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28 ottobre 2006 - 20.06
Libano: tracce di uranio arricchito, rivela stampa GBA

Libano: tracce di uranio arricchito, rivela stampa GB

BEIRUT - Nelle aree delle due cittadine libanesi di Khiam e At-Tiri sarebbero state trovate, in crateri provocati dai bombardamenti israeliani durante l'ultima guerra dell'estate, tracce di uranio arricchito. Lo ha rivelato oggi il quotidiano britannico "The Independent", citando Chris Busby, segretario scientifico del Comitato europeo sui rischi d'irradiazione, un organismo costituito nel 1997 dal gruppo dei Verdi al Parlamento europeo. La notizia non ha trovato per ora conferme in Libano.

Citato stamani dal quotidiano britannico "The Indipendent", Chris Busby, ha affermato che campioni di terriccio prelevati nei due crateri di At-Tiri e Khiam hanno rivelato "elevati segni di radioattività". Lo scienziato, che è portavoce per la scienza e tecnologia del Partito verde dell'Inghilterra e del Galles, ha precisato che "la percentuale di isotopi era di 108, indice di presenza di uranio arricchito".

Egli a aggiunto che i campioni di terriccio sono stati ora inviati per ulteriori esami nel laboratorio di Harwell, nell'Oxfordshire, specializzato in spettrometria di massa e utilizzato anche dal ministero della difesa britannico, del cui "Comitato di sorveglianza per l'uranio impoverito" Busby é peraltro membro.

Sottolineando che gli effetti sulla popolazione locale di "grandi quantità di particelle di ossido di uranio respirabili nell'aria" possono essere "significativi", Busby (61 anni) ha avanzato due ipotesi sulla presenza di uranio arricchito nei due crateri di At-Tiri e Khiam: "La prima è che la bomba fosse un nuovo piccolo congegno sperimentale a fissione nucleare o qualche altra bomba sperimentale, per esempio termobarica, basata sulle alte temperature di un'evaporazione rapida per ossidazione di uranio. La seconda è che fosse una bomba distruggi-bunker convenzionale a uranio penetrante con l'impiego di uranio arricchito piuttosto che impoveritò, ha scritto lo scienziato in una relazione preliminare.

Interpellato da "The Indipendent", il portavoce del ministero degli esteri israeliano Mark Regev ha dichiarato che "Israele non utilizza alcuna arma che non sia autorizzata dalle leggi o dalle convenzioni internazionali". Ma per il quotidiano, la dichiarazione di Regev "solleva più domande di quelle a cui risponde", poiché "molte delle leggi internazionali non riguardano le moderne armi all'uranio, visto che non erano state inventate quando le normative internazionali come la Convenzione di Ginevra sono state fissate".

Durante i 34 giorni dell'ultima guerra, il Libano aveva ripetutamente accusato Israele di utilizzare bombe al fosforo, ma lo Stato Ebraico lo aveva sempre smentito. Domenica scorsa, il ministro israeliano per i rapporti con il Parlamento, Jacob Edery, ha però improvvisamente ammesso l'utilizzo di bombe al fosforo da parte d'Israele in "attacchi diretti" contro i guerriglieri del movimento sciita libanese Hezbollah.