[Diritti] Coppa del Mondo e popoli indigeni: il lato oscuro del Brasile




COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL

5 giugno 2014

Coppa del Mondo e popoli indigeni: il lato oscuro del Brasile

L'home page del sito
                          di Survival invita a scroprire il 'Lato oscuro
                          del Brasile'. I due giovani sono una coppia
                          Guarani-Kaiowa e vivono accampati sul ciglio
                          di una strada nei pressi di Dourados.
L'home page del sito di Survival invita a scroprire il 'Lato oscuro del Brasile'. I due giovani sono una coppia Guarani-Kaiowa e vivono accampati sul ciglio di una strada nei pressi di Dourados.
© Paul Borhaug/Survival

Il logo della Coppa del Mondo imperversa ovunque, e FIFA e Coca-Cola promuovono l’evento utilizzando l’immagine di un Indiano sorridente accompagnata dalla scritta “Benvenuti alla Coppa di tutto il mondo”.

Dato il coinvolgimento di Coca Cola nell’accaparramento di terra che porta morte e miseria al popolo indigeno più numeroso del Brasile, i Guarani, l’utilizzo dell’immagine degli Indiani è una scelta quantomeno audace’ denuncia il Direttore generale di Survival International Stephen Corry. “La compagnia, infatti, compra zucchero dal gigante alimentare Bunge, che a sua volta acquista canna da zucchero prodotta nella terra rubata alla tribù.”

Secondo quanto rivelato da un nuovo, scioccante studio, i Guarani non soffrono più “uno dei tassi di suicidio più alti al mondo”, bensì il più alto in assoluto. Nel 2013 almeno 72 membri della tribù si sono tolti la vita: il numero è quasi triplicato negli ultimi vent’anni. La maggior parte delle vittime ha tra i 15 e i 30 anni.

“Non c’è futuro, non c’è rispetto, non c’è lavoro, e non ci sono terre dove possiamo piantare i nostri raccolti e vivere” ha detto un uomo guarani. I giovani “scelgono di morire perché, in realtà, sono già morti dentro.”

I Guarani, che vivono nel cuore agricolo del Brasile meridionale, sono stati derubati di gran parte delle loro terre per far spazio ad allevamenti e piantagioni di canna da zucchero, e i loro leader vengono regolarmente attaccati e uccisi. Costretti con la forza a lasciare le proprie terre, oggi vivono in squallidi accampamenti ai margini delle strade o in riserve sovraffollate, dove dilagano alcolismo, violenze e malattie.

Lunedì scorso, un giovane leader guarani è stato rapito e torturato da quattro uomini armati pur trovandosi sotto la protezione del governo per aver assistito all’omicidio del suocero, Nísio Gomes; Nísio era stato brutalmente assassinato nel novembre 2011 per aver guidato la sua comunità alla rioccupazione di un piccolo lembo di terra ancestrale.

“Chiediamo a Coca-Cola di pensare alle nostre sofferenze…” hanno scritto i Guarani in una lettera a Coca-Cola. “Vogliamo che si schieri al nostro fianco e comprenda il nostro dolore e le nostre sofferenze, perché la canna da zucchero sta distruggendo ogni speranza di futuro per i nostri bambini. Chiediamo a Coca-Cola di smettere di comprare zucchero dalla Bunge.”

A sinistra, la
                        campagna pubblicitaria originale di Coca-Cola e
                        FIFA. A destra, quella provocatoria di Survival,
                        in cui un Indiano chiede 'Lasciate vivere i
                        Guarani!
A sinistra, la campagna pubblicitaria originale di Coca-Cola e FIFA. A destra, quella provocatoria di Survival, in cui un Indiano chiede 'Lasciate vivere i Guarani!
© Survival

“E noi ci appelliamo non solo a Coca Cola” ha aggiunto oggi Francesca Casella, direttrice di Survival International Italia, “ma anche a tutti i protagonisti e a tutti gli spettatori della Coppa del Mondo. Basta scalfire leggermente la superficie della sua immagine patinata, per veder emergere il lato oscuro del Brasile, quello dimenticato dall’immaginario comune, ovvero il trattamento scioccante riservato ai primi abitanti del paese.”

“Gli stadi di calcio sono costruiti sui territori indigeni, e la recente ricchezza del paese deriva dallo sfratto degli Indiani e dal furto delle loro terre. E, come se non bastasse, oggi il governo e i proprietari terrieri stanno progettando di aprire i loro territori a grandi progetti industriali per impadronirsi anche delle terre che gli indigeni sono riusciti a conservare fino ad oggi.”

“I Guarani e le altre tribù del Brasile hanno bisogno del sostegno dell’opinione pubblica perché stanno pagando con la vita il prezzo del boom economico del paese. Il genocidio dei popoli tribali è ormai diventata una delle crisi umanitarie più urgenti del nostro tempo.”

Nota ai redattori:
- In occasione della Coppa del Mondo FIFA, Survival International ha denunciato “Il lato oscuro del Brasile” con una pagina monografica sull’argomento ricca di informazioni: www.survival.it/coppadelmondo
- Per ulteriori notizie sui popoli indigeni del Brasile, clicca qui.
- La scorsa settimana centinaia di indigeni che manifestavano contro la Coppa del Mondo si sono scontrati con la polizia mentre protestavano contro diversi progetti di legge che, se approvati, indebolirebbero drasticamente i loro diritti territoriali. 

- Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ONG brasiliana CIMI, tra i Guarani del Mato Grosso do Sul il tasso di suicidi è di 232 persone ogni 100.000. 

- Scarica il finto manifesto pubblicitario di Coca Cola/FIFA, elaborato da Survival.
- Scarica la lettera dei Guarani al gigante americano Bunge e Coca-cola (in portoghese, pdf, 1.8MB).
- Ambrósio Vilhalva, protagonista del pluripremiato film di Marco Bechis “Birdwatchers – La terra degli uomini rossi” che racconta la drammatica condizione della sua tribù, è l’ultimo leader in ordine cronologico a essere stato assassinato nel dicembre scorso.

Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/10274

Survival International aiuta i popoli indigeni di tutto il mondo a proteggere le loro vite, le loro terre e i loro fondamentali diritti umani. Fondata nel 1969, quest’anno celebra il suo 45° anniversario. www.survival.it




Per ulteriori informazioni e immagini, o per utilizzare la foto allegata:

Francesca Casella:
Survival Italia
T (+39) 02 8900671
E ufficiostampa at survival.it

Oppure Alice Bayer (in inglese):
T (+44) (0) 207 6878710
E ab at survivalinternational.org

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