Documento: Nuova proposta al movimento, manifestazione internazionale e altro






IL COMITATO DEI CITTADINI E LAVORATORI DI VICENZA EST SI RIVOLGE AL
MOVIMENTO PER LA PACE: PER UN PRESENTE SENZA BASI DI GUERRA



Una serie di proposte sociali di immediata attuazione rivolte a chi lotta
contro la guerra e la militarizzazione: subito una nuova grande
manifestazione dopo l'estate. Blocchiamo il Dal Molin e poi chiudiamo la
Caserma Ederle. Assemblee e scioperi dei lavoratori. Rilanciamo la lotta ed
esigiamo la fine delle guerre in corso. Creiamo l'inospitalità ai progetti
di guerra. Manteniamo alto il profilo politico. Il governo sia
inequivocabilmente la nostra controparte.

Manteniamoci coerentemente sempre dalla parte dei deboli.





"Un quartiere di Vicenza non può mettere in discussione il Patto
Atlantico", Un politico della Destra ad una Tv locale il 17 febbraio 2007





Il Comitato Vicenza Est da mesi è molto impegnato nella lotta contro la
costruzione di una nuova grande base di guerra e della definitiva
trasformazione di Vicenza in città militare. Non abbiamo nessuna intenzione
di fermarci. Anzi, siamo molti interessati a rilanciare la mobilitazione
come a febbraio 2007.

Il disegno e i promotori della militarizzazione sono a noi noti: il
progetto di Vicenza come città militare è un progetto di guerra del
Pentagono, che sta avvenendo con il pieno consenso delle massime
istituzioni in Italia, a cominciare dal Governo.



Comitato Vicenza Est: una breve presentazione

Abbiamo organizzato per molte settimane le proteste rumorose con le pentole
davanti alla Caserma Ederle, i picchetti al mattino, per quindici giorni di
seguito, con messaggi in inglese contro la guerra rivolti ai soldati,
conferenze informative molto partecipate contro il progetto Dal Molin e a
favore della conversione ad usi civili della Caserma Ederle nel quartiere.
Abbiamo dato la parola ai disertori americani reduci dall'Iraq e al gruppo
Emergency alle nostre iniziative, e invitato a collaborare tutti i gruppi e
comitati contro la guerra e per la conversione dei siti militari. Abbiamo
partecipato al contro G8 di Rostock 2007 e stretto rapporti internazionali
con il movimento contro la guerra (Germania, Slovenia, Stati Uniti,
Giappone ...). Abbiamo stretto gemellaggi con analoghi comitati in Italia
che lottano contro la guerra e propongono la conversione ad usi civili
delle basi militari. A nostro avviso bisogna mobilitarsi affinché le basi
militari siano chiuse oggi, non in futuro: sulla Caserma Ederle abbiamo
diffuso un questionario nel quartiere. Siamo in contatto con studiosi di
fama internazionale (Noam Chomsky, Chalmers Johnson, Luca Mercalli, Philip
Rushton e molti altri).



Abbiamo girato l'Italia con i nostri relatori, diffuso articoli,
partecipato a trasmissioni radiofoniche e televisive, collaborato e
favorito la nascita di comitati affini al nostro, portato la nostra
posizione al presidio.



Abbiamo partecipato come Comitato a tutte le manifestazioni contro la nuova
base e siamo favorevoli al blocco popolare dei lavori allargato al massimo
e ad un fronte unico che si organizzi contro la guerra e contro la nuova
base .



Abbiamo appoggiato scioperi e proposto iniziative sul tema dell'economia
civile e del lavoro.



Per noi è evidente: il raddoppio della base militare avviene a causa della
presenza della Caserma Ederle e della scarsa protesta degli anni passati e
vogliamo invertire questa situazione.

Abbiamo sempre lottato per mantenere alto il livello della protesta e non
ridurre la questione a un problema tecnico/urbanistico. Siamo consapevoli
dell'impatto devastante delle basi militari, ma vi abbiamo sempre collegato
la loro finalità, la guerra contro il Sud povero.

Sin dall'inizio abbiamo lavorato non solo contro la base al Dal Molin, ma
anche contro tutte le strutture collegate (lavori alla Caserma Ederle,
nuovi villaggi militariŠ)



Trasparenza e democrazia interna hanno sempre regolato i nostri rapporti
con tutte le realtà del movimento, abbiamo posto le questioni con forza ma
con chiarezza, nella convinzione che paura e ipocrisia rappresentino un
grave pericolo per il movimento e la sua unità. Il quartiere è il luogo in
cui si svolge la nostra attività a favore della pace, dell'ecologia e della
solidarietà internazionale.



Siamo consapevoli che non è abbastanza e che siamo solo all'inizio:
dobbiamo intensificare la protesta e potenziare l'attività di studio e
ricerca.

Ritenendo urgente entrare nella logica di un movimento popolare che
coinvolga ancora  grandi numeri e porti avanti proposte avanzate, a pieno
titolo nel movimento contro la guerra e nel movimento No Dal Molin
proponiamo da oggi che:



1) Si diffonda urgentemente ed ampiamente un appello per una nuova
manifestazione internazionale (che abbia più partenze, dalla Caserma Ederle
e dagli altri siti ad essa collegati,e finisca al Dal Molin, ) contro la
scelta del governo di militarizzare la politica, l'economia e il territorio
per i prossimi decenni.

Riteniamo infatti che la scarsa pressione sul governo e le illusioni sui
suoi rappresentanti, locali e nazionali, abbia reso facile la sua firma a
maggio.



2) Ci rivolgiamo a tutto il movimento contro la guerra affinché la
questione della conversione della Caserma Ederle (caserma delle guerre in
Iraq e Afghanistan) sia posta in termini concreti: corsi per i lavoratori,
progetti, raccolta fondi, assemblee sul tema Š

Tutto il movimento "No Dal Molin" si unisca con noi per chiedere la
chiusura della Ederle.



3) Invitiamo tutti a unirsi nelle iniziative a favore della diserzione
dalla guerra.

Aiutiamo i soldati che si rifiutano di partire in guerra e coraggiosamente
decidono di disertare per non commettere altri crimini contro i civili.



Per tutte queste iniziative il Comitato richiede il vostro appoggio, anche
economico, e vi invita a visitare il nostro sito.



Diverse iniziative organizzate ultimamente  non ci sono apparse sempre
chiare, a volte ci sono sembrate troppo deboli  e, nei fatti, schiacciate
sulla critica al solo Comune, evitando di porre in agenda in modo forte e
coerente le gravi responsabilità del governo, che non è rappresentato solo
da Prodi, ma anche da ministri e parlamentari che lo sostengono.

Per questo vogliamo porre al tutto il movimento (presidio, comitati,
associazioni, sindacati,singoliŠ)  alcune questioni politiche.



1)      Siete con noi nell'organizzare una nuova manifestazione
internazionale come a febbraio puntando alla massima partecipazione ?



2)      Siete disponibili ad impegnarvi con noi, anche nel lungo periodo,
nella questione della diserzione creando inospitalità al progetto militare
a Vicenza?



3)      Qual è la vostra posizione sulle altre basi militari già in guerra,
dannose per l'ambiente, e sulla conversione ad usi civili delle stesse?
Siete a favore della conversione dei siti militari in città?



4)      Qual è la vostra posizione sulla Caserma Ederle, base di guerra?
Bloccato il Dal Molin esigerete con noi l'immediata chiusura della base
Ederle e la fine della guerra?



5)      Verrete a protestare davanti alla Gendarmeria Europea contro la
presenza di truppe italiane in Iraq e Afghanistan decisa dal governo?



6)      Lavoreremo in autunno alla costruzione di assemblee e scioperi nei
luoghi di lavoro facendo pressione sui sindacati che si sono dichiarati
contrari alla nuova base?



7)      Ricondurremo insieme la questione Dal Molin al progetto di
militarizzare politica ed economia in Italia (aumento spese militari,
truppe all'estero, nuove basi)?



8)      Diffonderete insieme a noi in città e provincia manifesti e
volantini,in italiano ed inglese, contro la guerra in corso e ai soldati le
informazioni utili a uscire dall'esercito?



Abbiamo già deciso di invitare nuovamente molto presto i reduci contro la
guerra in Iraq e di promuovere nel quartiere assemblee informative contro
il progetto di Vicenza città militare, diffondendo nuove informazioni.



Vicenza su la testa ! Né qui né altrove!

Tutto il movimento contro la guerra ci aiuti a vincere questa lotta come
punto di partenza, non di arrivo.



" Comitato degli abitanti e dei lavoratori di Vicenza est - Contro la
costruzione di una nuova base a Vicenza - Per la conversione della caserma
Ederle ad usi civili