[Diritti] La Rai costringe il giornalista Silvestro Montanaro ad andar via e chiude "C’era una volta" - FIRMA LA PETIZIONE ON LINE



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From: Comitato Sankara Italia <sankara.italia at gmail.com>
Date: Sun, 27 Oct 2013 10:38:57 +0100
To: <sankara2007italia at thomassankara.net>
Subject: [sankara2007italia] C'ERA UNA VOLTA NON DEVE CHIUDERE. FIRMA LA PETIZIONE ON LINE


C’era una volta, la voce degli ultimi, non deve sparire dal palinsesto della Rai.



La Rai costringe il giornalista 
Silvestro Montanaro
 ad andar via e chiude C’era una volta.
Per oltre 10 anni i documentari ed i reportages di C'era una volta hanno dato voce agli ultimi del mondo e coscienza a tutti noi.
E' on line una petizione per chiedere alla Rai di ripensarci.
Chiediamo che la Rai ritorni sulle sue decisioni, mantenga viva C’era una volta ed anzi la fornisca di mezzi e risorse perché possa meglio svolgere la sua importante funzione.
Chiediamo alla Rai di onorare il contratto di servizio pubblico, la sua missione di pubblica utilità facendo dell’informazione critica e globale, di qualità, parte rilevante della sua offerta televisiva.

http://carlinhoutopia.wix.com/ceraunavolta#!petizione-ceraunavolta/ckiy


Al presidente della Rai Anna Maria Tarantola

Al Consiglio di Amministrazione della Rai
Alla Commissione di Vigilanza Rai
vigilanzarai at senato.it
ufficiostampa at rai.it


C’era una volta, la voce degli ultimi, il racconto delle verita’ scomode, non deve sparire dal palinsesto rai.


Proprio nei giorni in cui si discute il rinnovo del contratto di servizio pubblico che lega il nostro Stato alla concessionaria Rai; mentre da più parti e da importanti organizzazioni umanitarie si denuncia il silenzio dell’informazione televisiva sulle maggiori crisi in corso nel mondo, la Rai cancella in un colpo solo C’era una volta ed il suo autore, Silvestro Montanaro.

 

C’era una volta, per più di dieci anni e’ stato il programma di documentari e reportages, per molti versi unico nel suo genere nel panorama televisivo italiano, che ha mantenuto aperta una finestra informativa di qualità sulle pagine più oscure dei processi di globalizzazione, sullo stato dei diritti umani nel mondo, su tante crisi e conflitti volutamente ignorati.

 

Molte delle sue inchieste, tradotte in più lingue e ospitate nei media di tanti paesi, hanno fatto luce su efferati traffici e crimini internazionali e sono state alla base di importanti campagne nazionali ed internazionali contro il traffico di esseri umani, la pedofilia, il turismo sessuale, i diritti delle donne e dei minori.

 

C’era una volta ha dato voce agli ultimi e coscienza a tutti noi. Questo programma, colpevolmente e scandalosamente relegato ad ora tarda, ha onorato la Rai ed i suoi telespettatori, ha fatto cioè servizio pubblico, per giunta a costi bassissimi, promuovendo una qualità dell’informazione la cui missione era la crescita della conoscenza critica del nostro mondo e dei suoi problemi, la cultura della cittadinanza globale.

 

Centinaia e centinaia di scuole, università, associazioni, non solo in Italia, hanno fatto dei documentari di C’era una volta un’occasione di conoscenza e di incontro. Il suo autore, Silvestro Montanaro, insignito di più medaglie da parte della Presidenza della Repubblica, di un prestigioso riconoscimento da parte delle Camere riunite, ha ricevuto ogni tipo di premio nazionale ed internazionale per i suoi oltre cinquanta documentari , caso unico al mondo, e per le tante altre operazioni informative di cui e’ stato protagonista. Ha inoltre rappresentato più volte la Rai all’Assemblea delle Nazioni Unite con suoi interventi filmati.

 

Silvestro Montanaro ha servito la verità, ha dato voce a chi aveva bisogno di pace e giustizia e marciva silenziosamente nel terrore e nell’orrore, in più angoli del pianeta e nelle crisi e nei conflitti più terribili. Ha messo in luce le radici vere e le responsabilità di tante tragedie, mettendo più volte a repentaglio la sua stessa vita.

 

Nonostante tutto questo, la Rai costringe Silvestro Montanaro ad andar via e chiude C’era una volta.

 

  • Chiediamo che la Rai ritorni sulle sue decisioni, mantenga viva C’era una volta ed anzi la fornisca di mezzi e risorse perché possa meglio svolgere la sua importante funzione.

 

  • Chiediamo alla Rai di onorare il contratto di servizio pubblico, la sua missione di pubblica utilità facendo dell’informazione critica e globale, di qualità, parte rilevante della sua offerta televisiva.

     

Primi firmatari:
 

Stefano Rodotà (costituzionalista), Gino Strada (fondatore di Emergency), don Luigi Ciotti (presidente e fondatore di Gruppo Abele e Libera),Cecilia Strada (presidente di Emergency), Fiorella Mannoia (cantante), Maurizio Landini (Segr. Naz. Fiom-Cgil), Norma Rangeri (giornalista),Tommaso di Francesco (giornalista), Il Manifesto (quotidiano), Sandra Amurri (giornalista), Tonio dell'Olio (Libera International), Odile Sankara(attrice, sorella di Thomas Sankara), don Renato Sacco (coordinatore nazionale di Pax Christi), Michele Placido (attore e regista), Giobbe Covatta(attore), Lina Sastri (attrice), Gianni Minà (giornalista e scrittore), Nigrizia (rivista dei missionari comboniani), Lucio Caracciolo (giornalista, saggista e docente. Direttore di Limes), Cecilia Brighi (Associazione Italia-Birmania), Comitato Sankara XXBruno Jaffré (biografo di Thomas Sankara), Marinella Correggia, Aziz Fall (coordinatore CIJS - The international Campaign for Justice for Sankara), Mauro Biani (disegnatore), Vauro Senesi (disegnatore), Marco Scarpati (docente universitario, presidente di ECPAT), Pier Giuseppe Murgia (regista ed autore cinematografico e televisivo), Mosaico di pace (rivista), Maso Notarianni (giornalista), Sams'K Le Jah (musicista e cantante burkinabé), AfricAvenir International,Diagne Fodé Roland (Collectif Afrique)Joshua Evangelista (direttore di Frontiere News)



Perchè "C'era una volta" non ci sarà più.... Perchè da fine mese non sarò piu un autore ed un giornalista della Rai
Lettera di Silvestro Montanaro - pubblicata il 23.10.2013
 
Rendo pubblica, per puro spirito di trasparenza e senza alcuna volonta' offensiva, e con molta amarezza, la lettera da me inviata due settimane fa al direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi.