Myanmar, Amnesty: 12 ° anno di arresti domiciliari per Daw Aung San Suu Kyi . Rilasciare lei e gli altri prigionieri di coscienza



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COMUNICATO STAMPA
CS122-2007

MYANMAR: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE IL RILASCIO DI DAW AUNG SAN SUU KYI,
AL 12° ANNO DI ARRESTI DOMICILIARI, E DI TUTTI GLI ALTRI PRIGIONIERI DI
COSCIENZA

Nel giorno in cui le Nazioni Unite celebrano il loro 62° anniversario, Daw
Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia, e'
entrata nel suo 12° anno di arresti domiciliari.

In questa occasione, Amnesty International ha nuovamente chiesto al
governo di Myanmar di rilasciare immediatamente le migliaia di persone
arrestate per aver preso parte alle piu' recenti manifestazioni pacifiche,
cosi' come tutti i prigionieri di coscienza in carcere da anni, tra cui la
stessa Daw Aung San Suu Kyi.

'La premio Nobel per la pace e' il simbolo della resistenza politica di
Myanmar: il suo rilascio rappresenterebbe un importante segnale positivo'
- ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.
'La comunita' internazionale deve continuare a fare pressioni sulle
autorita' di Myanmar affinche' producano azioni concrete e risultati
tangibili, come il rilascio di tutti i prigionieri di coscienza. Questo
provvedimento sarebbe un elemento di valutazione cruciale per stabilire
quanto la giunta militare sia seria quando afferma di voler collaborare
con le Nazioni Unite'.

Le detenzioni in carceri segrete, le numerosissime denunce di
maltrattamenti e torture, le condanne emesse al termine di processi farsa
celebrati all'interno delle prigioni hanno finora reso ridicole le
promesse di collaborazione con l'Onu. Lo stesso Consiglio di sicurezza ha
sollecitato il governo di Myanmar a rilasciare tutti i prigionieri
politici.

'Il miglioramento della situazione dei diritti umani non puo' attendere la
conclusione di una fase di negoziato politico. Le autorita' di Myanmar
devono rilasciare immediatamente tutti i prigionieri di coscienza,
consentire l'ingresso nelle carceri a osservatori indipendenti e cessare
di emettere condanne nei confronti di chi ha soltanto preso parte a
manifestazioni pacifiche' - ha aggiunto Khan.

Ulteriori informazioni

Le violazioni dei diritti umani a Myanmar erano massicce e sistematiche
gia' prima della repressione delle manifestazioni di agosto e settembre.
Amnesty International denuncia da anni la prolungata detenzione, in
condizioni deplorevoli, di oltre 1150 prigionieri politici, i continui
arresti di figure di primo piano dell'opposizione, le esecuzioni
extragiudiziali, l'amplissimo uso della tortura, la repressione della
liberta' d'espressione, il ricorso ai lavori forzati e l'impiego dei
bambini e delle bambine soldato. Le operazioni militari nell'est dello
Stato di Kayin (Karen) hanno compreso attacchi contro la popolazione
civile che costituiscono violazioni del diritto umanitario e dei diritti
umani, tali da configurarsi come crimini contro l'umanita'. L'accesso di
osservatori indipendenti e di organizzazioni internazionali per i diritti
umani continua a essere vietato in molte parti del paese.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 24 ottobre 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it






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