CHIESA: COLPI DI CODA?



Dal sito del Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa

http://www.ecn.org/ponte


CHIESA: COLPI DI CODA?
Nel 1973 in Cile, pochi giorni dopo il golpe fascista i militari
fermavano le passanti che indossavano pantaloni, glieli strappavano e,
prima di lasciarle andare, intimavano loro di portare la gonna: solo gli
uomini potevano indossare i pantaloni. Oltre a dichiarare guerra alla
"sovversione" politica i golpisti si ergevano a difesa della
tradizionale separazione di ruoli tra i sessi e dell'altrettanto
tradizionale ruolo della famiglia. Dev'essere stato anche per questo che
il papa Giovanni Paolo II, nella sua visita pastorale in Cile del 1987,
non ha avuto nessun imbarazzo nell'incontrare il dittatore Pinochet,
maggiore responsabile della sanguinosa oppressione del popolo cileno. E
Pinochet è solo un esempio. Come non ricordare Alojzije Stepinac,
arcivescovo di Zagabria e colluso con la dittatura filonazista di
Pavelic in Croazia responsabile dello sterminio di centinai a di
migliaia di ebrei, zingari ecc.? Giovanni Paolo II lo ha beatificato nel
1998.
E monsignor Tiso?
Questo prete slovacco, capo di un governo fantoccio filonazista che ha
dato un grande contributo alla Germania nella realizzazione
dell'olocausto? Fermiamoci qui, per ora
. La chiesa, come organizzazione che mira al controllo totale dei corpi
e delle menti, alla negazione della libertà e della dignità umana, è
sempre stata indulgente con le dittature ( purchè non atee ) , ha sempre
cercato si imporre la sua visione retrograda della vita anche con
interventi diretti come accade in questi mesi in Italia. La sua cieca ed
ottusa opposizione all'eutanasia, ai DICO ( che non sono poi questo
granché , bisogna ammetterlo), il suo sfrenato schierarsi a protezione e
promozione della "famiglia tradizionale" - minimizzando e nascondendo la
grande diffusione della pedofilia tra il clero - , il continuo
appellarsi alle "radici cristiane" dell'Europa da opporre alle culture e
religioni degli immigrati, possono far pensare ad un disegno di
restaurazione reazionaria e integralista il cui perno sarebbe la chiesa
stessa guidata da Ratzinger.
Se così fosse ci aspettano tempi duri ed aspri.
Ma è davvero così?
Un interessante articolo pubblicato di recente dal "manifesto" ( il 14
marzo ) suggerisce interpretazioni differenti: la chiesa è in grave
crisi; non solo di vocazioni. A svuotarsi non sono soltanto i seminari,
ma soprattutto le parrocchie. La chiesa è fuori dalla storia. Ormai
anche moltissimi credenti vivono secondo regole e principi che non sono
quelli che i vescovi vorrebbero. Secondo l'autore dell'articolo il
vaticano sta menando dei rabbiosi colpi di coda, consapevole di
diventare sempre più estraneo alla nostra società. Il "manifesto" ha
ragione, la chiesa è in crisi, ma non per questo bisogna abbassare la
guardia. Pur in difficoltà il papato può contare su molti appoggi e
comunanze di interesse in campo politico, mediatico, ecc; la difesa
delle radici cristiane europee potrebbe funzionare per la costruzione a
tavolino di un nemico esterno contro cui deviare la rabbia e le
frustrazioni di una società sempre più precarizzata.
Senza drammatizzare, ma nemmeno senza sottovalutare la situazione è
necessario tornare a battersi contro l'oscurantismo vaticano, nemico
della libertà.
P.S.
Qualcuno potrebbe obiettare che nella chiesa non ci sono stati solo i
complici del nazismo, ma anche quelli che lo hanno combattuto, quelli
che hanno difeso e continuano a difendere i deboli e gli sfruttati. È
vero, ma questo non può in nessun modo far cambiare giudizio sulla
chiesa come organizzazione: conta di più la denuncia di un missionario
contro le condizioni di vita in Africa o il divieto dell'organizzazione
di usare il preservativo nonostante, sempre in Africa a causa di quelle
condizioni di vita, l'AIDS sta mietendo vittime ogni giorno? Diceva
qualcuno che la chiesa è bella perché ognuno ci sta a modo suo....