Nobel Soyinka:Quelle vignette erano volgari ma la rabbia islamica è ipocrita



 

Da: Associazione Partenia http://utenti.lycos.it/partenia

<<L'orgia del potere: l'uomo .. fa la corsa al potere, al dominio, in quanto dentro non ha nulla. Da un potere passa ad un altro è un continuo correre alla ricerca di un potere maggiore, fino a raggiungere la dittatura.....>> (A.Maione)

* * *

 

“Quelle vignette erano volgari ma la rabbia islamica è ipocrita”

Il Nobel Soyinka*: gli imam aizzano le folle ignoranti.

Intervista allo scrittore nigeriano che esclude uno scontro di civiltà

 “Sono i politici a volere gli scontri”

E.Franceschini – La Repubblica 27.2.2006 pag.15

 

Londra. Il mondo nuovo del multiculturalismo e della tolleranza religiosa non sarà fermato dalla chiese bruciate, dalle moschee fatte saltare in aria, dalle statue dei Budda demolite: “La storia ha già smentito i fautori dello scontro tra civiltà”, dice a Repubblica WOLE SOYINKA, eclettico drammaturgo e romanziere nigeriano, premio Nobel per la letteratura (nel 1986), attivista democratico perseguitato in patria e spesso in dissenso anche con la solidarietà buonista dell’Occidente verso l’Africa. Mentre infuria la polemica sulle “vignette blasfeme”, portando il suo paese, la Nigeria, sull’orlo della guerra civile, mentre il pianeta sembra dividersi  tra i difensori della libertà di espressione e paladini del rispetto verso la religione, Soyinka invita tutti a fare un passo  indietro alla ricerca di <<tolleranza e armoniosa coesistenza>> lanciando nel contempo un coraggioso j’accuse all’estremismo islamico, <<manipolatore dell’ignoranza e della sofferenza>>

Cosa c’è, signor Soyinka, dietro la catena di vendette reciproche tra i musulmani e cristiani che in pochi giorni ha causato decine di morti, centinaia di feriti e migliaia di rifugiati in Nigeria?

<<In apparenza, c’è dietro una guerra di religione. In realtà la miccia che ha acceso la violenza è, come sempre, la lotta per il potere. Ambizioni individuali e ambizioni di clan, convinti che sia venuto il loro momento di governare e di mettere le mani sulle risorse nazionali. Diversità religiose ed etniche vengono agitate a questo scopo, creando un cocktail micidiale in grado di distruggere tutta la nazione.>>

Il Nunzio apostolico a Lagos ha detto che dietro il conflitto etnico-religioso c’è la povertà endemica della Nigeria.

<<Ha ragione, ma non si tratta solo della povertà materiale, bensì anche della povertà spirituale. In Nigeria, come altrove, è in atto una deliberata strategia di coltivare l’ignoranza, in modo da manipolare più facilmente le masse. Questo, dobbiamo avere il coraggio di dirlo, è particolarmente vero in certe scuole di insegnamento islamico.>>

Da bambino ha ricevuto un’educazione cristiana. Le pare che da allora la tolleranza religiosa sia cresciuta o diminuità?

<<Senz’altro diminuita. Quando ero piccolo, in Nigeria esisteva un alto grado di tolleranza e rispetto reciproco fra cristiani e musulmani. Successive generazioni di leader politici hanno distrutto quella cultura della coabitazione e del multiconfessionalismo, esacerbando le differenze etnico-religiose per le loro strategie di conquista del potere>>

Cosa pensa della polemica sulle cosiddette vignette blasfeme su Maometto? Secondo lei andavano pubblicate, ed eventualmente ri-pubblicate?

<<Io avrei preferito che non fossero state mai pubblicate. Ho avuto l’opportunità di vederle, le trovo volgari, insensate e provocatorie. Tuttavia la reazione alla loro pubblicazione è largamente ipocrita e decisamente sproporzionata all’offesa. Il mondo dovrebbe unirsi in una condanna senza vie di mezzo dell’incitamento alla violenza adottato da molti religiosi islamici e dell’arroganza con cui il clero islamico giudica cittadini e governi di altri paesi. I musulmani farebbero piuttosto bene a ricordare il modo in cui i loro estremisti hanno storicamente denigrato altre religioni e altre icone religiose. Non sono trascorsi molti anni , dopo tutto, da quando i Talibani distrussero le statue giganti del Budda in Afghanistan, e non mi pare di ricordare disordini buddisti contro regimi islamici, distruzione di moschee o condanne a morte nei confronti dei perpetratori di quell’atto emesse dai sacerdoti buddisti. In Africa abbiamo imparato da un pezzo a ingoiare l’abuso storico e la denigrazione delle nostre religioni tradizionali, sia da parte del Cristianesimo che dell’Islam. Ora sta agli altri imparare la stessa cosa, ricordando che il santuario della fede più sicuro e meglio protetto è situato nel cuore di ciascun credente.>>

Come scrittore, a chi darebbe la precedenza tra la libertà d’espressione e il rispetto della religione?

<<Se il nostro obiettivo è un’armoniosa coesistenza, la libertà di espressione non dovrebbe precludere il rispetto della religione, di qualsiasi religione. Ma vi sono eccessi ed abusi della religione, quando la fede viene strumentalizzata per fini di potere, e questi abusi vanno affrontati con il massimo di libertà di espressione. La recente distruzione di una moschea sciita in Iraq è l’ultimo esempio di come una causa politica e una causa religiosa finiscono per coincidere. E davanti a episodi simili non è possibile tacere.>>

Quello che sta accadendo, prima e dopo le vignette, è lo “scontro tra civiltà” che alcuni politologi pronosticano da anni?

<<Ci sono persone che credono in un’imminente fine del mondo, convinte che la loro missione sia per l’appunto affrettare tale esito. Sono coloro che sfruttano l’insensibilità di un pugno di vignettisti per lanciare un fanatico assalto alla tolleranza e alla razionalità. Ci saranno sempre punti di vista contrapposti anche all’interno di valori universali condivisi, per cui è logico aspettarsi scontri; ma essi non rappresentano uno scontro tra civiltà. Il mondo pluralistico  e multiculturale, volenti o nolenti, è una realtà che è troppo tardi per eliminare. Chi sogna di creare comunità uniformi ed ermetiche, magari attraverso il ricorso alla violenza, è già stato smentito dalla storia. E non c’è bisogno di andare a New York o a Londra per vedere questo mondo nuovo multiculturale, multietnico, multireligioso. Basta visitare Lagos, Abeokuta, Benin, Calabra, Oshobogo. La Nigeria ha 140 milioni di abitanti, 400 etnie, tutte le religioni della terra, inclusa la nostra religione tradizionale, che da Occidente e da Oriente tutti hanno cercato di estirpare. Senza tolleranza religiosa, l’Africa non esiterebbe.>>

A proposito del suo continente: si è parlato molto di Africa, nell’ultimo anno, dal concerto Live 8 al summit del G8. Che effetto le fanno gli aiuti e la solidarietà occidentali?

<<Comprendo il senso di colpa occidentale: quanto si parla di problemi odierni dell’Africa, non bisognerebbe mai dimenticare il passato coloniale, lo schiavismo, lo sfruttamento. Ma il futuro del continente africano è esclusivamente nelle mani dei suoi leader. Io apprezzo le preoccupazioni dell’Occidente per l’Africa, ma la mia fondamentale risposta a eventi come i concerti LiveAid è che essi costituiscono una fonte di umiliazione per l’Africa, oltre che un profondo atto di accusa verso le insufficienze dell’attuale leadership africana.>>

 

*Le opere:

CONTRO IL GOVERNO: commedia scritta a 26 anni “Danza della foresta” accusa il governo di corruzione.

LA PRIGIONE: in “L’uomo è morto” Soyinka descrive gli anni trascorsi in prigione.

IL NOBEL: Un esempio dell’uso inedito di riti e miti: premiato “La morte e il cavaliere del re”.

** La vita:

L’INFANZIA: Wole Soyinka è nato ad Abeokuta nel ’34. Ha ricevuto un’educazione cristiana.

DRAMMATURGO: Studia drammaturgia a Londra dove lavora come sceneggiatore, interprete e regista

ATTIVISTA: Attivista democratico perseguitato in Nigeria si è rifugiato all’estero.