[Resistenza] Facciamo rumore! Crisi economica, manovre finanziarie, tagli alla spesa pubblica e attacchi ai diritti dei lavoratori e dei pensionati



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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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Direzione Nazionale
 
 
Crisi economica, manovre finanziarie, tagli alla spesa pubblica e attacchi ai diritti dei lavoratori e dei pensionati…
Ma le Autorità e i politicanti che ci hanno spinto in questa crisi non risparmiano un euro per perseguitare i comunisti, i lavoratori, le masse popolari e reprimere la lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.
 
Una persecuzione fatta di più di 42 procedimenti giudiziari nei confronti di circa 180 imputati (in diversi casi le stesse persone sono coinvolte in più procedimenti): uomini, donne, giovani, lavoratori, studenti, precari che a vario titolo fanno parte della Carovana del (n)PCI, delle organizzazioni che la compongono.
Accuse di associazione sovversiva, resistenza a pubblico ufficiale, “violenza privata” (le autorità giudiziarie chiamano così i picchetti per impedire la chiusura e lo smantellamento di un ospedale), manifestazione non autorizzata… insomma tutto ciò che ha a che vedere con l’impegno in prima persona nelle lotte politiche e sociali degli ultimi anni e con la lotta per cambiare questo sistema. Il sistema della crisi economica, dei privilegi, dell’impunità per i torturatori e degli assassini in divisa (come a Genova nel 2001 o come nel caso di F. Aldrovandi).
 
Una persecuzione fatta di accanimento giudiziario che spesso arriva a fare dei sedicenti “tutori dell’ordine e della legalità” i primi fuorilegge che violano la stessa Costituzione, le leggi e le norme del Codice che pretendono di far applicare.
Non per decreto, non per legge del Parlamento, ma a colpi di sentenze e processi le Autorità stanno cercando di mettere fuorilegge i comunisti e il comunismo. Lo stanno facendo con una campagna persecutoria che dura ormai da 30 anni (nove i procedimenti giudiziari conosciuti, di cui nessuno per adesso conclusosi con condanne - certo, non è ancora illegale essere comunisti, in Italia!).
C’è una combinazione di motivi per cui le Autorità attaccano la carovana del (n)PCI a testa bassa, contraddicendo e impugnando sentenze già emesse, costruendo castelli di indizi che non fanno una prova (il reato non esiste!), pedinando, intercettando, spiando… spendendo centinaia di migliaia di euro l’anno (tutto sommato per un’organizzazione non certo di massa). Il primo: la carovana del (n)PCI è al momento (e da 30 anni) l’unica realtà politica che non si limita a fare agitazione e propaganda per il socialismo, ma forma gli uomini, interviene in campo politico, sindacale, nell’associazionismo, ha elaborato una linea politica, una strategia e una tattica (teoria) e costruito l’embrione di Partito attorno cui raccogliere, organizzare, formare le forze per fare la rivoluzione. Il secondo: stante il patrimonio di valori, concezioni, morale che le masse popolari italiane hanno ereditato dal vecchio movimento comunista (solo i disfattisti lo negano!), un attacco su ampia scala, scriteriato e generalizzato, per le Autorità borghesi è un rischio, quello di innescare una ampia reazione. Allora, per loro, è bene fare meno rumore possibile, arrivare (usando ogni mezzo) a condannare i membri della carovana del (n)PCI in modo da avere una sentenza, un precedente, da cui avanzare per un attacco più generale.
Ecco perché facciamo tanto rumore per denunciare la persecuzione e il tentativo di mettere fuori legge i comunisti: partono da noi e puntano a togliere le bandiere rosse dalle strade e dalle piazze, a prosciugare sul nascere l’affluente del comunismo, prima che diventi un fiume in piena. L’operazione si fa via via più chiara: vedi il tentativo di abolire la festa, la ricorrenza e il simbolo del 25 aprile, la festa e il simbolo del Primo maggio.
 
Facciamo rumore! Oggi 15 settembre si tiene una nuova sessione dell’udienza preliminare in cui il giudice deve decidere se il fatto di essere comunisti giustifica il rinvio a giudizio. E’ talmente poco convinto di questa farsa che ci ha messo tre udienze preliminari per decidere. E non ha ancora deciso. Sulla sua indecisione il nostro rumore può avere un peso importante. Già respingemmo la manovra del PM Giovagnoli (stesso processo, conclusosi nel 2008 e riaperto con un ricorso in Cassazione) con la mobilitazione e la solidarietà di quelle 9 mila persone che hanno firmato l’appello NO alla persecuzione dei comunisti. Vogliamo farlo ancora.
 
Difendiamo e chiamiamo a difendere i diritti e le libertà politiche conquistate con la Resistenza. Quanto più sarà efficace la mobilitazione contro la loro eliminazione, tanto più sarà ricca, organizzata e gravida di conquiste la mobilitazione per estendere e generalizzare diritti e tutele per tutte le masse popolari. Fino a cambiare l’ordinamento sociale della guerra, dell’arbitrio e dello sfruttamento, fino a fare dell’Italia un nuovo paese socialista.
 
I padroni, gli speculatori, i banchieri e il Vaticano non hanno nessuna soluzione per risolvere la crisi in cui hanno trascinato il Paese e milioni di lavoratori con le loro famiglie.
L’unica soluzione per fare fronte agli effetti della crisi ce l’hanno le organizzazioni operaie e popolari: cacciare la casta di politicanti (dai mafiosi al governo agli affaristi all’opposizione) e formare un loro governo di emergenza che abolisca il debito pubblico e attui su larga scala la parola d’ordine un lavoro utile e dignitoso per tutti, composto dagli esponenti della sinistra sindacale, del movimento popolare e della società civile che già oggi godono della fiducia delle masse.
Questo non è il socialismo, ma il modo migliore per avanzare in quella direzione eliminando da subito gli effetti più gravi della crisi.
 

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Campagna No alla persecuzione e alla messa fuorilegge dei comunisti
Tra il 2007 e il 2008 circa 8.000 persone hanno firmato l’appello “No alla persecuzione dei comunisti” prendendo posizione contro la persecuzione giudiziaria di cui la “carovana” del (nuovo)Partito comunista italiano è oggetto da vent’anni a questa parte e in particolare contro l’inchiesta aperta nel 2003 dalla Procura di Bologna. E’ una battaglia che non è ancora conclusa, perché il 15 settembre alle h. 10.00 presso il Tribun ale di Bologna è fissata la nuova ed ennesima udienza preliminare [alla prima udienza del 25 maggio il GUP non si era presentato e aveva rinviato l’udienza al 13 luglio da qui un nuovo rinvio al 15 settembre! – vedi comunicato al sito www.carc.it] dell’inchiesta contro 12 compagni che fanno (o facevano) parte del (n)PCI, del Partito dei CARC o dell’Associazione Solidarietà Proletaria per “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” (art. 270 bis c.p.).
Per questo ripartiamo con la raccolta di firme all’Appello lanciato nel 2007 (aggiornato) e chiediamo la solidarietà a tutti gli organismi e le persone che resistono e si ribellano alle condizioni infami a cui i rappresentanti e i tutori del “sistema di mercato” costringono una parte crescente della popolazione in Italia e nel resto del mondo. [leggi tutto]
 
·         Leggi l’appello
·         Tutte le adesioni -  AGGIORNATE AL 08.09.2011: RAGGIUNTE LE 8.943 ADESIONI!
·         La documentazione
 
 
15 settembre - ore 9.00 – Bologna – piazza Nettuno
Giornata di lotta e solidarietà contro la persecuzione e la MESSA FUORILEGGE dei comunisti
Presidio, microfono aperto, musica in solidarietà con i compagni sotto processo e per dire NO alla persecuzione e alla messa fuori legge dei comunisti! 

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RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE

Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

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