[Diritti] Anarres-info. Cronache, analisi, appuntamenti



Anarres-info. Cronache, analisi, appuntamenti

Qualche appuntamento

Sabato 1 febbraio - in via Po 16 - punto info solidale con i No Tav accusati di terrorismo. Dalle 15 alle 19

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Venerd¨¬ 21 febbraio. Il mito della Patria nel centenario della prima guerra mondiale. Soldi, retorica, follie identitarie, tra forconi, fascisti e grillini.
Ne parliamo con Pietro Stara, ore 21 - corso Palermo 46


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Sabato 22 febbraio giornata nazionale di lotta al Tav in solidariet¨¤ con gli attivisti accusati di terrorismo

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Venerd¨¬ 7 marzo. ¡°Capaci di intendere e volere.
La detenzione in manicomio degli oppositori al fascismo¡± di Marco Rossi. Presentazione del libro con l¡¯autore alle 21 in corso Palermo 46

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informAzioni

Grecia. Le frontiere dell¡¯odio

20 gennaio. A Farmakonisi, sulla costa greca, si consuma l¡¯ennesima strage di Stato in mare. Una barca carica di immigrati proveniente dalla Turchia ¨¨ stata abbordata da un¡¯unit¨¤ della Guardia Costiera. La barca era in panne: la polizia ha cominciato a trainarla verso la Turchia. Una manovra folle continuata finch¨¦ l¡¯imbarcazione non si ¨¨ rovesciata. I superstiti che tentavano di salire a bordo sono stati respinti brutalmente.
Il mare e la ferocia del governo ha inghiottito 12 persone, tra cui 9 bambini piccoli.

In una conferenza stampa organizzata il 25 gennaio da alcune organizzazioni per i diritti umani, uno dei superstiti, Safi Ehsanullah, che quella notte aveva perso la moglie e i quattro figli, ha raccontato: ¡°Eravamo in 26, 23 afgani e 3 siriani. Siamo partiti intorno alle 10 di sera dalla Turchia: due ore dopo eravamo vicini alla costa greca quando la nostra barca ha avuto un¡¯avaria. Non eravamo troppo lontani dalla costa, stavamo pensando di fare una catena umana per sbarcare, quando ¨¨ arrivata un¡¯unit¨¤ della polizia costiera greca. Ci hanno gridato di non muoverci, due di loro sono saliti a bordo ed hanno legato la nostra imbarcazione alla loro. Pensavamo fosse arrivata la salvezza. Inaspettatamente quando sono risaliti sul guarda coste, hanno cominciato a trainarci a velocit¨¤ folle, andando a zig zag verso la Turchia. La nostra barca si ¨¨ scontrata con quella che la trainava, cominciando ad affondare, i poliziotti hanno provato a trainarla ancora ma ormai imbarcava acqua e stava affondando. Lo scafo era vecchio e malandato e non ha retto all¡¯impatto. E¡¯ infine scoppiato un incendio e solo per caso alcuni di noi sono riusciti a salire a bordo della guarda coste, mentre altri sono stati respinti a calci e grida. Un rifugiato siriano che tentava di aiutare una donna a salire a bordo allungandole un bastone ¨¨ stato brutalmente pestato dai poliziotti.

25 gennaio. In mattinata del un centinaio di nazisti di Xrisi Argi ¨C Alba Dorata ¨C hanno percorso in corteo le zone di Keratsini e di Amfiali. In questo quartiere era stato assassinato il rapper antifascista Pavlos Fyssas. Nell¡¯angolo in cui era stato accoltellato era stata posta una targa in sua memoria che i nazisti hanno danneggiato. La marcia nazista ¨C tutti i partecipanti indossavano magliette con la scritta ¡°xrisi argi¡± ¨C ¨¨ proseguita sino allo steki ¨C Spazio anarchico- ¡°Resalto¡±. Qui i nazisti hanno attaccato lanciando pietre. I danni peggiori sono stati inflitti ad una casa vicina allo steki ¡°Resalto¡±. Per un pelo si ¨¨ sfiorata la tragedia. Le pietre che hanno frantumato le finestre della casa sono finite nella camera da letto dove riposabvano alcuni bambini piccoli. Una bimba che stava dormendo si ¨¨ salvata perch¨¦ il padre ¨¨ riuscito a portarla via.I 15 compagni e compagni che si trovavno nel ¡°Resalto¡± hanno risposto fermamente all¡¯attacco dei fascisti. La polizia ha assistito senza avvicinarsi n¨¦ intervenire alle azioni degli squadristi, che non sono stati n¨¦ fermati n¨¦ arrestati. In contemporanea nel vicino quartiere di Korydallos si ¨¨ svolta una manifestazione antifascista. Nel pomeriggio circa 400 persone hanno risposto all¡¯appello dei compagni del ¡°Resalto¡±, dando vita ad un corteo che ha ripercorso le strade dove si era svolta l¡¯iniziativa fscista, cancellando le scritte.
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I riti della memoria
La memoria pu¨° essere ossificata in un rito celebrato dallo Stato? Un rito con tanto di sacerdoti ed officianti, che la infilzino sulla carta assorbente come una farfalla nella teca di un collezionista? Magnifica ed oscena nella rigidit¨¤ imposta.
Di fronte alla Shoah, al Porrajmos, allo sterminio nazista, ai campi dove il limite della ferocia di Stato pare ineguagliabile, qualcuno ha parlato di crimine assoluto. Ma poi c¡¯¨¦ sempre chi si ingegna a fare peggio. Dal Ruanda alla ex Jugoslavia si conferma l¡¯intuizione di Primo Levi in ¡°Se questo ¨¨ un uomo¡±. Se ¨¨ accaduto, potr¨¤ accadere ancora. E¡¯ scritto nella carne e nel sangue di un¡¯umanit¨¤ che trova la propria cifra in gesti che non hanno paragone nella ferinit¨¤ degli animali non umani. Non ¨¨ un destino, ma una possibilit¨¤ sempre in agguato.
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CIE. Tutto cambia, tutto resta come prima
Lo scorso 23 dicembre quotidiani ed agenzie hanno battuto la notizia che il governo avrebbe deciso di ridurre ad un mese il tempo di reclusione nei CIE prima dell¡¯espulsione.
Il primo ministro Enrico Letta, nella conferenza stampa di fine anno, ha dichiarato che ¡°la discussione della Bossi-Fini sar¨¤ uno dei temi di gennaio. Gennaio ¨¨ passato ma il governo Letta non ha fatto seguire alle parole i fatti.
In questo mese l¡¯unico segnale ¨¨ arrivato dal Senato che ha abolito il reato di ¡°immigrazione clandestina¡±, limitandolo alla recidiva. Un fiore all¡¯occhiello senza nessuna conseguenza reale, poich¨¨ dopo l¡¯adeguamento forzato alla direttiva europea sui rimpatri, non era pi¨´
previsto il carcere ma una multa che nessuno pagava.
Di un fatto siamo sicuri. Se davvero venissero cancellati i 18 mesi di CIE questo non sarebbe certo dovuto alla buona volont¨¤ del governo, ma alle lotte degli immigrati, che in questi anni li hanno fatti a pezzi, pagando un prezzo durissimo. Botte, umiliazioni, arresti, condanne.
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Forconi. La Grande Paura
Era la fine di luglio del 1789, pochi giorni dopo la caduta della Bastiglia. Le campagne francesi, piegate dalla carestia, vennero attraversate da un¡¯ondata di panico. Tra i contadini si diffuse la convinzione che l¡¯aristocrazia avesse ordito un complotto ai loro danni. Questa convinzione non aveva reale fondamento, tuttavia il diffondersi di questa voce, che passando di paese in paese, si amplific¨°, fu all¡¯origine di un moto insurrezionale molto ampio.
Un vecchio ma importante studio dello storico francese Georges Lefevre ¡°La grande paura del 1789¡å ricostruisce i fatti di quell¡¯estate. Lo storico rilev¨° che la carestia ingigantiva il timore di attacchi di briganti. La rivoluzione aveva suscitato grandi speranze: nel timore che venissero frustrate dalle resistenze nobiliari, briganti e vagabondi venivano considerati strumenti di un complotto aristocratico la cui reale consistenza e pericolosit¨¤ fu sopravvalutata dai contadini.
La ¡°grande paura¡± fu, quindi, un fenomeno di suggestione collettiva destinato ad amplificarsi via via che si propagava. Con una ricerca minuziosa Lefebvre dimostr¨° il carattere spontaneo e non premeditato della sollevazione. I contadini, armatisi in un primo tempo contro un pericolo illusorio, si spostarono poi su un fronte di lotta di classe ben pi¨´ reale assaltando i castelli dei nobili e distruggendone gli archivi. La ¡°grande paura¡± si trasform¨° cos¨¬ in una reazione punitiva contro l¡¯aristocrazia, che port¨° all¡¯abolizione dei diritti feudali.
Lessi il libro di Lefevre diversi anni fa e, contrariamente ad altre letture presto dimenticate, le suggestioni che me ne derivarono sono rimaste molto forti.
La rivoluzione delle campagne francesi, dove certo nessuno aveva letto n¨¦ Voltaire n¨¦ Rousseau, fu un fenomeno reattivo. La miseria delle campagne non sarebbe bastata a fare da detonatore, mentre la diceria di un complotto aristocratico per affamare i contadini, vendendo all¡¯estero il grano, port¨° all¡¯assalto di castelli e abbazie. In assenza di un immaginario utopico, la paura del peggio diventa esplosiva.
Il timore che la ferocia dell¡¯oppressione nelle campagne potesse peggiorare, il timore della reazione, fece scattare la rivoluzione.
L¡¯idea di un complotto per realizzare obiettivi abietti, come impadronirsi del mondo, non importa che sia vera, conta invece che sia credibile, che dia senso, all¡¯interno di un orizzonte culturale dato, ad una situazione ritenuta intollerabile e passibile di ulteriore peggioramento.
Quando sei o credi di essere sull¡¯orlo del baratro hai ancora qualcosa da perdere e temi la spinta che ti butter¨¤ gi¨´.
Mi ¨¨ capitato di ripensare alle pagine di Lefevre nei giorni immediatamente successivi alla settimana dei ¡°forconi¡±.
La paura mi ¨¨ parsa il detonatore potente che ha portato in strada gente che non c¡¯era mai stata n¨¦ mai aveva pensato di andarci.
La paura di perdere lo spicchio di futuro al quale si pensava di avere diritto, la paura di un moloch che ingoia tutto, un blob amorale e affamato. Un grande complotto dove le banche e la casta politica sono i nemici del popolo, il popolo inteso come insieme delle persone perbene, dove non c¡¯¨¦ distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Chi lavora e chi sfrutta il lavoro stanno sulla stessa barca.
Nella sinistra torinese si ¨¨ sviluppato un dibattito molto ampio, spesso anche aspro.
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Terrorismo di Stato
La Procura torinese ha attuato un ulteriore salto di qualit¨¤ nella repressione degli attivisti No Tav.
L¡¯accusa di terrorismo per atti di mero sabotaggio non violento, la detenzione in regime di isolamento, il trattenimento e la censura della posta, e, da ultimo, il
blocco dei colloqui con amici e parenti sono il segno di un irrigidimento disciplinare da tempi di guerra.
D¡¯altra parte, quando c¡¯¨¦ il filo spinato, l¡¯occupazione militare, i blindati, i lacrimogeni, i reduci dell¡¯Afganistan, la guerra c¡¯¨¦ gi¨¤. In guerra ¨¨ normale che la popolazione venga oppressa e chi resiste sia trattato da terrorista.

Il testo di seguito ¨¨ stato discusso e condiviso tra i compagni e le compagne della Federazione Anarchica di Torino.
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Libano. Bombe e campi profughi
Gli scenari libanesi sembrano delineare una nuova guerra civile, lunga e feroce come quella che scosse il paese dal 1975 al 1990. Nella zona di Tripoli si moltiplicano gli scontri tra sunniti da una parte, sciiti e alawiti dall¡¯altra, una sorta di prolungamento del conflitto sempre pi¨´ feroce che scuote la vicina Siria da oltre due anni.
Il paese dei cedri ¨¨ come una mappa miniaturizzata delle crescenti tensioni che segnano il quadro geopolico dall¡¯Iran all¡¯Arabia Saudita.
Uno scacchiere sempre pi¨´ confuso nel quale alcuni attori giocano su pi¨´ piani.
L¡¯Iran e il vicino Iraq, a sua volta scosso da un¡¯impressionante serie di attentati dinamitardi, sono alleati della Siria di Bashar el Hassad a sua volta appoggiata dagli hezbollah sciiti libanesi. Il campo sunnita, che sostiene attivamente le formazioni salafite che hanno da tempo preso il controllo dell¡¯esercito libero di Siria, sono a loro volta divise tra quelle vicine al Qatar e alla Turchia nello stile della Fratellanza musulmana, e le formazioni wahabite quaediste, sostenute dall¡¯Arabia Saudita. Sullo sfondo, ma certo di gran peso, lo scontro tra Stati Uniti e Russia per garantirsi il controllo di un¡¯area strategica per l¡¯approvigionamento e la distribuzione energetica.

Nei campi profughi del paese la situazione ¨¨ durissima. Migliaia di persone vivono in tende leggere, senza protezione dalla pioggia e dalla neve, che, anche qui, cade copiosa in montagna. Spesso non c¡¯¨¦ n¨¦ acqua corrente, n¨¦ elettricit¨¤, ne bagni.
La maggior parte dei profughi fugge le persecuzioni di Hassad: una minoranza fa parte dei lealisti, ancor meno sono i laici democratici nemici sia di Hassad sia delle formazioni islamiste.
Si sentono abbandonati, dimenticati e hanno voglia di far sapere all¡¯esterno quello che hanno subito.

Giacomo, un compagno livornese, ¨¨ tornato dal Libano marted¨¬ 21 gennaio, dopo ha fatto un lungo giro per capire e toccare con mano la situazione. Dopo una breve visita a Beirut, ¨¨ stato nella zona di Tripoli e in alcuni campi profughi, dove le condizioni di vita sono terribili. Tanti, sfuggiti a bombe e torture, muoiono di freddo e malattie.

Vi proponiamo di seguito un suo articolo nel quale ci racconta la situazione di un paese.
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Colpo di spugna al reato. La clandestinit¨¤ resta
Ieri al Senato ¨¨ stato approvato l¡¯emendamento presentato dal governo per limitare il reato di clandestinit¨¤ ai casi di recidiva. Il ddl dovr¨¤ tornare alla Camera per l¡¯approvazione definitiva.
Il provvedimento prevede che l¡¯immigrazione clandestina non sia pi¨´ reato e torni a essere un illecito amministrativo: mantiene tuttavia valenza penale ogni violazione di provvedimenti amministrativi emessi in materia di immigrazione (come rientrare in Italia una volta espulsi).
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Appuntamenti fissi


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Ogni marted¨¬ riunione del collettivo antipsichiatrico ¡°Francesco Mastrogiovanni¡± ore 21 in corso Palermo 46.
Il numero contro gli abusi psichiatrici funziona tutti i giorni con segreteria telefonica. Il marted¨¬ ¨C dalle 19 alle 21 - rispondiamo direttamente.
Segnati il numero e fallo girare. 328 7623642

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Ogni gioved¨¬ ¨C ore 21 in corso Palermo 46 - riunione degli anarchici della FAT aperta a tutti gli interessati.


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Ogni venerd¨¬ ¨C dalle 10,45 alle 12,45 ¨C anarres va in onda sui 105,250 delle libere frequenze di radio blackout. Se sei lontano puoi sentire anche in streaming accedendo dal sito della radio
www.radioblackout.org. La trasmissione del 20 dicembre probabilmente sar¨¤ l¡¯ultima dell¡¯anno.

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Appello. 10.000 euro di solidariet¨¤

Cari compagni e compagne,
siamo obbligati a fare appello alla vostra solidariet¨¤ attiva. Numerosi compagni e compagne della Federazione Anarchica Torinese sono sotto processo per la loro attivit¨¤ politica e sociale. Abbiamo in corso ben due maxi processi per la nostra attivit¨¤ antirazzista, un processo per antifascismo, uno per antimilitarismo, uno per il nostro impegno nel movimento No Tav.
Banali azioni di informazione e lotta sono entrate nel mirino della magistratura. Un presidio antirazzista diventa violenza privata, una performance antimilitarista un¡¯offesa alla sacralit¨¤ dell¡¯esercito, il buttare via un manifesto fascista danneggiamento, un¡¯azione popolare di contrasto al Tav viene perseguita con durezza.
Alcuni di noi hanno gi¨¤ subito nel recente passato condanne per la propria attivit¨¤ politica. Alcuni di noi rischiano la galera.
Siamo convinti che il miglior modo per rispondere alla repressione dello Stato consista nel continuare con ancora maggior impegno le lotte nelle quali siamo impegnati.
Siamo anche convinti che campagne pubbliche di appoggio ai compagni finiti nel mirino della magistratura possano riportare sul terreno della lotta le vicende che lo Stato vorrebbe relegare in un¡¯aula di tribunale.
I processi hanno anche un costo molto elevato, sia per gli avvocati che per tutte le carte che la burocrazia della repressione pretende.
Ci servono urgentemente circa 10.000 euro.
Non siamo in grado di farcela da soli.
Il conto corrente postale cui potete inviare i vostri contributi ¨¨ il numero ¨C 1013738032 ¨C intestato a Maria Margherita Matteo, Torino.

codice IBAN IT35 Y076 0101 0000 0101 3738 032

Codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX
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Che il 2014 possa essere un buon anno di libert¨¤ e sovversione ce lo auguriamo tutti.
Che succeda - come sempre - dipende da ciascuno di noi.
Per l'anarchia!


http://anarresinfo.noblogs.org
per info chiamate 338 6594361