Ogni papa canonizza il predecessore



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
                 il Movimento ha preparato questoo intervento a proposito della beatificazione di Pio XII, tanto discussa; per il quale chiede il vostro aiuto.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

Al Romano Pontefice Benedetto XVI

al Segretario di Stato Card. Tarcisio Bertone

al Presidente CEI Card. Angelo Bagnasco   

ai Card. Dionigi Tettamanzi e Angelo Scola

 

Siamo al punto che ogni papa canonizza il predecessore

 

Le discussioni di questi giorni intorno alla beatificazione di papa Pacelli, l’opposizione del mondo ebraico, la collocazione di papa Pacelli tra gl’«ingiusti» nel museo della Shoah, i famosi silenzi sull’Olocausto, i documenti di recente scoperta in cui compare un Pacelli che vede con favore la vittoria nazista in funzione anticomunista; tutto questo, posto accanto ai processi di canonizzazione degli ultimi decenni, inducono a riflessioni alquanto amare su questa materia;

e cioè che ormai ogni papa canonizza il suo predecessore.

 

A parte la deplorevole inflazione di canonizzazioni indotta da papa Wojtyla, 461 santi, 975 beati, oltre 2000 servi di Dio e venerabili, un operato certo abnorme, resta il fatto che papa Montini ha beatificato Roncalli suo predecessore; e però gli ha posto accanto una figura molto discutibile e discussa, e cioè Pio IX  – basti pensare al Sillabo, quella raccolta di errori in cui tutta la modernità veniva condannata; o alla forza con cui ha spinto il dogma dell’infallibilità papale che lo  riguardava personalmente; un po’ più di cautela e di modestia era certo opportuna –; e ha introdotto anche Pacelli, su cui ancor oggi si discute.

Papa Wojtyla ha poi introdotto le cause dei suoi predecessori Montini e Luciani; e infine l’attuale papa ha introdotto quella del suo predecessore Wojtyla.

 

La successione è quasi perfetta. Ci si chiede quale senso abbia e se sia opportuna; se non porti ad una identificazione della santità col potere, alla consacrazione estrema del potere stesso.

Ci si chiede inoltre se siano opportune tutte queste canonizzazioni; se, piuttosto che esaltare questa santità da statua e da altare, e indirizzarvi la pietà dei fedeli, non si debba porre l’accento sulla santità essenziale di ogni credente, – «i santi», come sono abitualmente chiamati nella chiesa primitiva – e sviluppare una pietà più sostanziale e profonda, una pietà popolare che non si perda dietro a madonne, santi e morti, ma si approfondisca nell’adorazione di Dio, la Trinità e il Cristo, nella lettura biblica, nella meditazione.

Lecce, ottobre 2008

                                                               per il Movimento il responsabile

                                                                        Prof. Arrigo Colombo  

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

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