[Diritti] Giornalisti e libertà di informazione sotto attacco



È vero ciò che ha sottolineato lo scorso lunedì nella settimanale riunione dell’associazione Articolo21 il segretario della EfJ (Federazione europea dei giornalisti) Ricardo Gutiérrez, vale a dire che – grazie in particolare al ministro spagnolo – nella riunione del cosiddetto trilogo non è passato il tentativo di sporcare il testo dell’articolo 4 dell’European Media Freedom Act (Emfa). Si tratta del Regolamento di Bruxelles a tutela del diritto all’informazione. Il colpo di mano tentato da un gruppo di Stati con l’Italia in prima fila ha provato a rendere facilmente praticabili le incursioni nei telefoni e nei computer delle giornaliste e dei giornalisti. Ora ci si deve attenere alle disposizioni dei Trattati, che garantiscono l’indipendenza dei media.


Pericolo scampato? No. 


Lo stesso Gutiérrez ha dovuto prendere atto con stupore dei casi ormai numerosissimi di ricorso alle querele bavaglio, alle minacce e alle aggressioni nei riguardi di coloro che mettono il naso in faccende poco commendevoli.

Nel corso dell’incontro si sono sentite, infatti, le testimonianze di Nello Scavo dell’Avvenire e di Giovanni Tizian del Domani. Sono vicende incredibili, che vanno dalle intercettazioni alle perquisizioni.

In un’intervista ad un quotidiano un ex esponente dei servizi segreti ha pure accennato all’ingerenza nella privacy di Scavo, esposto per le inchieste sui migranti e la guardia costiera libica. La seriale attitudine a portare in giudizio Report dopo ogni puntata, o persino prima, è un punto fisso e immutabile della cavalcata nera. Probabilmente, da quelle parti si viaggia con un sistema a punti: chi fa il maggior numero di querele magari è agevolato nella carriera. Com’è noto, poi, attaccare personalità famose favorisce i quindici minuti di celebrità. Ecco, allora, fioccare attacchi costanti a Roberto Saviano, Paolo Berizzi, Sigfrido Ranucci: come minimo si conquista una citazione.


Vincenzo Vita

Continua sul Manifesto del 20.12.2023