Torino 2 ott.: presidio al tribunale



Lunedì 2 ottobre ore 9 presidio di solidarietà con gli antifascisti sotto processo per "devastazione e saccheggio". 
Appuntamento al tribunale di Torino - Corso Vittorio Emanuele 130

Un anno fa, nella notte dell'11 giugno, a Torino una squadraccia fascista armata di coltelli e bastoni si introdusse nella casa occupata Barocchio: due anarchici vennero accoltellati. Uno di loro, l'intestino trapassato da un fendente, dovette essere operato d'urgenza. Solo per un caso non c'è scappato il morto.
La settimana successiva, il 18 giugno, un corteo di denuncia venne caricato in via Po dalla polizia. Durante la fuga dalla carica vennero danneggiati alcuni tavolini e sedie di bar e una vetrina. 10 antifascisti, dopo galera e domiciliari, sono accusati di "devastazione e saccheggio": un reato che costa dagli 8 ai 15 anni di reclusione.
Siamo di fronte a una vera e propria torsione politica del diritto: semplici "danneggiamenti" danno luogo a un'imputazione da tempo di guerra, da disastro epocale. 

Il 2 ottobre si terrà la prima udienza del processo ai 10 antifascisti torinesi.
Questo processo ha una valenza che va ben la di là della Mole. Il reato per il quale sono perseguiti e per cui rischiano lunghi anni di detenzione, è, intrinsecamente, un reato di natura collettiva, poiché prescinde dalle responsabilità individuali. L'accusa di "devastazione e saccheggio" palesa la chiara volontà di criminalizzare le manifestazioni di piazza.
Non c'è uno straccio di prova a carico dei 10 compagni. Ma che importa? A sentire i PM, basterebbe l'intenzione. E che l'intenzione vi fosse lo deducono dalle biografie politiche redatte dai funzionari di polizia. Detto in altro modo: sono colpevoli perché anarchici o antagonisti, al di là della responsabilità individuale sui fatti loro contestati.

Di fronte alle violenze fasciste, alla predazione delle risorse e dei beni comuni, allo sfruttamento selvaggio, al razzismo che si fa legge, alla guerra e al militarismo in questi anni sono scesi in piazza milioni di uomini e donne.
In Italia ci sono 9000 procedimenti in corso contro i protagonisti delle lotte sociali. Chi si oppone all'ingiustizia e all'oppressione finisce nel mirino di polizia e magistratura.

La nostra regione sta vivendo ormai da mesi sotto assedio: sgomberi, arresti, repressione delle rivolte al Cpt, violenza contro i No Tav…

Non è in gioco solo la libertà dei 10 antifascisti torinesi, ma la libertà di tutti.

L'accusa di "devastazione e saccheggio" è stata rivolta anche al movimento NO TAV per i fatti dell'8 dicembre 2005, quando il popolo della valle si è ripreso il prato di Venaus. 
Chi nel luglio del 2001 manifestò a Genova contro i padroni del mondo è da anni sotto processo per "devastazione e saccheggio".
Gli antifascisti arrestati a Milano per la manifestazione dell'11 marzo contro l'indecente sfilata fascista nel centro della città sono stati accusati di "devastazione e saccheggio" e, dopo quattro mesi di reclusione, in 18 sono stati condannati con rito abbreviato a 4 anni di galera.

Con questo delirio giuridico si vuole colpire e criminalizzare la mera partecipazione alle manifestazioni, si vuole attaccare la libertà di partecipare attivamente alle lotte esprimendo le proprie idee.

I giudici e i politici non vedono le lame fasciste che continuano a colpire (ancora questa estate) e mandano a processo chi i fascisti detesta e combatte con i fatti e non a parole. A Torino, a Milano, dove la Resistenza è stata battaglia quotidiana e scelta di vita, qualcuno ancora non dimentica e continua a lottare. 

Federazione Anarchica Torinese - FAI
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