Uranio impoverito e nanoparticelle: sotto accusa anche poligoni di tiro in Puglia



Le nanopolveri prodotte dalla guerra e dai poligoni di tiro entrano nei tessuti di soldati e i civili coinvolti, senza più uscirne. Questa novità è emersa nel corso delle audizioni della Commissione di inchiesta del Senato sull'uranio impoverito. E’ una sconvolgente verità che chiama in causa anche i poligoni di tiro della Puglia, indipendentemente dal fatto se venga o no usato l'uranio impoverito. Infatti le esplosioni che producano temperature oltre i duemila gradi sono in grado di diffondere “nanoparticelle” potenzialmente cancerogene. Le nanoparticelle sono sicuramente prodotte dalla potenza di fuoco dell’uranio impoverito ma possono essere diffuse anche da esplosioni provocate da altre armi. Sotto accusa è la guerra moderna e le sue tecnologie sempre più distruttive capaci di esplosioni dagli effetti inimmaginabili.

E' in atto in buona sostanza una contaminazione planetaria prodotta da nanoparticelle inquinanti. Ingerite o inalate passano tutte le barriere biologiche un tempo reputare “invalicabili” (la barriera polmonare, quella intestinale, quella ematoencefalica). Ha dichiarato la dottoressa Antonietta Gatti: “Le nanoparticelle da 0.1 micron, quindi cento volte più piccole di quelle che respiriamo in strada, una volta respirate, dopo 60 secondi hanno passato la barriera polmonare e sono entrate nel sangue; dopo un'ora sono arrivate al fegato. Quando questi corpi estranei sono all'interno, non è più possibile eliminarli”. Ma la verità emersa è ancora più allarmante: le nanoparticelle cancerogene non solo entrano irreversibilmente nei tessuti (ossia non vengono espulse con urine, feci, respirazione) ma entrano nello sperma. Vengono trasmesse al partner tramite l'atto sessuale. Sono stati analizzati casi di sperma di soldati in cui inspiegabilmente si è riscontrata la presenza di bismuto, calcio, titanio, ferro, cobalto, cromo, molibdeno, acciaio. L'inquietante scoperta delle "nanopatologie", emersa nella Commissione di inchiesta del Senato sull'uranio impoverito, impone alla Puglia (la regione italiana con più servitù militari assieme alla Sardegna) una precisa urgenza: l’analisi dell’inquinamento da nanoparticelle prodotto dai poligoni di tiro. Occorre vedere se sono presenti nell’organismo umano, negli alimenti e nell’ecosistema in generale. Tali analisi molto sofisticate attualmente si possono realizzare in Italia solo presso il Laboratorio dei biomateriali del Dipartimento di neuroscienze dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Applicando il principio di precauzione occorre pertanto bloccare le esercitazioni militari che producono deflagrazioni e polveri sottili in attesa dei risultati di analisi sulle nanoparticelle. Le patologie tumorali riscontrate in tutt’Italia nelle vicinanze dei poligoni di tiro consigliano di sospendere le esercitazioni di guerra nell’interesse sia delle popolazioni civili sia dei militari coinvolti. Ci rivolgiamo al Presidente della regione Puglia Nichi Vendola perché si faccia portavoce di questa urgenza e all’intero consiglio regionale affinché si nominino i membri del Comitato Misto Paritetico allo scopo di affrontare, nelle sedi opportune, questo grave problema.

Piero Castoro  Comitati Alta Murgia
http://www.altramurgia.it

Alessandro Marescotti  presidente di PeaceLink
http://www.peacelink.it