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Le esportazioni di armi dei Paesi del G8 alimentano la povertà e gli abusi dei diritti umani
- Subject: Le esportazioni di armi dei Paesi del G8 alimentano la povertà e gli abusi dei diritti umani
- From: press at amnesty.it
- Date: Wed, 22 Jun 2005 13:19:38 +0200
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo CONTROL ARMS AMNESTY INTERNATIONAL OXFAM IANSA COMUNICATO STAMPA LE ESPORTAZIONI DI ARMI DEI PAESI DEL G8 ALIMENTANO LA POVERTA' E GLI ABUSI DEI DIRITTI UMANI Gli Stati membri del G8 stanno pregiudicando il proprio impegno a ridurre la poverta' e a favorire la stabilita' e i diritti umani a causa delle loro irresponsabili esportazioni di armi verso i paesi piu' poveri e maggiormente devastati dai conflitti. Lo denuncia una nuova ricerca della campagna Control Arms (portata avanti da Amnesty International, Oxfam e Iansa), resa pubblica alla vigilia della riunione dei ministri degli Esteri dei paesi dei G8, prevista a Londra il 23 e 24 giugno. Le tre organizzazioni denunciano come Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Usa stiano trasferendo equipaggiamento militare, armi e munizioni verso paesi ? tra cui Sudan, Myanmar, Repubblica del Congo, Colombia e Filippine ? in cui queste forniture contribuiscono a gravi violazioni dei diritti umani. 'Ogni anno centinaia di migliaia di persone sono uccise, torturate, stuprate, allontanate dalle proprie terre grazie al cattivo uso delle armi. Come e' possibile prendere sul serio gli impegni del G8 a eliminare la poverta' e l'ingiustizia, se alcuni di quegli stessi governi stanno mettendo a rischio la pace e la stabilita' autorizzando consapevolmente trasferimenti di armi verso regimi repressivi, regioni di estremo conflitto e paesi che non possono permettersi di rifiutarle?' ? afferma Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. Il rapporto di Amnesty International, Oxfam International e International Action network on Small Arms (Iansa) dimostra quanto sia necessario appoggiare la richiesta del governo del Regno Unito e di altri dieci paesi per un trattato internazionale sul commercio di armi. 'Questa ricerca mostra che i paesi del G8, gia' responsabili di oltre l'80% delle esportazioni mondiali, continuano a vendere armi che opprimono la gente piu' povera e vulnerabile del pianeta. La riunione dei ministri degli Esteri di questa settimana deve sostenere il trattato internazionale sul commercio di armi e avviare un percorso che portera' alla sua adozione' ? ha commentato Barbara Stocking, direttrice di Oxfam. Il rapporto espone una serie di manchevolezze e di debolezze nel controllo delle esportazioni di armi, comuni a molti paesi del G8: - Canada: esportazioni in paesi coinvolti in conflitti armati o in abusi dei diritti umani, tra cui veicoli corazzati leggeri ed elicotteri in Arabia Saudita, nonché motori per aerei e pistole nelle Filippine; - Francia: esportazioni che rientrano nella categoria Onu 'bombe, granate, munizioni, mine e altro materiale' verso paesi soggetti a embargo dell'Unione europea come Myanmar e Sudan; - Germania: l'uso di componentistica tedesca nelle forniture militari destinate a paesi coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani, come nel caso dei motori tedeschi incorporati in veicoli militari consegnati a Myanmar; - Italia: la 'scappatoia' presente nella legislazione, che consente l'esportazione di grandi quantita' di cosiddette 'armi a uso civile' verso paesi in cui sono in corso gravi violazioni dei diritti umani come Colombia, Repubblica del Congo e Cina; - Russia: esportazioni di armi pesanti, tra cui aerei da combattimento, verso Stati le cui forze commettono abusi dei diritti umani come Etiopia, Algeria e Uganda; - Usa: un consistente aiuto militare a paesi che si rendono responsabili di persistenti violazioni dei diritti umani tra cui Pakistan, Nepal e Israele; - Giappone: esportazioni di armi leggere e di piccole armi in paesi che fanno registrare una situazione negativa dei diritti umani come le Filippine; - Regno Unito: la mancanza di controllo sui materiali britannici che possono essere usati per compiere maltrattamenti e torture e il crescente uso delle 'licenze aperte', che consente alle aziende di fare spedizioni multiple senza un adeguato controllo. Gli esempi compresi nel rapporto mostrano perché e' urgentemente necessario un rigido e coercitivo trattato sul commercio delle armi, internazionale, vincolante e basato sul diritto internazionale, soprattutto sul diritto umanitario e sulle norme relative ai diritti umani: questi standard, se fossero rispettati, potrebbero salvare la vita a molte persone, prevenire la sofferenza e proteggere i beni di sostentamento. 'Alla luce della massiccia perdita di vite umane e della distruzione di proprieta' e beni di sostentamento alimentati da questo irresponsabile trasferimento di armi, il G8 deve passare dalla retorica ai fatti e promuovere un negoziato per l'adozione di un trattato sul commercio delle armi entro il 2006. In caso contrario, ci troveremmo di fronte a un deprecabile tradimento nei confronti di milioni di uomini, donne e bambini esposti ogni giorno a violazioni dei diritti umani e alla violenza delle armi' ? ha detto Rebecca Peters, direttrice di Iansa. Ulteriori informazioni La Campagna Control Arms e' stata lanciata nell'ottobre 2003 da Amnesty International, Oxfam International e International Action Network on Small Arms. Il suo obiettivo e' di ridurre la proliferazione e il cattivo uso delle armi e convincere i governi ai introdurre un trattato vincolante sul commercio di armi. FINE DEL COMUNICATO Roma, 22 giugno 2005 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia ? Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. 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