Re: Regolare il diritto di sciopero è un dovere. Documento d a inviare e diffondere se condiviso



Caro Danilo,
condivido le tue idee sul significato e la funzione della PA; vorrei però che tu facessi delle proposte concrete. Noi abbiamo fatto a Brunetta e ad altri le proposto che ti unisco sotto. Sappimi dire.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

II pubblico impiego richiede un risanamento globale

L'azione del Ministro Brunetta sul Pubblico Impiego, anzitutto per ottenere l'osservanza e il giusto impegno nell'orario di lavoro, contro i cosiddetti "fannulloni"; in un ambito che è tra i peggiori nella situazione italiana; quest'azione è altamente apprezzabile, nell'impegno di risanamento di quell'ambito. Che risente di una tradizione borbonica, amplificata dal clientelismo e dalla diffusa irresponsabilità; e costituisce per la Nazione una causa di sperpero e di arretratezza.

Un risanamento globale è però necessario:

1. A cominciare dalla giornata lavorativa, racchiusa ora in quell'orario indiviso di sei ore; che spesso diventano cinque in quanto si sottraggono due mezz'ore, all'inizio e alla fine. Orario anomalo che ha le sue origini nella Seconda guerra mondiale, quando lo sfollamento di molti dalle città soggette a bombardamento rendeva impossibile il rientro pomeridiano. La guerra è passata da oltre sessant'anni ma non si è riusciti mai a recuperare quell'orario diviso di otto ore che sarebbe normale, e che hanno tutte le nazioni. Con una gravissima perdita di tempo, di lavoro, di resa. Orario che è urgente recuperare.

2. Cui si aggiunge il posto a vita, posto sicuro, che nessuno può rimuovere: il dipendente pubblico non può essere licenziato perché - si dice - ha avuto quel posto per concorso. Ma il concorso serve solo a garantire, per quanto si riesce (e purtroppo spesso non si riesce), l'imparzialità, l'assunzione dei migliori; non a garantire il posto a vita. Il pubblico impiegato dev'essere licenziabile per "giusta causa" come ogni altro lavoratore.

3. Un terzo punto è lo snellimento degli organici, spesso resi ipertrofici dal clientelismo, dal fatto che ogni politico ci ha inserito i suoi, e ancora li va inserendo. Un'agenzia specializzata dovrebbe compiere uno studio degli organici e stabilire il reale fabbisogno. In questo punto si collocano anche gli enti inutili che non si è mai riusciti a sopprimere, e che vanno urgentemente soppressi; e qui si pone anche il problema delle province con tutto il loro carrozzone.

4. Un quarto punto è la valutazione del rendimento, dell'operosità dell'impiegato; attraverso l'introduzione di precisi parametri, e di commissioni valutatrici, di comitati ispettivi; di cui sia sicura l'efficienza.

5. Un ultimo punto, che è anche il più difficile, è la formazione di una coscienza nuova; in cui lo stato e il suo patrimonio non siano più considerati res nullius ma assumano un alto valore, come patrimonio dell'intera Nazione. La formazione di impiegati e funzionari di tipo weberiano, con un alto senso dello stato, e di ciò che allo stato appartiene. Sarebbero opportuni dei corsi di riqualificazione etica, i valori etici dovrebbero assumere il più alto ruolo.

Il Movimento confida che l'opera del Ministro, la sua sollecitudine, riesca in questo compito che è di enorme difficoltà.





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Sent: Wednesday, March 04, 2009 10:45 PM
Subject: Re: Regolare il diritto di sciopero è un dovere. Documento d a inviare e diffondere se condiviso







On 04/03/09 at 22.28 Arrigo Colombo wrote:

Regolare il diritto di sciopero è un dovere





Caro Arrigo,

prima di parlare di regolamentazione di uno sciopero, cerchiamo di capire per quale ragione primaria uno sciopero generale andrebbe ed andrà quanto prima fatto.


Vi è una situazione precisa, a mio avviso, che richiede la nostra immediata, improcrastinabile e totale attenzione: il fatto che una società evoluta, realmente democratica, quindi partecipativa, non può più avere lo Stato da una parte ed i cittadini dall'altra.

Non è più ammissibile che la Pubblica Amministrazione sia concessa in proprietà ad una parte minoritaria della popolazione mentre la restante maggior parte deve soddisfare i dettami impostele in ogni ambito da questa oligarchia fatta di statali assunti a vita.

Si tratta di una anomalia democratica che va infatti ad inficiare l'intero mondo della politica, i governi che si susseguono e pure, pesantemente, l'economia privata.

Di fatto una Pubblica Amministrazione proprietà degli statali assunti a vita ROVINA l'intera società, poiché attacca sempre la coda all'asino dove vogliono i padroni e non invece dov'è il suo giusto posto.


Una società moderna richiede al contrario una organizzazione paritaria, che certo non annulli l'importante elemento della competizione e la selezione dei migliori, tutt'altro! ma che offra ad ognuno la possibilità di apportare il proprio personale contributo all'interno di quella che è l'organizzazione di base e centrale alla società.

Una società moderna non può ammettere che i costituenti la sua Pubblica Amministrazione non escano MAI dai loro uffici per andare a verificare di persona la realtà esterna. Una società moderna richiede invece che le persone si AVVICENDINO in modo che ognuno, osservando le cose da un diverso punto di vista, possa capire e fare ciò che più è giusto e necessario.


Caro Arrigo, la rifondazione non solo del nostro piccolo Paese ma del mondo intero non potrà non passare attraverso il processo di democratizzazione, quindi di periodica redistribuzione, dei ruoli della PA. E' inevitabile, essendo pure già noi in netto ritardo sulla tabella di marcia dell'evoluzione sociale.

Da parte mia, intravedendo la ricchezza delle tue esperienze ed il livello delle tue capacità, sarò più che felice se vorrai impegnarti in questa ricerca e nello sviluppo del conseguente progetto attuativo, ed anzi porgo fin d'ora il BENVENUTO ad un tuo intervento, critico o propositivo, al riguardo!


Un caro saluto,

Danilo D'Antonio












































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