Pistole Beretta in Iraq: il Governo insabbia le indagini - denuncia Rete Disarmo



        
La Beretta calibro 9  

Pistole Beretta in Iraq: il Governo insabbia le indagini - denuncia Rete 
Disarmo

http://unimondo.oneworld.net/article/view/128225/1/

http://www.disarmo.org/rete/articles/art_15199.html

"Un tipico esempio di triangolazione che coinvolge la Beretta, una delle ditte 
produttrici di pistole più conosciute al mondo, sulla quale il Governo sembra 
intenzionato a mettere tutto a tacere. Chiediamo che la Procura di Brescia 
possa concludere senza intralci l'inchiesta riguardante le armi della ditta 
bresciana sequestrate alla guerriglia in Iraq e che il prossimo Governo 
giunga al più presto ad una legislazione rigorosa sull'esportazione di armi 
leggere anche per corpi di polizia, ad uso sportivo e civile e sugli 
intermediari del settore". 

Così la Rete Italiana per il Disarmo commenta le anticipazioni alla stampa del 
numero del settimanale l'Espresso in edicola domani. Dall'inchiesta de 
l'Espresso si apprende che le pistole Beretta ritrovate dal contingente Usa 
nei depositi della guerriglia irachena provengono proprio dalla famosa ditta 
di Gardone Valtrompia che le avrebbe vendute alla "Super Vision International 
ltd", una sigla inglese sconosciuta. La Procura di Brescia sta indagando 
sulla vicenda, ma una norma inserita dal Governo nel recente decreto sulle 
Olimpiadi di Torino potrebbe cancellare l'inchiesta, salvando così l'azienda 
guidata da Ugo Gussalli Beretta, amico personale del premier Berlusconi e 
della famiglia Bush. 

"Questa vicenda dimostra ancora una volta le falle sui controlli del nostro 
Paese all'esportazione di piccole armi" - commenta la Rete Italiana Disarmo. 
Nel febbraio 2003 il Ministero dell'Interno infatti aveva ceduto alla 
fabbrica bresciana 44.926 pistole Beretta 92S che la ditta di Gardone 
Valtrompia ha risistemato e, nonostante dal 2002 non avesse più la licenza 
per riparare armi, per aggirare le richieste del Ministero degli Interni, 
l'azienda bresciana ha chiesto e ottenuto dalla prefettura di Brescia il 
permesso di vendere parte delle armi ad una celebre ditta britannica, ma di 
fatto tutte pistole erano già state pagate da un'altra ditta: la sconosciuta 
"Super Vision International ltd". 

Nel febbraio scorso la Beretta aveva affermato di voler collaborare "nella 
massima trasparenza" con la Procura di Brescia per quanto riguarda l'indagine 
in corso sulle armi dell'azienda ritrovate in Iraq. "Chiediamo al mondo 
politico e dell'informazione di tenere alta l'attenzione sulla vicenda 
affinché l'indagine non venga messa a tacere e si giunga presto a stabilire i 
responsabili. Siamo esterefatti che un decreto sulle Olimpiadi possa essere 
usato per intervenire su una normativa così delicata come quella del 
commercio delle armi " - conclude il comunicato della Rete Italiana Disarmo. 

Nel febbraio scorso, dopo l'annuncio del sequestro delle armi italiane alla 
guerriglia irachena, la Rete Disamo aveva interpellato il Governo affinchè 
venisse data una risposta sul ritrovamento nei depositi dei terroristi in 
Iraq di migliaia di pistole Beretta, ma nessuna risposta era arrivata dal 
Governo e la vicenda era caduta nella generale disattenzione del mondo 
politico e dei media. [GB]