SCUOLE PRIVATE: no ai finanziamenti - si ritorni alla cornice costituzionale.



COMUNICATO STAMPA



SCUOLE PRIVATE: no ai finanziamenti - si ritorni alla cornice costituzionale.



Dichiarazione di Titti De Simone Capogruppo di Rifondazione comunista in commissione cultura della Camera dei Deputati



"Il programma dell'Unione per quanto riguarda la scuola contiene degli evidenti elementi di discontinuità rispetto alle politiche precedenti segnate prima dalle riforma Berlinguer e successivamente, e in misura decisamente più consistente, dalla riforma Moratti , per quanto non sia possibile metterle sullo stesso piano. Ritengo che sia stato raggiunto un importante punto di avanzamento sul piano programmatico che ci consente di aprire una prospettiva diversa sulla scuola pubblica e soprattutto considero di fondamentale rilevanza l'idea di puntare e ritornare alla centralità della scuola pubblica e all'importanza dell'investimento statale su di essa.

Per noi di Rifondazione rimane prioritario l'obiettivo dell'abrogazione della riforma Moratti che nel programma dell'Unione viene di fatto smontata in virtù degli impegni assunti in materia di politiche scolastiche.

Per quanto riguarda invece le scuole private, in questi giorni spesso al centro di attenzione, discussioni e polemiche, la posizione di Rifondazione comunista in materia è stata più volte ribadita pubblicamente e non è mistero per nessuno: noi riteniamo che a fronte dell'esperienza e delle precipitazioni in materia cui abbiamo assistito durante il governo Berlusconi - non ultimo il provvedimento sulla regolamentazione delle scuole paritarie e private e il regalo del ministro Moratti in materia di esami delle non paritarie - si debba riportare la questione dentro la cornice disegnata dalla nostra Carta Costituzionale, dalla quale è uscita in seguito alle politiche del centro-destra. Confermiamo il nostro no a qualsiasi forma di finanziamento, diretto o indiretto, alle scuole private e credo si possa affermare con forza che da parte dell'Unione ci sia l'impegno e la volontà di riportare la gestione della materia nell'ambito della Costituzione e della legge di parità che, per quanto non ci sia piaciuta e continui a non piacerci, quantomeno disegna dei limiti e stabilisce confini che sono stati ampiamente superati dalle politiche del governo Berlusconi.







Roma, 14 febbraio 2006