Bush vuole vendere armi per 20 miliardi all'Arabia Saudita



Prima di leggere l'articolo dell'Unità circa la vendita di armi all'Arabia Saudita, due parole:

Intanto complimenti a D'Alema che chiede la fine di Enduring Freddom per lasciare via libera all'operazione NATO, così fa da apripista a quanto chiesto dal comandante USA: la NATO deve dare più soldati e più equipaggiamento. Come per l' Iraq, gli USA pensano di alleggerirsi dei costi materiali e umani.
(A cosa pensano?).

Quando Israele ha saputo della volontà americana di vendere armi all'Arabia Saudita si è subito allarmata (accade anche quando avviene con l'Egitto), ma come ha risposto il Pentagono? Come al solito proponendo l'aumento del sussidio (già cospicuo) militare ad Israele. Esattamente 30 miliardi di dollari per 10 anni.

Quanto gli USA siano così poco interessati alle preoccupazioni che hanno scatenato (formalmente) la guerra in Iraq, è dato dal nuovo accordo con l'India per la vendita di tecnologia nucleare civile (formalmente). Anche qui si sono scatenati allarmi per la violazione anche della legge Hyde oltre a quella degli Stati Uniti.
Vedere:

The India-US nuclear tango
http://ia.rediff.com/news/nukedeal05.html?zcc=rl

Del resto basta un fax per procuparsi materiale radioattivo: Spacciandosi per imprenditori del West Virginia, alcuni inquirenti del Congresso statunitense sono riusciti ad avviare una società fasulla e ad ottenere la licenza da parte della Commissione regolatrice sul nucleare Usa (Nrc), che avrebbe permesso loro di acquistare il materiale radioattivo necessario alla costruzione delle cosiddette “bombe sporche”: l’iniziativa era mirata a testare le misure di sicurezza avviate dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001.
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/07/11/AR2007071101895.html?hpid=topnews

Comunque gli USA non sono i soli quando si tratta di vendere tecnologia duale (preoccupandosi però di mantenere segrete modalità e innvovazioni delle stesse), a lasciar perdere qualsiasi problema "etico" (per dire) o strategico (puramente opportunistico legato alle proprie necessità), visto che tanto la Francia di Sarkozy quanto la Russia o la Cina e non da meno l'Inghilterra, ne fanno a meno:

Londra, 25 lug
Il governo britannico, nel 2006, ha approvato la vendita di armi ad almeno 19 paesi considerati "pericolosi" per gli abusi dei diritti umani commessi al loro interno. È quanto emerge dal rapporto annuale sulle esportazioni belliche pubblicato ieri dal ministero della Difesa.
http://www.guardian.co.uk/armstrade/0,,519643,00.html

Gli ultimi dati sulle spese di guerra: - Gli Stati Uniti hanno speso finora 610 miliardi di dollari per la guerra in Iraq e in Afghanistan, al ritmo medio di circa 12 miliardi al mese. E' quanto emerge da una ricerca curato dal Servizo studio del Congresso (Congressional Research Service), che fornisce stime previsioni bipartisan ai senatori e ai deputati americani. Il Crs ha anche previsto che entro il 2017 gli Usa avranno speso tra 980 e 1.400 miliardi di dollari, una cifra difficile da immaginare. Sul fronte iracheno da marzo 2003 sono stati spesi 450 miliardi di dollari. Nel 2007 la guerra richiedera' 165,8 miliardi, con un incremento del 40% rispetto all'anno precedente, e se nel 2008 si continuera' a questo ritmo le spese militari per i due fronti raggiungeranno quota 758 miliardi, di cui 567 per l'Iraq. -

Il professore emerito della Columbia University (morto recentemente) ha scritto che la strategia di “guerra infinita” dell’amministrazione americana di George W. Bush è solo l’ultimo sviluppo dell’enorme espansione del potere militare Usa e dell’economia di guerra che lo sostiene. Seymour Melman ricostruisce le origini dell’economia militare Usa all’indomani della seconda guerra mondiale, mostrando come l’espansione della spesa, delle produzioni e della ricerca militare si sia intrecciata all’affermarsi della superpotenza politica e militare degli Stati Uniti. Inoltre vi è una centralizzazione senza precedenti del potere decisionale nelle mani di grandi manager, privati e di stato, che hanno tolto a lavoratori e cittadini il controllo su decisioni essenziali riguardo alla produzione e all’uso delle risorse pubbliche.

Sui casi di corruzione:

Londra, 24 lug Il ministero della Difesa britannico dovrà rivelare al pubblico i nomi dei componenti della direzione della Deso, l'agenzia governativa che si occupa delle esportazioni di armi, dopo averli tenuti nascosti per oltre due anni. Un tribunale, infatti, ha stabilito che le informazioni sul personale della Deso potrebbero essere molto utili nelle indagini su casi di corruzione riguardanti il commercio di armi e alcune compagnie di Difesa, come la Bae Systems.
http://www.guardian.co.uk/armstrade/story/0,,2133341,00.html

FRANCIA: CLEARSTREAM, DI NUOVO PERQUISITI UFFICI DE VILLEPIN

(AGI/REUTERS/AFP) - Parigi, 6 lug. - Dopo l’abitazione, gli inquirenti hanno perquisito oggi anche un ufficio dell’ex primo ministro francese Dominique de Villepin, nell’abito dell’inchiesta sull’affare ‘Clearstream’, elenchi falsificati di conti esteri intestati a personalita’ francesi, in cui figurava anche l’attuale presidente Nicolas Sarkozy. De Villepin, rientrato appositamente ieri sera dalle vacanze per mettersi a disposizione dei magistrati, e’ sospettato di avere tentato di sbarazzarsi dell’avversario politico, compromettendolo nella vicenda. Gli inquirenti hanno chiamato in causa l’ex premier sulla base di appunti recuperati dalla memoria del computer del generale dei servizi segreti Philippe Rondot. De Villepin ha sempre sostenuto di essersi comportato con correttezza. Lo scandalo e’ scoppiato nel 2004, quando furono spedite lettere anonime a un magistrato in cui si affermava che Sarkozy e altri esponenti del mondo della politica e dell’economia avevano aperto conti segreti su Clearstream, un istituto finanziario lussemburghese. Si affermava che quel danaro era il frutto di tangenti percepite per la vendita di fregate alla Marina militare di Taiwan. Quei conti sono poi risultati fasulli. (AGI)

Bush vuole vendere armi per 20 miliardi all'Arabia Saudita
La Casa Bianca si prepara a chiedere al Congresso di approvare un accordo da 20 miliardi di dollari con l'Arabia Saudita per la vendita di armi. Ma, scrive oggi il New York Times, l'amministrazione Bush teme di poter incontrare una certa resistenza da parte della maggioranza democratica all'approvazione di un pacchetto così consistente, che comprende una serie di armamenti di altissima tecnologia, anche considerate le critiche mosse da più parti al ruolo insoddisfacente svolto dai sauditi in Iraq.

Il pacchetto, che verrà presentato formalmente al Congresso durante la prossima sessione autunnale, prevede la vendita di bombe teleguidate via satellite, nuovi caccia e navi da guerra. Una quantità di nuovi armamenti, parte dei quali sarebbero diretti ad altri paesi del Golfo, che ha provocato alcune preoccupazioni anche in Israele, riporta sempre il quotidiano newyorkese.

Secondo fonti dell'amministrazione Bush, Washington è riuscita a superare queste preoccupazioni, anche promettendo all'alleato israeliano aiuti militari per 30,4 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, una cifra che segna un netto aumento rispetto agli aiuti ricevuti nell'ultimo decennio.

Intanto lo stesso Congresso a maggioranza ha approvato una nuova legge per tappare le falle dei sistemi di sicurezza nei porti e negli aeroporti individuate dal rapporto indipendente sull'inadeguatezza delle contromisure in vigore l'11 settembre.

Il provvedimento, alla firma del presidente George W. Bush, prevede molte misure che, tra l'altro, incideranno pesantemente sul sistema di trasporto merci in tutto il mondo per quei Paesi che inviano prodotti finiti o materie prime negli Stati Uniti:

- entro tre anni saranno adottati sistemi di scannerizzazione di tutti i contenitori imbarcati a bordo degli aerei da trasporto

- entro cinque analoghi sistemi dovranno essere utilizzati anni per esaminare tutti i container caricati nei porti stranieri su mercantili diretti alla volta degli Stati Uniti.

- sarà creato un nuovo sistema elettronico di Autorizzazione ai viaggi con criteri più stringenti per i cittadini di quei Paesi, tra cui l'Italia, cui è consentito entrare negli Usa senza bisogno di visto

- sarà realizzato una database aggiornato dei passaporti rubati o perduti

- nei prossima quattro anni saranno spesi oltre 4 miliardi di dollari (2,8 di euro) per aumentare le misure di sicurezza sui treni e sugli autobus

- 250 milioni di dollari all'anno saranno impegnati per l'adozione di sistemi più efficaci di controlli ai checkpoint degli aeroporti, 450 per l'esame dei bagagli, e 50 milioni nei prossimi quattro anni per la ricerca e lo sviluppo di nuovi sistemi di sicurezza