[Diritti] Rifugiati. Cos'è l'Unrwa e perché è sotto attacco



Messaggio da: Frontiere - Internazionale <noreply at peacelink.it>
Data: lun 29 gen 2024 alle 16:17
Oggetto: Cos'è l'Unrwa e perché è sotto attacco, annullata una parte della legge immigrazione in Francia, piano Mattei


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29 gennaio 2024
La newsletter sulle migrazioni a cura di Annalisa Camilli
Che cos'è l'Unrwa e perché è sotto attacco
L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha dichiarato che non sarà in grado di continuare le sue operazioni nella Striscia di Gaza e nel resto della regione dopo la fine di febbraio, se i finanziamenti che riceve non saranno sbloccati immediatamente. 

Dieci paesi, tra cui l'Italia, hanno sospeso i finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite dopo che Israele ha accusato dodici dipendenti dell'organizzazione di avere partecipato all'organizzazione degli attentati del 7 ottobre rivendicati dal gruppo islamista palestinese Hamas in territorio israeliano. 

Gli Stati Uniti hanno immediatamente annunciato la sospensione dei finanziamenti e la scelta è stata poi condivisa da altri stati: Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, Germania, Giappone e Austria. 

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha chiesto agli stati donatori di "garantire continuità" al finanziamento dell'agenzia da cui dipende il sostentamento e la distribuzione di aiuti "a due milioni di civili" nella Striscia di Gaza.

Su dodici dipendenti pendono "gravi accuse" su cui è in corso un'indagine interna, ha assicurato Guterres. L’Unrwa ha immediatamente sospeso nove degli accusati, mentre due sono morti. L’identità degli accusati non è stata resa nota.

Sfollati palestinesi ricevono aiuti alimentari dall'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Rafah, nella Striscia di Gaza, il 28 gennaio 2024. (Afp)
L'Unrwa è stata fondata nel 1949 in seno alle Nazioni Unite per occuparsi dei circa settecentomila profughi palestinesi costretti a lasciare le loro case nella prima guerra arabo-israeliana. 

Da allora il numero di rifugiati palestinesi per l'Onu è passato da 711mila nel 1950 a oltre cinque milioni, registrati nel 2015, questo anche perché solo nel caso dei palestinesi la definizione di "rifugiato" si applica anche ai discendenti dei profughi del 1948. Molti dei rifugiati palestinesi di oggi sono nati e cresciuti in un campo profughi, che nel frattempo può essere diventato un insediamento stanziale.

L'Unrwa, che significa Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente, è un'agenzia dell'Onu autonoma rispetto all'Unhcr, l'agenzia che si occupa di tutti gli altri rifugiati del mondo, cioè di coloro che sono costretti all'esilio lontani del loro paese d'origine per sfuggire a guerre e persecuzioni, secondo quanto definito dalla Convenzione di Ginevra del 1951. 

I rifugiati palestinesi sono in tutto il Medio Oriente, in particolare in Giordania, Siria e Libano. Ma sono anche in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Sotto le bombe di Gaza, in questo momento ci sono più di un milione di "rifugiati" palestinesi discendenti da quelli della Nakba del 1948. 

Non è la prima volta che le critiche all’Unrwa determinano l'interruzione dei finanziamenti. Lo avevano fatto gli Stati Uniti nel 2018: al tempo l’amministrazione di Donald Trump che aveva definito l'agenzia "un’operazione irrimediabilmente imperfetta". Nel 2019 la Svizzera, il Belgio e i Paesi Bassi hanno fatto lo stesso dopo che un’indagine interna all’agenzia aveva fatto emergere dei casi di cattiva gestione, abuso di autorità ad alti livelli, nepotismo e discriminazioni. Ma poi i finanziamenti erano stati ripristinati. 
 
Ultime notizie
La corte costituzionale francese annulla una parte della legge immigrazione Il Consiglio costituzionale francese il 25 gennaio ha respinto 32 degli 86 articoli della legge sull’immigrazione. Le misure riguardavano l’accesso all’assistenza sociale, l'introduzione di quote, che avrebbero limitato il numero di immigrati accettati in Francia e la regolamentazione sul ricongiungimento familiare sono state respinte dalla corte, perché giudicate in contrasto con la costituzione. 

◆ Il piano Mattei alla conferenza Italia-Africa "Il piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti operazioni a dono e garanzie". Lo ha detto la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni, aprendo la conferenza Italia-Africa nell'aula del senato il 29 gennaio. Meloni ha aggiunto che dei 5,5 miliardi, "circa 3 miliardi arriveranno dal fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo". Alla conferenza Italia-Africa partecipano 25 capi di stato e di governo africani, insieme ai rappresentati delle istituzioni europee e di quelle internazionali. L'Italia, che presiede il G7 nel primo semestre dell'anno, si è impegnata a fare dello sviluppo africano un tema centrale del suo mandato, ma molti sostengono che gli aiuti allo sviluppo e gli investimenti sulle infrastrutture e sull'energia potrebbero essere vincolati al rafforzamento delle frontiere per fermare i flussi di persone in viaggio verso l'Europa. 

Nuove regole europee contro la tratta di esseri umani Il parlamento europeo e il consiglio europeo, il 23 gennaio, hanno raggiunto un accordo sulle norme da adottare per rafforzare la lotta al traffico di esseri umani. Tra le varie norme l’istituzione di organismi nazionali antitratta e una raccolta dati a livello europeo, pubblicata annualmente da Eurostat.

◆ La camera dei lord ha respinto l'accordo del Regno Unito con il Ruanda La sera del 22 gennaio la camera dei lord ha respinto la ratifica del trattato con il Ruanda, firmato dal governo di Rishi Sunak, che prevede il trasferimento forzato nel paese africano dei migranti arrivati nel Regno Unito. I lord hanno approvato, con 214 voti a favore e 171 contrari, una mozione che chiede al governo di sospendere il trattato fino a quando non sarà stato effettivamente dimostrato che il Ruanda è un paese sicuro per i migranti. La camera bassa aveva approvato l'accordo il 17 gennaio.

In Italia la camera approva l'accordo sui migranti con l'Albania Il 24 gennaio la camera dei deputati ha approvato il disegno di legge sulla ratifica ed esecuzione del protocollo d’intesa tra Italia e Albania sui migranti con 155 voti a favore, 115 contrari e due astensioni. L’accordo, che è stato firmato il 6 novembre 2023 da Roma e Tirana sulla base di un vecchio trattato di collaborazione tra i due paesi, prevede la costruzione di due centri per il rimpatrio dei migranti – gestiti e controllati dall’Italia in territorio albanese – per l’esame accelerato delle domande dei richiedenti asilo. Una parte dei migranti soccorsi in mare da navi militari italiane sarà trasferita in Albania, un paese non europeo, considerato sicuro dall’Italia. Ora il disegno di legge passa all’esame del senato.
La Spagna condannata per rimpatrio forzato di minori Il 22 gennaio la corte suprema spagnola ha definito illegale l’espulsione in Marocco di circa 700 minori non accompagnati, avvenuta nel 2021 nell'enclave di Ceuta. Secondo la corte, c'è stata una violazione delle leggi nazionali sull'immigrazione e della Convenzione europea sui diritti umani.

◆ Chiuso il Cpr di Trapani-Milo, dopo le proteste dei migranti Dopo la rivolta dei migranti che hanno dato fuoco a dei cartoni per protestare contro le condizioni del centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr), il centro di detenzione di Trapani-Milo chiuderà per ristrutturazione e le centinaia di persone che erano trattenute saranno trasferite. Il Cpr era già stato chiuso per inagibilità e poi riaperto nel 2021. Ma il rapporto del 2023 del progetto In Limine dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) denunciava già diverse criticità nell’accesso tempestivo e sistematico all’informativa legale, nell’accesso alla protezione internazionale e nell’accesso alla difesa per i migranti trattenuti.

Io Capitano di Matteo Garrone nella cinquina di finalisti all'Oscar Il film del regista italiano Matteo Garrone, che racconta la storia di Seydou e Moussa in viaggio dal Senegal verso l'Italia, prima attraverso il deserto e poi attraverso il mare, è entrato nella cinquina dei finalisti nella categoria Miglior film straniero ai premi Oscar. Il film ha già vinto il Leone d'argento per la regia all'ottantesima Mostra del cinema di Venezia lo scorso settembre. La premiazione e la proclamazione dei vincitori si svolgerà il 10 marzo a Los Angeles. 
 
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È rimasto al centro della scena politica statunitense anche grazie al sostegno della destra cristiana, che lo considera un leader benedetto da Dio. Immagine di Doug Chayka
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