[Diritti] Cassazione: «La Libia non è un porto sicuro». Reato obbedire ai guardacoste libici



Con una sentenza definitiva viene condannato il comandante di una nave privata italiana che aveva soccorso 101 naufraghi e li aveva poi consegnati a una motovedetta libica.

La Libia è «porto non sicuro» e facilitare la riconsegna dei migranti alle autorità di Tripoli è un crimine. Ora c’è una sentenza definitiva, che avrà conseguenze sui processi e le indagini in corso, oltre che ricadute sulle scelte politiche. La Corte di cassazione ha infatti confermato la condanna per il comandante di un rimorchiatore italiano che aveva soccorso 101 migranti e li aveva poi affidati a una motovedetta libica.
Con un verdetto che senza eccezione indica la strada alla giurisprudenza, a cui dovranno conformarsi tutti i tribunali italiani, i giudici hanno bocciato il ricorso del comandante della “Asso 28”, il rimorchiatore di servizio presso alcune piattaforme petrolifere, ritenendolo colpevole dei «reati di abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci, e di sbarco e abbandono arbitrario di persone», previsto dal Codice della navigazione.

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