[Diritti] ADL 141127 - A casa



L'AVVENIRE DEI LAVORATORI

La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu

Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894

Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo

Direttore: Andrea Ermano

 

Settimanale in posta elettronica – Zurigo, 27 novembre 2014

   

Per disdire / unsubscribe / e-mail > unsubscribe_adl at vtxmail.ch

Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni

In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni

   

    

IPSE DIXIT

 

I compiti a casa - «Le proteste internazionali per chiedere di fare di più per salvare vite umane in mare non sono state seguite da alcuna significativa azione da parte dei leader europei. L'Italia è stato l'unico paese dell'Unione europea a reagire lanciando l'operazione Mare nostrum e destinando una parte significativa della sua flotta alle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale.» – Amnesty International

        

    

Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24).

    L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

    

    

EDITORIALE

 

Non fa notizia…

 

di Andrea Ermano

 

"Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero", ha dichiarato papa Francesco di fronte all'Europarlamento martedì scorso. Si parva licet, ne siamo laicamente convinti anche noi, e non da oggi. Parole sante, dunque, ma non fanno notizia.

     Jorge Maria Bergoglio non è il primo non-europeo approdato al soglio di Pietro, il quale Pietro era anche lui un extracomunitario. Secondo gli odierni parametri era un extracomunitario mediorientale, tecnicamente un ex pescatore disoccupato di nazionalità ebraica, con suocera a carico, senza permesso di soggiorno. A lui faranno per altro seguito nel corso di un lungo tempo santi padri Africani e Asiatici e Greci e Polacchi e Tedeschi.

    Martedì scorso, dicevamo, il papa Sudamericano, venuto "dalla fine del mondo", ha esposto al Parlamento di Strasburgo il proprio punto di vista sui mali e i rimedi dell'attuale crisi europea.

 

<> 

 

È stato il primo discorso di un Pontifex extraeuropeo all'Europarlamento. Un discorso a favore della dignità della persona, dei diritti e dei doveri di ciascuna persona, di ciascuna famiglia e di ciascun popolo. Un discorso a favore del lavoro, della multiculturalità, del pluralismo e della pace. Discorso contro una "opulenza ormai insostenibile" in un mondo abbastanza scettico a fronte di quest'Europa vecchia e depressa, in cui "la forza politica espressiva" dei popoli rischia di vedersi assoggettata "alla pressione di interessi multinazionali non universali", cioè omologata "al servizio di imperi sconosciuti". (Ovazione)

    A Strasburgo, in Parlamento, questo discorso è stato accompagnato da molte ovazioni, e da quasi altrettante divisioni: applaudito a turno, ora dalle destre (difesa della famiglia, no all'aborto), ora dalle sinistre (difesa del lavoro, no alla schiavitù). Con un momento grave d’imbarazzo dipinto sul volto di taluni xenofobi, quando è risuonato lo j'accuse: "Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero". (Ovazione)

 

<> 

 

I siti delle destre europee, finanziate da Putin (come ormai si sa), non meno che quelli delle grandi testate connesse all’anarco-capitalismo globale si sono messi a parlar d'altro. E così riferiscono dettagliatamente di rapinatori arrestati in Croazia. Illustrano ammirati le gesta di elefantini coraggiosi nello Zambia. Condannano severi le patatine fritte negli USA. Piangono sconsolati le tigri prima liberate, ma poi abbattute in Cina. Danno conto, doverosamente, dell’ottimismo confindustriale italiano circa la ripresa l'anno venturo. S'interrogano allusivi sul Piano Juncker. Eccetera.

    Resta un punto. Che il Mar Mediterraneo non deve diventare un grande cimitero.  Ma su questo punto, evidentemente, non tutti sono d'accordo.

      

    

Europa

 

E ora avanti!

 

Infranto il dogma dell’austerità con il piano

di investimenti proposto da Juncker

 

di Gianni Pittella,

primo vicepresidente del Parlamento Europeo

 

Con la presentazione del piano di investimenti da parte del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker il paradigma è finalmente cambiato: dalla cieca austerità, dogma dell’era Barroso cinque anni fa, ad una nuova era fatta di investimenti, posti di lavoro e crescita. Questo è solo l’inizio, ma già ci troviamo di fronte ad un punto di svolta: i contributi degli Stati membri al nuovo fondo di investimento non saranno calcolati nel patto di stabilità. Abbiamo abbattuto il tabù della rigidità. Non si tratta di infrangere le regole. Si tratta di rendere le regole flessibili in modo intelligente. Questo è il chiaro risultato della nostra battaglia politica, possiamo essere orgogliosi.

 

 

cid:image007.jpg@01D00A4E.68336570

 

Intervento di François Hollande a una riunione di socialisti

e democratici europei presieduta da Gianni Pittella

 

Tuttavia non possiamo dirci ancora pienamente soddisfatti del piano. Ci aspettavamo di più. La svolta storica sulla flessibilità è stata purtroppo controbilanciata da una mancanza di coraggio nell’investire denaro pubblico. Ci sarebbe piaciuto vedere molti più fondi pubblici stanziati per attrarre investimenti del settore privato da dedicare a progetti rischiosi, ma 21 miliardi sono comunque un buon punto di partenza. Condividiamo la volontà espressa da Juncker di estendere il piano oltre i primi 3 anni, perché questo possa essere – come noi crediamo – la scintilla della ripresa economica e della crescita.

    Gli Stati membri devono essere incoraggiati a contribuire al Fondo. Insisteremo sulla flessibilità per permettere agli Stati un più ampio margine di manovra per investire. Inoltre crediamo che occorrano priorità di investimento chiare, soprattutto nei settori dell’economia sostenibile, della transizione energetica e del sostegno alle piccole e medie imprese.

    Non siamo interessati a ciò che dicono le agenzie di rating, siamo interessati alle vite delle persone. Giudicheremo l’efficacia di questo piano in base al numero di posti di lavoro creati.

    Non possiamo perdere questa opportunità. La strada sarà lunga, ma il primo passo è quello giusto.

 

Vai al video con l’intervento di Gianni Pittella (SD)

alla seduta plenaria del Parlamento Europeo

  

 

SPIGOLATURE 

 

Un sogno impallidito

nell'alba livida di Ferguson

 

di Renzo Balmelli

 

LIVORE. Aveva un sogno Martin Luther King. Un sogno che ora è impallidito nell'alba livida di Ferguson (Missouri) trasformandosi nell'incubo di un'intera nazione risvegliatasi tra i fumi, le proteste e l'ennesima rivolta contro l'abiezione segregazionista. L'incubo di quel cancro strisciante e incrostato chiamato razzismo che ad onta di tutti gli sforzi ancora non  si è riusciti a debellare fino in fondo. Contro il nero Obama vengono mosse le accuse più incredibili e astiose, spia del livore e del linciaggio morale che ha ritrovato nuova linfa nelle frange più intolleranti della società, ostili per partito  preso al presidente, al dialogo ed a tutto ciò che rappresenta. Siamo al punto che in America un  poliziotto bianco può sparare a un giovane di colore disarmato , ucciderlo, essere prosciolto  senza nemmeno subire un regolare processo e andare in televisione a dire che questo è il suo lavoro.

 

IMPOTENZA. Sono belli i fidanzatini di Peynet. Ripensandoci sembrano di un altro pianeta, tanto è sconvolgente il contrasto con la raggelante "normalità" dei racconti di ordinaria follia maschilista nei confronti dell'universo femminile. Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne sono venuti a galla quotidiani episodi di crudeltà consumati dentro le mura domestiche da lasciare senza fiato. La vastità del fenomeno si è cominciata a intuire da quando le vittime, vinta la paura, hanno trovato il coraggio di parlare, in barba alla balorda concezione secondo la quale i panni sporchi si lavano in casa. Oltre allo sdegno cresce la consapevolezza di quanto resta ancora da fare fino al giorno in cui l'uomo capirà che lo sfoggio di manesca onnipotenza è soltanto la spia della sua sterile impotenza.

 

DIGNITÀ. Non meno sciagurata della violenza contro le donne è quella che colpisce i bambini, altro anello debole di quella parte malata della società che considera i soprusi la norma e le prevaricazioni la regola. Da 25 anni è in vigore la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, il documento che riconosce ai minori il diritto a un nome, a una nazionalità, alla sopravvivenza, all'istruzione, alla salute. Spesso però le buone intenzioni sono ancora carta stampata. Un quarto di secolo dopo milioni e milioni di bambini nel mondo ufficialmente non esistono, sono invisibili, spogliati di qualsiasi protezione e soggetti alle forme più bieche della barbarie, solo perché non sono mai stati registrati. Un quadro desolante che minaccia la loro crescita, soffoca la loro dignità e di cui vergognarsi è ancora poco.

 

RISORSA. Dopo le parole al vetriolo del leader CGIL Landini contro il governo, è partita la polemica sull'uso politico dell'onestà. A destra non hanno perso tempo sostenendo che l'onestà non è una professione. Chissà perché? Che dire allora della disonestà intellettuale praticata con insolente disinvoltura da chi per anni ha guidato il Paese? Più mestiere di così! Se anche può dare fastidio, essere onesti nel senso di avere rispetto per gli altri è invece una lodevole vocazione. Nessuno può pretendere di averne il monopolio, ciò nonostante l'onestà è una risorsa necessaria per vivere meglio; una missione difficile che non rende in termini di soldoni, poltrone e festini, ma aiuta a guardarsi allo specchio senza abbassare gli occhi. Non è poco.

 

IDEALI. Pesa come un'ipoteca sul successo elettorale del premier il voto di chi non vota. Da qualunque parte la si osservi, l'astensione, specie tanto vistosa, è sempre un segno di sfiducia. Forse adesso l'ha capita anche Renzi che quando si rappresenta il Pd non si può governare contro la sinistra e i sindacati, men che mai in una roccaforte rossa come l'Emilia-Romagna. Magari di primo acchito con la spavalderia si vince, ma poi non si convince. E la conferma, oltre che dalle urne disertate, arriva dalla tragicamente trionfante svolta lepenista della Lega che ruba consensi a tutti. Che la politica sia l'arte del compromesso è risaputo, ma non al punto da rottamare un patrimonio di ideali che ha un posto stabile nel cuore dei lavoratori. Riconoscerne il valore è a sua volta un atto di onestà.

 

FRENO. Con Forza Italia nel caos e il declino del Movimento 5 Stelle, l'attenzione degli osservatori stranieri, non più distratti dalle intemperanze del bunga-bunga, prova a concentrarsi sul bilancio del governo che tuttavia appare ancora come un cantiere aperto. A fare discutere è in particolare il patto del Nazareno che agli occhi di chi segue da lontano le italiche vicende è visto come uno strumentale passaggio a vuoto senza prospettive e con un alleato inaffidabile che cerca di frenare i tempi delle riforme per giocarsi tutto nella partita per il Quirinale. Un giudizio che il Tages Anzeiger di Zurigo sintetizza con l'immagine quanto mai emblematica del premier sovrastata dalla gigantografia di un Berlusconi machiavellico e sorridente sotto i baffi che non ha.

 

RIMPIANTO. Inferociti per non essere riusciti a scalfire la sua onestà di fondo, i repubblicani minacciano ordalie a tutto campo contro Obama. Non appena saranno padroni del Congresso, proveranno a sbriciolare le maggiori conquiste sociali del Presidente, dalla riforma sanitaria al decreto che cambia la vita a cinque milioni di immigrati. A proposito di quest'ultimo, resta il sottile rimpianto per una scelta coraggiosa, ma forse tardiva rispetto alle attese. Per contrastare una certa destra, purtroppo molto attiva anche in Europa, servono continue iniziative di altissimo spessore morale senza le quali l'umanità corre il rischio di finire in balia dei marosi su una pericolante zattera della Medusa.

 

IGNORANZA. Nel livore da mettere sul conto del neo populismo frontista, spesso si dimentica che l'Europa nasce da una lacerazione rimarginata a fatica grazie alla dedizione dei suoi padri fondatori. Da questo punto di vista, lasciano a dir poco allibiti le parole di un coordinatore di FI, un partito che pretende di ispirarsi alla cultura liberale, il quale, provocando tanto per provocare, si definisce orgogliosamente fascista e razzista sul tema dell'immigrazione. Venendo da un giovane è una frase da brivido che tuttavia contiene un'amara verità. L'ignoranza e la distanza temporale dagli eventi che insanguinarono l'Italia evidenziano quanto siano difficili da capire certe lacerazioni da parte di una generazione cresciuta senza l'incubo dell'orbace.

 

SOGNO. Meritava una miglior sorte in termini di ascolto e anche un impianto scenico meno da feuilleton a tinte rosa, il film tv che la RAI ha dedicato ad Altiero Spinelli, padre dell'Unione Europea. L'iniziativa era lodevole, ma l'importanza della causa si è in parte persa tra le pieghe di una fiction sciropposa. Con Spinelli è la grande Storia che parla. La Storia della resistenza alla peste bruna e del manifesto di Ventotene, concepito al confino assieme a Ernesto Rossi, che dapprima evoca il sogno di un continente senza più guerre e poi trova la consacrazione nel piano che porta il suo nome e costituisce la base dell'integrazione europea. Su questo documento si fondano il Trattato di Maastricht e l'UE così come la conosciamo oggi, voluta e varata nel nome di un'idea che non muore a dispetto dei suoi detrattori.

        

    

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

   

    

Da Avanti! online

www.avantionline.it/

 

Violenza e donne,

scarsa l’attenzione del governo

 

Cinquantaquattro anni fa, il 25 novembre 1960, le tre sorelle Mirabal vennero brutalmente assassinate nella Repubblica Dominicana per il loro impegno politico contro il dittatore di quel periodo, Rafael Leònodas Trujillo.Da allora la data del 25 Novembre è diventata il simbolo dell’atto d’accusa della società civile nei confronti del fenomeno – ancora ampiamente diffuso – della violenza sulle donne e contro le donne.

 

“Se facciamo il punto della situazione dopo 20 mesi di legislatura, possiamo certamente dire di aver compiuto qualcosa di buono: dalla ratifica della convenzione di Istanbul, all’approvazione di una mozione ricca di impegni, alla legge contro il femminicidio, ma a tutti questi impegni non sono seguiti fatti concreti”. Ad affermarlo è Pia Locatelli, presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne e deputata del Psi, intervenendo alla Camera nel corso della celebrazione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Dovevamo ‘vestire’ – spiega la parlamentare socialista – la ratifica della Convenzione di Istanbul adeguando l’ordinamento interno alle prescrizioni che la stessa contiene. Ma a chi spettava prendere l’iniziativa? Dovevamo dare le gambe agli impegni della mozione votata all’unanimità. Ma a chi spettava occuparsene? Dovevamo preparare il piano antiviolenza. Ma a chi spettava predisporlo? Il fatto è che manca una figura di riferimento nel governo, ricco di presenze femminili, ma ciascuna con compiti e deleghe specifiche, diverse. No, così non va bene. C’è bisogno – ha concluso – di una Ministra dedicata, con deleghe proprie, senza la quale viene inevitabilmente a mancare quell’attenzione necessaria a portare avanti efficaci e continuative iniziative politiche per promuovere la parità e le pari opportunità tra uomini e donne nel nostro Paese e prioritariamente per contrastare la violenza in tutte le sue molteplici e drammatiche forme”.

       

 

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

 

Flash mob a Roma

 

Giovani Cgil: “Il Jobs Act fa acqua da tutte le parti”

 

“Il Jobs Act fa acqua da tutte le parti”. Questo il tema del Flash mob organizzato ieri (mercoledì 26 novembre) dai giovani della Cgil, nell'ambito della campagna 'Xtutti', a Roma alle ore 12 in via del Corso, all'altezza della Galleria Alberto Sordi in piazza Colonna, “per smascherare i veri contenuti” del disegno di legge delega sul lavoro.

    Dopo l'approvazione ieri alla Camera del Jobs Act, e il prossimo via libera definitivo da parte del Senato, i giovani del sindacato guidato da Susanna Camusso saranno oggi in piazza, nei pressi di palazzo Chigi, sede del governo, approfittando della pioggia: “perché sia visibile a tutti - spiegano - come il provvedimento sul lavoro fa acqua da tutte le parti”.

    

    

Economia

 

Libero mercato?

 

Anche dopo lo scandalo LIBOR le banche continuano

imperterrite con la manipolazione dei mercati.

 

di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi)

e Paolo Raimondi, Economista

 

Cinque grandi banche internazionali dovranno pagare all’agenzia di controllo americana Commodity Futures Trading Commission (CFTC), all’inglese Financial Conduct Authority (FCA) e all’agenzia di controllo svizzera Finma ben 4,3 miliardi di dollari di multa per aver manipolato per anni, almeno dal 2009 fino alla fine del 2013, i cosiddetti tassi Forex. Naturalmente la notizia sta suscitando grande sensazione

    Ovviamente sono le “too big to fail”, 2 banche americane, la Citibank e la Jp Morgan Chase, due inglesi, l’HSBC Bank e la Royal Bank of Scotland, e la svizzera UBS. Inoltre c’è per l’inglese Barclays Bank un’indagine aperta.

    Esse hanno manipolato i tassi di cambio usati come riferimento di base per stabilire i valori delle differenti monete e anche i tassi di cambio tra le stesse.

    In una sorta di cabina di regia, usando nomi in codice da loggia segreta, gli operatori bancari incaricati si scambiavano anche informazioni riservatissime relative ad operazioni monetarie fatte dai loro clienti. Il tutto a beneficio naturalmente degli interventi fatti poi dalle banche stesse sui mercati dei cambi.

    Purtroppo tutti gli operatori mondiali sono stati perciò costretti a basarsi su tassi di cambio manipolati nella stipula dei propri contratti. Di conseguenza l’integrità del sistema finanziario e monetario internazionale e la fiducia degli operatori sono state ancora una volta inficiate da una “corruzione sistemica”.

    Come è noto ogni giorno il mercato Forex tratta circa 5,3 trilioni di dollari in varie forme di derivati, di cui il 40% alla City di Londra. Per comprendere le potenziali dimensioni della truffa si consideri che una piccolissima variazione dello 0,01% applicata su tutto l’ammontare sarebbe pari a 530 milioni di dollari. Al giorno!

    Si parla di una multa esemplare. Le autorità di controllo sono soddisfatte e parlano di una moralizzazione definitiva del sistema. Si sentono forti le indignazioni di chi opera nel settore, perfino delle stesse banche condannate per la truffa. Ma non è così.

    In realtà tutto ciò serve a coprire responsabilità e complicità. Non si sottolinea, per esempio, che il semplice fatto di pagare le multe cancella anche tutte le responsabilità penali. Quindi nessuno sarà condannato e nessuno finirà in galera per truffa.

    La speculazione e simili frodi nei fatti sarebbero considerate al di sopra della legge. Se ciò avvenisse anche in altri campi criminali, tutti i mafiosi potrebbero essere liberi, perché ben disposti a pagare una “tangente allo Stato” in cambio dell’assoluta impunità.

    Non si evidenzia bene anche il fatto che le banche coinvolte nella truffa Forex sono le stesse che, con altre, hanno partecipato alla manipolazione del tasso LIBOR, quel tasso di interesse di riferimento per tutte le operazioni finanziarie mondiali, di cui abbiamo scritto in passato su questo giornale. Anzi, tra queste, alcune hanno continuato a manipolare il Forex nonostante fossero state avvertite dalle autorità di controllo circa le indagine a loro carico per la truffa LIBOR! Il loro agire non è un atto di stupidità ma una provocatoria manifestazione di arroganza del potere di chi sa di essere intoccabile, di essere “too big to jail”, troppo grande per finire in galera.

    Purtroppo la Commodity Futures Trading Commission incassa la multa, limitandosi ad invitare le banche “ a cessare e desistere da altre violazioni e a intraprendere passi specifici per rafforzare i controlli interni, le procedure e la supervisione dei propri operatori finanziari Forex”. Da parte loro, gli stessi grandi manager delle banche, si dichiarano esterrefatti e sorpresi per i comportamenti corrotti dei loro traders, alcuni dei quali verranno rimossi. Naturalmente si ricorrerà al classico “promeveatur ut amoveatur”.

    Questi fatti ci dicono, ancora una volta, che nel sistema finanziario internazionale regna sovrana la manipolazione sistemica, la corruzione e la speculazione. Dal 2007-8 si parla di nuove regole stringenti e di riforme del sistema. A 6 anni di distanza ci si limita ancora a rincorrere truffatori e corruttori. Ci sembra un po’ poco se vogliamo evitare di essere di nuovo sorpresi da altri crac di dimensioni planetarie.

    Purtroppo anche a Brisbane il G20 non ha adottato in merito qualche decisione incisiva e significativa.

           

    

Dalla Fondazione Rosselli di Firenze

http://www.rosselli.org/

 

Mi mancherai.

 

Ricordo di Sandro Pertini

 

Mercoledì 17 dicembre 2014 si terrà, allo Spazio QCR di via degli Alfani 101r a Firenze, la consueta riunione di auguri della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli.

    Alle 18 verrà proiettato il  documentario "Mi mancherai. Ricordo di Sandro Pertini". Interverrà Stefano Caretti.  Il filmato non è mai stato ancora presentato a Firenze.

    Seguirà, alle 19, il brindisi augurale.

 

cid:image005.jpg@01D003E3.4B4A3B80

       

 

Da MondOperaio

http://www.mondoperaio.net/

 

C’era una volta il modello emiliano

 

Fossi uno della fantomatica “minoranza piddì”

non esulterei per il risultato emiliano.

 

di Luigi Covatta

 

Apparentemente è un campanello d’allarme per Renzi. In realtà è una campana a morto per un sistema che finora aveva costituito la più solida base sociale del postcomunismo.

    Non del comunismo. Nessuno pensava ai piani quinquennali quando passava da Carpi, da Goro o da Sant’Ilario, e constatava che lì si era realizzato il capitalismo in una sola generazione. Nessuno pensava a Baffone quando Dozza surclassava Dossetti alle elezioni comunali del 1956. E nessuno, del resto, pensava a Mazzini o a Prampolini quando prendeva atto dell’egemonia del Pri a Ravenna e del Psdi a Molinella. Piuttosto si prendeva atto del successo di un modello – il “modello emiliano” – che altro non era che uno dei tanti esempi di “socialdemocrazia realizzata” nell’Europa del dopoguerra.

    Certo: i compagni della Bolognina rimasero sconcertati quando sentirono dire da Occhetto che il loro dio non era mai esistito, e che comunque non doveva essere più venerato. Ma furono rassicurati dalla permanenza di una religione: la quale, come si sa, spesso prescinde da una fede e comunque ad essa sopravvive.

    Nel caso, sopravviveva il sistema di controllo sociale che ogni socialdemocrazia realizzata porta inevitabilmente con sé: la cooperativa che ti dà lavoro, il sindacato che ti inquadra, il comune che assegna le case popolari, la municipalizzata che tiene le tariffe basse, il partito che – oltre alle feste dell’Unità – organizza anche il “lavoro culturale” di cui Luciano Bianciardi ci ha lasciato imperitura testimonianza.

    Ma era un sistema destinato a sparire, come alla fine del “secolo socialdemocratico” è sparito in Gran Bretagna, in Germania, in Scandinavia e in Olanda: dove però non mancarono i chierici capaci di adeguare la dottrina ai tempi nuovi.

    I chierici del comunismo emiliano, invece, ignorarono la dottrina (che comunque non era la loro) e si concentrarono sulla religione. E pazienza se, per mandare avanti la ditta, dovevano di volta in volta nominare un papa straniero, cominciando con Prodi e finendo con Del Rio. Di riaprire i seminari non gli venne in mente neanche quando dovettero importare un Cofferati per fare il sindaco di Bologna.

Ora Bonaccini è stato eletto con lo stesso numero di voti con cui trent’anni fa venivano eletti Andreatta e Gorrieri, rare mosche bianche in un nugolo di mosche rosse. Fossi Fassina, rifletterei su questo, invece di festeggiare.

       

       

Da Italialaica

http://www.italialaica.it/

 

PAPA FRANCESCO

E LE DUE LAICITÀ

 

Lo stato italiano e il valore non negoziabile… della laicità.

 

di Attilio Tempestini

 

I toni dell'attuale papa, meno rigidi di quelli del suo predecessore, non vengono per ciò che riguarda i contrasti fra posizioni laiche e Chiesa cattolica a toccare entrambi i piani cui questi contrasti mi paiono, riconducibili.

    Un primo piano cioè è quello in cui si ha a che fare con tale Chiesa, nella sua dimensione di organizzazione. È il caso di quando la Chiesa cattolica entra nella scuola pubblica, con un insegnamento della religione che rimane soggetto all'autorità ecclesiastica. Di quando, a questa Chiesa, sono riservati trattamenti fiscali agevolati. Di quando infine (per venire al culmine ed alla sintesi, del piano in discorso), la Chiesa cattolica si erge a controparte dello Stato in un Concordato; per di più, richiamato nella Costituzione italiana.

    Su tale piano, allora, la laicità si presenta come appello ad una par condicio fra i vari soggetti – si tratti di chiese, o di gruppi informali come le persone non credenti – in cui una società si articola per ciò che riguarda la religione.

    Un secondo piano è quello, in cui si ha a che fare con la Chiesa nella sua dimensione di dottrina. Si tratta della Chiesa, che prende posizione contro il divorzio; contro l'aborto; contro l'omosessualità; contro le unioni di fatto... Prese di posizione le quali comportano sì pressioni sullo Stato, perché le sue leggi si allineino a tale dottrina: ma, più direttamente, prescrivono alle singole persone di comportarsi in determinati modi su certe questioni (questioni che si porrebbero, perfino se la Chiesa come organizzazione addirittura non esistesse).

Su questo piano, allora, la laicità si presenta come appello all'autodeterminazione delle persone, in un quadro legislativo che a tale autodeterminazione dia spazio. (…)

    Mi sembra dunque probabile, che valori “non negoziabili” continueranno ad avere un notevole peso vuoi sulla Chiesa come organizzazione, vuoi sulla Chiesa come dottrina. Un peso, ovviamente, per la cui incidenza nel nostro paese conterà quanto lo Stato, da parte sua, riterrà non negoziabile il valore della laicità.

       

                   

Da vivalascuola riceviamo

e volentieri pubblichiamo

 

CULTURA D’EUROPA

BENE COMUNE

 

SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA, IL FUTURO ABITA QUI

 

di Giorgio Morale

 

Studenti, insegnanti, genitori, comitati e sindacati il 29 novembre 2014 si incontreranno a Bologna per parlare di istruzione e ricerca come beni comuni per una cultura europea delle pari opportunità.

    Cultura d’Europa Bene Comune: scuola università ricerca, il futuro abita qui. Sono le parole con cui si aprirà il convegno. Si cercherà di uscire dal recinto stretto della proposta governativa di riforma della scuola. Si cercherà, e non solo simbolicamente, di allargare lo sguardo verso altre esperienze, altre risorse, altri orizzonti, altri movimenti presenti in Europa. Per tornare infine all’esperienza italiana della Legge d’iniziativa popolare “Per una buona scuola per la Repubblica”.

 

29 novembre 2014, ore 9.30, Università di Bologna,

aula I, via Zamboni 32 - Convegno europeo

 

           Interverranno:

 

·        Curzio Maltese, deputato, Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea

·        Nadia Urbinati, cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York

·        Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, già direttore della Normale di Pisa

 

Ore 14,30, incontro nazionale

 

SCUOLA PUBBLICA,

DIRITTO ALL’ISTRUZIONE,

DIRITTO ALLO STUDIO:

 

Uguaglianza di opportunità o servizio a pagamento?

Quale futuro per l’Italia d’Europa?

 

Contributi di studenti, insegnanti, genitori, comitati e associazioni locali e nazionali, cittadini e cittadine con l’intento di tracciare la via maestra verso una riforma del sistema scolastico che faccia propri i principi di uguaglianza, laicità, e pluralismo.

           

        

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

   

    

LETTERA

 

ETERNIT

 

Se un processo va avanti per decenni, gli avvocati lo sanno che solo con il tempo si può evitare una condanna arrivando alla prescrizione.

    Se invece si modifica la legge interrompendo i tempi per ogni virgola che determina una sospensione, i termini arrivano all'infinito e il reato non è mai prescritto.

    Oppure con i documenti presentati alla prima udienza il giudice deve emettere sentenza entro un dato termine, non si può portare un documento nuovo per ogni udienza e quindi perdere tempo.

    Il problema è che i morti non votano e nessuno di loro è candidato.

 

Antonio Auteri, e-mail

 

Apprendiamo dai senatori del PD Daniele Borioli, Stefano Esposito e Federico Fornaro che Renzi si sarebbe impegnato a valutare la possibilità di accompagnare i familiari delle vittime nelle prossime iniziative legali anche con la costituzione di parte civile dello Stato italiano. – La red dell’ADL

        

            

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI

EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897

Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo

 

L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.

  

 

 

Allegato Rimosso
Allegato Rimosso