Re: Se scatta l'emergenza nucleare a Napoli... dov'è il piano? Prefetto incalzato dai pacifisti



Coraggio,
un grande saluto di incoraggiamento dal Co.Ci.S. di La Maddalena. Il nostro
piano di emergenza è talmente assurdo che vi capiamo perfettamente. Noi qui
stiamo aspettando di avere una amministrazione comunale (siamo sotto
commissario prefettizio da diversi mesi) che dia forza alla nostra richiesta
di declassificazione del piano. Essendo in campagna elettorale per le
comunali abbiamo sottoposto a tutti i candidati a sindaco un questionario
perchè rendano nota la loro posizione sulla base Usa di S. Stefano, sul suo
ampliamento, sulla nuova base logistica di La Maddalena e sul piano di
emergenza. Avevamo già chiesto l'anno scorso al prefetto il piano ma ci
aveva candidamente risposto che non c'erano le premesse per renderlo
pubblico.
Se riuscite ad avere il vostro, fateci sapere come ci siete riusciti
Grazie
Maja
----- Original Message -----
From: "by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>"
<francescobasile at email.it>
To: <disarmo at peacelink.it>; <news at peacelink.it>
Cc: <vialebasi at liste.comodino.org>
Sent: Monday, March 14, 2005 6:36 PM
Subject: Se scatta l'emergenza nucleare a Napoli... dov'è il piano? Prefetto
incalzato dai pacifisti


> Se nel golfo di Napoli scoppiasse un incidente nucleare, sorprenderebbe la
> città completamente impreparata. Nonostante il decreto 230/95 sancisca
> l'obbligo di informare la popolazione sui piani di evacuazione, recitando
> all'art.129 " le informazioni devono essere fornite alle popolazioni [...]
> senza che le stesse ne debbano fare richiesta. Le informazioni devono
> essere accessibili al pubblico, sia in condizioni normali, sia in fase di
> preallarme o di emergenza radiologica",  il piano partenopeo
> resta  "secretato" e l'obbligo di trasparenza conseguentemente evaso da
> quasi dieci anni.
> Fortunatamente il prefetto Profili ha il fiato sul collo del Comitato per
> Smilitarizzazione del Territorio della Campania, che in una lettera
> ufficiale ha chiesto i motivi del prolungato ritardo. Nulla di strano
> comunque: un rapido sguardo ad esperienze similari mostra infatti una
> reticenza delle autorità nel fornire informazioni dettagliate sui piani di
> emergenza, che si dividono in disposizioni civili e militari. Taranto
> ottenne nel settembre del 2000 una parte del piano civile, grazie ad una
> protesta messa in piedi dall'associazione Peacelink, che incalzò prefetto
e
> amministrazioni locali proprio in base alle regole di trasparenza presenti
> nel decreto 230. Il piano ha finito per mostrare l'inconsistenza delle
> misure e la pericolosità legata alla presenza dei mezzi, definite dagli
> esperti come centrali nucleari vaganti, prive dei requisiti minimi di
> sicurezza. Sui  natanti nucleari mancano infatti le pesanti barriere di
> cemento che vengono poste a protezione delle centrali su terraferma e sono
> presenti esplosivi che solitamente non vengono introdotti nelle centrali
> vere e proprie.
> La Spezia invece non conosce ancora la parte civile del piano, grazie ad
> una fuga di notizie nel 2000 fu resa nota quella militare che scatenò
> all'epoca non poche polemiche. Una nota a pagina 38 impone infatti il
> blocco totale del traffico durante tutte le operazioni -quindi sosta,
> attracco e manovre- dei mezzi a propulsione nucleare.
> La "nota di La Spezia" mostra quindi una chiara incompatibilità tra il
> traffico nucleare e quello mercantile e civile,
> tirando in ballo anche interessi economici. A Napoli le portaerei in
ultima
> l'Eisenhower quest'estate -  attraccano presso i Moli Angioino e San
> Vincenzo, i punti a più alta densità di traffico turistico, oppure sostano
> nel golfo crocevia di traffici di vario tipo. Inoltre, navi e sommergibili
> effettuano le loro manovre in zone interessate dal traffico merci che a
> breve diverrà ancora più fitto. In questi giorni si chiude infatti un
> accordo tra l'autorità portuale di Napoli e il colosso dei trasporti
cinese
> Cosco, che sposterà nel golfo alcune linee mercantili attualmente gestite
> dal porto olandese di Rotterdam.
> L'On. Mauro Bulgarelli, parlamentare dei Verdi, lunedì ha posto il
problema
> alla Camera con un interrogazione parlamentare, oggi denuncia: " Il
solito,
> intollerabile, scaricabarile, grazie al quale il nostro paese continua
> violare precise direttive comunitarie, tanto da aver subito una procedura
> di infrazione da parte della commissione europea. In un paese come il
> nostro, i cui mari sono continuamente solcati da sommergibili a
propulsione
> atomica, i cittadini hanno almeno il diritto di conoscere a quali
> conseguenze vanno incontro in caso di incidente.".
> L'unico conforto proviene dall'esperienza di Venezia, motivi d'interesse
> storico hanno infatti permesso agli amministratori veneziani di ottenere
> che il porto venisse "derubricato" dalla lista degli scali nucleari.
>
> Francesco Basile
> Articolo da "Metrovie" dell'11 marzo
> (supplemento napoletano al Manifesto)
>
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