narcotizzare) la popolazione locale, nonché il 
personale del Pisq”; “Acquisire la Certificazione ambientale”, cioè dimostrare 
che il poligono della morte è un gioiellino ecologico, di conseguenza, eludere 
l’obbligo di risarcire le vittime dell’epidemia di leucemie e alterazioni 
genetiche che ha come epicentro il Pisq. 
Forze Armate, ministri della Difesa e Nato si arrogano e mantengono saldo il 
doppio ruolo, scandalosamente inossidabile, di controllore e controllato, 
giudice e parte in causa. Loro predispongono e gestiscono il Piano di 
Monitoraggio, di fatto un piano d’acquisto di strumentazioni e connessi 
servizi di esame ambientale, un esame che non può dare risposte alla “sindrome 
Quirra-Escalaplano” come ammettono le stesse forze armate e le cinque ditte 
che si sono aggiudicate l’appalto Nato. “Ovviamente” non bisogna vedere i 
morti e i malati, pertanto si azzera disinvoltamente l’indagine sanitaria 
imposta dalla legge che ha stanziato i 2,5 milioni per gli accertamenti 
(finanziaria ’07) e persino dai decreti attuativi del Piano.

Gli specchietti per allodole. Il coinvolgimento delle Autorità locali 
(Provincie di Cagliari e Ogliastra, Asl4 e 8, alcuni sindaci e persino 
Gettiamo le Basi) propagandato come garanzia di democraticità e trasparenza, 
di fatto, è stato confinato alla possibilità di esprimere osservazioni, 
ovviamente di mero dettaglio e scarso o nullo ascolto sul Piano 
preconfezionato. La propagandata “procedura di evidenza pubblica” per 
selezionare cinque ditte fornitrici è stata gestita “in famiglia” da 
un’agenzia Nato. 
A cose fatte si è nominata una Commissione Tecnica Mista di Esperti priva 
della possibilità d’intervento sostanziale su metodologie e tecniche 
predisposte dai contratti appaltati. La componente civile (quattro persone 
prive dell’indispensabile strumentazione tecnica e di supporti finanziari) ha 
respinto al mittente l’incarico di validare servizi e forniture delle cinque 
ditte, ha rifiutato il ruolo di notaio compiacente. La patata bollente è 
passata alla riluttante ARPAS, l’agglomerato di pezzi e funzionari delle ASL 
responsabili di 50 anni di mancati controlli, sponsor delle più cervellotiche 
teorie “scientifiche” salvabasimilitari, dall’asineria dell’arsenico killer di 
Quirra (Asl 8) alle alghe insaziabili mangiatrici del torio radioattivo, 
rigorosamente “naturale”, che abbonda nell’arcipelago maddalenino, base 
atomica Usa fino al 2008 (Asl1).

“Il diavolo fa le pentole non i coperchi”

Qualcosa non è andato per il verso agognato e predisposto da ministri e 
generali. 
Veleni di guerra a Baunei. La ditta vincitrice del lotto “ Determinazione 
radioattività aerodispersa” ha affidato la rilevazione delle nanoparticelle alla 
dott.ssa Antonietta Gatti che usa egregiamente i microscopi atti a ingrandire 
a 120.000 e le ha trovate persino a Baunei prescelta come “bianco”, punto di 
riferimento-comparazione dati in quanto si presupponeva totalmente esente da 
inquinamento radioattivo da poligono. Non trova nanoparticelle, invece, la 
multinazionale vincitrice del lotto più consistente e nevralgico (la SGS, una 
partecipata Fiat l’affittuaria stabile del poligono da mezzo secolo, presumibile 
corresponsabile della contaminazione ), le cerca come da contratto con 
microscopi giocattolo che ingrandiscono solo a 8.000. Parrebbe che l’Arpas non 
si sia ancora accorta dell’inghippo.
L’indagine dei veterinari scappata dai cassetti superblindati e approdata su 
giornali e TV, ha scombussolato i giochi. L’esame sulle matrici biologiche, 
ostinatamente voluto da Gettiamo le Basi, nonostante sia stato recepito in 
modo talmente limitato e inadeguato da sprofondare nel grottesco, è stato il 
grimaldello che ha consentito l’indagine anamnestica. I veterinari delle Asl, 
andando oltre il compito meramente esecutivo “di manovalanza” assegnato, hanno 
svolto con scrupolo la fondamentale indagine su greggi e allevatori di ovini. 
I dati inoppugnabili e agghiaccianti confermano le alterazioni genetiche del 
bestiame e il numero esatto degli omicidi noti e monitorati dal 2001 dalla 
stampa e dalle associazioni di base, ostinatamente ignorati da “quelli che 
contano”.
Il merito delle Asl, però, non attenua ma rafforza l’inquietante interrogativo 
sul perché si sia aspettato 10 anni per effettuare questa imprescindibile 
raccolta dati e verifica delle denuncie popolari. Il costo dell’indagine 
anamnestica non supera di molto il prezzo della benzina necessaria per un giro 
nell’area martoriata. Che si aspetta per estenderla almeno all’intera 
popolazione di Quirra e alle categorie ad alta, anomala mortalità documentata 
dalla forza dell’evidenza (i 145 dipendenti delle imprese che operano a Capo 
San Lorenzo, militari e famiglie residenti, agricoltori ecc.)? 
L’indagine della Procura di Lanusei per omicidio plurimo doloso. I dati di 
fatto emersi dall’inchiesta della Procura avviata lo scorso gennaio danno una 
tinta ancora più cupa e minacciosa al quadro della devastazione ambientale e 
sanitaria che denunciamo dall’ormai lontano 2001, delineano la rete di omertà, 
commistioni e omissioni, hanno reso impresentabile e insostenibile l’immagine 
“scientifica” di lindo poligono-ecologico disegnata dalle scontate, 
rasserenanti conclusioni del monitoraggio-truffa rese note il primo febbraio, 
un colossale flop! La SGS è indagata per falso ideologico. 

….. e non cessa di fare nuove pentole

“Il primo passo”. Hanno preso a raccontarci che il monitoraggio made Difesa & 
Forze Armate sarebbe il primo passo per l’accertamento della verità però non 
dicono che il fantomatico passo successivo implica un costo almeno non 
inferiore a quello del “primo passo”, € 2,5 milioni. Chi e quando lo 
deciderebbe e lo finanzierebbe? Al momento l’opzione più gettonata dall’intero 
ceto politico è l’indagine epidemiologica (sarebbe la terza con i crismi 
dell’ufficialità!), un’indagine che oggettivamente implica la regressione nella 
diatriba infinita sull’indimostrabile nesso diretto causa-effetto e soprattutto 
nasce con credibilità zero se non è preceduta dalle misure atte a bloccare la 
strage in corso.
L’escamotage del “primo passo” è stato usato e abusato a partire dal 2001 nel 
tentativo, vano, di tranquillizzarci, di rimandare eternamente al futuro l’ora 
della verità, di rendere digeribili indagini farlocche salvabasimilitari, 7 su 
8 delle precedenti respinte al mittente da Gettiamo le Basi e dall’opinione 
pubblica. Il cosiddetto monitoraggio – durato tre anni, dal 2007 al 2011- è il 
passo numero nove, la nona puntata della cinica, truffaldina ricerca infinita 
mirata a NON TROVARE quello che si vuole NON TROVARE, a eludere la priorità di 
fermare la strage in atto, a dilazionare all’infinito l’unico intervento 
razionale possibile dettato dal buon senso e imposto dalle norme italiane e 
internazionali: 
sospensione di tutte le attività del poligono della morte, bonifica delle terre 
e del mare avvelenati.

Deportazione o diaspora. La soluzione è ventilata a mezza voce. Impone cautela 
l’eclatante effetto boomerang della proposta avanzata formalmente ai pescatori 
di Teulada del trasferimento a vita in Tunisia in graziose villette 
gentilmente regalate dall’Esercito Italiano e dal ministero della Difesa. Per 
la popolazione del Sarrabus, Gerrei, Ogliastra si punta all’allontanamento 
volontario, l’auto deportazione “senza oneri per la Difesa”. 

Uranio impoverito, Commissione Parlamentare d’Inchiesta N° 3. Il presidente 
dell’attuale Commissione, Rosario Costa, asserisce: ”La problematica vaccini 
rappresenta uno dei filoni più rilevanti e innovativi dell’inchiesta”. Con 
scarsa fantasia si ripropone il depistaggio, tentato e fallito nel 2001, su 
vaccini, stress da guerra, benzene e quant’altro serva ad assolvere ministri 
della Difesa e Stati maggiori. Coerentemente la Commissione ha scelto come 
consulente scientifico Franco Nobile, membro del Comitato Nazionale Scientifico 
di Legambiente. Il suo studio del 2001 “Prevenzione oncologica nei reduci dei 
Balcani” ha individuato i principali fattori di rischio della sindrome Golfo-
Balcani: vaccini e costumi patogeni dei soldati come l’uso di zampironi e 
insetticidi vari, sigarette, tatuaggi, cellulari e – abiezione massima - “Sia 
pure con una certa reticenza, diversi soggetti hanno dichiarato di assumere 
superalcolici”  alcuni persino una volta alla settimana, altri una volta al 
mese (pag 41). 
Ci ostiniamo a credere che il popolo sardo abbia uno scatto di dignità e 
indirizzi la sua volontà e le sue energie per espellere il tumore della 
colonizzazione militare, per liberare la Sardegna dal ruolo infamante di 
paradiso della guerra, vittima e complice silente di tutte le guerre di rapina 
sedicenti umanitarie e democratiche. Ne ha la capacità, con le sue sole forze 
ha costretto a fuggire da La Maddalena la potente Marina di Guerra USA. 


Comitato sardo Gettiamo le Basi

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