123 operai amianto Breda Fucine



Comunicato stampa

GLI OPERAI DELLA BREDA VINCONO LA CAUSA CONTRO L'INPS
E L'INAIL PER I CONTRIBUTI PENSIONISTICI PER L'AMIANTO


Questa mattina il giudice del Tribunale del Lavoro di Milano Dott.sa
Peregallo ha condannato l'INPS a riconoscere i contributi pensionistici
previsti dalla legge 257 del 1992 ad un primo gruppo di quattro lavoratori
della ex Breda Fucine di Sesto S. Giovanni (MI).

Questa battaglia è iniziata quando l'INAIL - l'ente che deve riconoscere
l'esposizione all'amianto affinché i lavoratori esposti possano almeno
godere dei cosiddetti "benefici pensionistici" previsti dalla suddetta
legge per tutti coloro che sono stati esposti all'amianto - e il suo
organismo tecnico, la CONTARP hanno rifiutato le oltre 100 domande
presentate dai lavoratori, stabilendo che essi non possedevano i requisiti
necessari. I lavoratori sono quindi stati costretti a fare causa per
vedersi riconoscere i loro diritti.
Tutto questo nonostante siano oltre 70 i morti della Breda, nonostante ci
siano decine di ammalati, nonostante i rapporti dello SMAL (Servizio di
Medicina per gli Ambienti di Lavoro) che denunciavano la presenza e l'uso
massiccio dell'amianto nella fabbrica, cosa per altro riconosciuta anche
nei due processi penali che hanno portato sul banco degli imputati i
dirigenti della ex Breda per omicidio colposo.

L'INAIL continua a comportarsi, nei confronti dei lavoratori già così
duramente colpiti, peggio di un'assicurazione privata, pur di risparmiare
sulla pelle degli operai, non riconoscendo  neppure le malattie
professionali contratte lavorando a contatto con l'amianto e altre sostanze
nocive per decenni e decenni.

Oggi il giudice ha riconosciuto le ragioni dei lavoratori, portate avanti
da anni dal nostro Comitato e dai suoi avvocati Nicola Coccìa e Claudio
Frugoni, condannando l'INPS (l'ente direttamente pagatore dei benefici
pensionistici) a riconoscere tali benefici e a pagare le spese processuali.

Questa è solo la prima delle 7 cause "pilota" fatte da gruppi di lavoratori
che il Comitato ha intrapreso e apre la strada al riconoscimento dei
diritti delle centinaia di lavoratori che hanno perso la salute e la vita
in una "fabbrica di morte" a causa  del profitto.


Sesto S. Giovanni, 21 aprile 2005
Per contatti: 335.7850799