27 ottobre 2005,Agusta e Alenia, si amplia l'indagine della Procura



Dalla Cogep all'Alenia e all'Agusta, si sta estendendo l'indagine svolta dalla procura di Milano sulla scia della Commissione internazionale diretta da Paul Volcker.

Come anticipato ieri da «Il Sole 24 Ore», gli investigatori dell'Onu hanno appurato che all'ex sindaco di Chiavari Marco Mazarino de Petro furono pagati oltre 700mila dollari in commissioni sulla vendita di partite di petrolio iracheno assegnate da Baghdad a Roberto Formigoni. Quel denaro è stato versato dalla società milanese Cogep su conti bancari appartenenti a un gruppo di società estere dallo stesso nome — Candonly. E De Petro ha ammesso di essere gestore unico di quelle società. Sui conti Candonly sono però emersi anche altri versamenti sospetti provenienti da due società italiane, Agusta e Alenia, i cui uffici sono stati oggetto di perquisizione su richiesta di Alfredo Robledo, il pm della Procura di Milano che conduce l'inchiesta Oil for food. Il gruppo Alenia risulta aver pagato a de Petro un compenso annuale di circa 90mila dollari per una mezza dozzina di anni. Ma dalla perquisizione non risulta che de Petro abbia prodotto alcun risultato concreto — né un contratto radaristico né un missile dell'Alenia pare sia mai stato venduto grazie alle sue attività promozionali costate circa mezzo milione di dollari.
De Petro si è però dato da fare.
Soprattutto sul mercato iracheno, a lui familiare per gli affari petroliferi con la Cogep. A darsi da fare è stato anche il suo referente politico: Roberto Formigoni. A dimostrarlo è una lettera da lui scritta il 24 ottobre 1996 e diretta a Tarek Aziz, all'epoca vicepremier. Alla Commissione Volcker, de Petro ha ammesso di aver portato questa missiva ad Aziz. «Eccellenza», si legge, «il signor De Petro — che Lei conosce già ed è portatore di questa lettera — è nuovamente a Baghdad esclusivamente per continuare la collaborazione cominciata molto tempo fa con il ministero dei Trasporti... La prego di fare in modo che possa ottenere un " mandato" per rendere operativa questa volontà di cooperazione». Un affare in particolare che stava a cuore a Formigoni, e che de Petro tentò di condurre in porto, fu quello della ricostruzione degli impianti radar degli aeroporti iracheni. E la ditta da loro sponsorizzata fu appunto l'Alenia. Un funzionario iracheno ha rivelato alla Commissione Volcker che Formigoni «sostenne attivamente» un'azienda aeronautica italiana interessata a ottenere un contratto in Irak. E lo stesso de Petro ha ammesso agli investigatori di Volcker di aver fatto altrettanto. Nell'epoca in questione, de Petro operò in Irak come consulente dalla Regione Lombardia. A dimostrarlo è la delibera n. 38058 del 6 agosto 1998, che recita: «Su proposta del presidente... (la giunta regionale) delibera di affidare al sig. Marco Mazarino de Petro un incarico professionale finalizzato alla impostazione, allo studio e al coordinamento delle attività di relazione internazionale della Regione». Che cosa abbia fatto in Irak per la regione non è però chiaro. Nel caso della milanesissima Cogep i compensi andarono nelle sue tasche attraverso la Candonly. E così anche in quello dell'Alenia. Che tra l'altro non è neppure un'azienda lombarda. Da documenti e testimonianze raccolte da «Il Sole 24 Ore» risulta che l'attività promozionale a favore dell'Alenia fu faticosa. E che de Petro la portò avanti in concomitanza con un altro rappresentante della Alenia in Irak, Roberto Colonnello. Il 30 settembre 1998, fu lo stesso Formigoni a intervenire con una lettera a Tarek Aziz. «Eccellenza, le sto scrivendo a proposito di una questione che ritengo estremamente grave e per chiedere il suo autorevole e pronto intervento. Come Lei sa, negli ultimi tre anni, la società italiana Alenia, rappresentata dal nostro amico Signor De Petro, ha collaborato con il General Management dell'Aviazione Civile del Suo Paese, fornendo tutta l'assistenza possibile e investendo risorse considerevoli (...) Alenia è stata adesso informata che l'Aviazione Civile sta prendendo in considerazione altre offerte e che la fornitura è in dubbio (...). Non posso nasconder Le il fatto che giudico questa situazione estremamente seria, sia per l'Alenia, visto tutto quello che ha fatto in questo periodo, che per la mia credibilità personale, dato che negli ultimi anni ho spinto l'Alenia a cooperare con il Suo Paese. Ma mi lasci dire che, se la fornitura dovesse all'ultimo momento essere affidata ad altri, anche la credibilità del Suo Paese sarebbe danneggiata agli occhi di coloro che hanno sempre mostrato amicizia nei momenti più difficili. Personalmente credo che in occasione della firma del contratto, ad Alenia si possa chiedere di fare un ulteriore sforzo sui termini economici, ma che il contratto stesso non possa essere messo in dubbio (...) Con continua stima e amicizia. Roberto Formigoni». Alla fine, il contratto non venne mai assegnato perché gli americani non permisero che si riattivasse il sistema radaristico iracheno. Fin qui l'Alenia. Nel caso dell'Agusta, il versamento a Candonly risulta decisamente inferiore — circa 50mila dollari, per i quali risulta indagato Giuseppe Orsi, amministratore delegato dell'Agusta Westland. Ma questa potrebbe essere una vicenda tutta italiana. De Petro è presidente della Avio Nord, società pubblica controllata indirettamente dalla Regione Lombardia che nel dicembre del 2002 acquistò un elicottero Agusta. Alcuni mesi dopo, Agusta ricevette, e accettò, dalla Candonly una proposta di consulenza per la promozione di suoi prodotti nell'area caraibica. Nell'autunno del 2003, la società aeronautica versò poi circa 50mila euro in due tranche su un conto della Candonly. Neppure in questo caso la Procura ha trovato però traccia di prestazioni fornite.
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