[Resistenza] 15 ottobre 2011: siamo tutti testimoni!




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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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Milano, 19 giugno 2013


Riceviamo, sosteniamo e diffondiamo
- l’appello “mobilitiamoci unitariamente” di Mauro Gentile (prigioniero politico agli arresti domiciliari per la manifestazione del 15 ottobre 2011) in cui si chiama alla mobilitazione per la giornata del 27 giugno in cui avrà inizio a Roma il processo contro 18 compagni  accusati di “devastazione e saccheggio” e perfino “tentato omicidio”  per via della loro partecipazione alla manifestazione del 15 ottobre,
- l’appello “15 ottobre: siamo tutti testimoni!” di Mauro Gentile, del Comitato Familiari e Amici di Davide Rosci e di Jessica Ippoliti (compagna di Davide Rosci - prigioniero politico detenuto nel carcere di Viterbo per la manifestazione del 15 ottobre 2011) in cui si chiamano gli esponenti del movimento politico, sindacale e della società civile a fornire testimonianze in sede processuale delle violenze e degli abusi compiuti dalle forze dell’ordine durante la giornata del 15 ottobre 2011.
Il P-CARC sottoscrive i presenti appelli, chiama alla mobilitazione per il 27 giugno e chiama gli esponenti del movimento politico, sindacale e della società civile a rispondere all’appello a fornire testimonianze in sede processuale. La magistratura e le forze dell’ordine della Repubblica Pontificia attraverso i procedimenti per la manifestazione del 15 ottobre vogliono dare una lezione esemplare a quanti si fanno promotori della mobilitazione e della ribellione agli effetti della crisi e ai suoi responsabili. Dobbiamo fermarli! Dobbiamo trasformare il processo per la manifestazione del 15 ottobre in un processo agli accusatori: alle forze dell’ordine responsabili degli abusi e delle violenze compiute il 15 ottobre contro centinaia di migliaia di manifestanti, alla magistratura complice che a queste violenze offre sistematica copertura, ai mandanti politici della repressione avvenuta durante e dopo il 15 ottobre 2011 che sono gli stessi mandanti delle politiche di eliminazione delle conquiste delle masse popolari in corso nel nostro paese.
Raccogliamo l’appello di Mauro Gentile, del Comitato Familiari e Amici di Davide Rosci e di Jessica Ippoliti: Paolo Babini, membro della Direzione Nazionale e Responsabile delle Relazioni internazionali del P-CARC, sarà presente in aula il 27 giugno per rendere testimonianza sulle violenze e gli abusi compiuti dalle forze dell’ordine durante la giornata del 15 ottobre 2011.
Chiamiamo anche Pierpaolo Leonardi, Emidia Papi, Giorgio Cremaschi, Sergio Bellavita, Piero Bernocchi, Walter Montagnoli, Fabio Frati, Mauro Casadio, Sergio Cararo, Giulietto Chiesa, Marco Ferrando, Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Franco Russo, Carlo Guglielmi, Giuseppe De Marzo, Marco Bersani e tutti gli altri esponenti delle organizzazioni che hanno partecipato al Coordinamento 15 ottobre a fare altrettanto! Come giustamente è scritto nel secondo appello, la solidarietà  è un compito che tutti i dirigenti e i portavoce del movimento politico, sindacale e della società civile del nostro paese devono assumersi anzitutto di fronte ai lavoratori e alle masse popolari che a centinaia di migliaia scesero in piazza il 15 ottobre. La solidarietà verso la sollevazione delle masse popolari turche e prima ancora verso quelle greche e le “primavere” arabe e gli incitamenti a “promuovere il conflitto” devono tradursi in solidarietà attiva verso tutti quegli studenti, disoccupati, lavoratori che nel nostro paese vengono colpiti dalla repressione perché, come nel caso degli inquisiti per il 15 ottobre, si difendono dagli attacchi delle forze dell’ordine e si mobilitano contro i mandanti della macelleria sociale in corso.
Pertanto le differenti valutazioni sull’esito di quella giornata di lotta non possono esimere nessuno tra quanti promossero e parteciparono a quella manifestazione dal fare la propria parte per rispedire al mittente questa sporca montatura repressiva”.
 
Nessuno rimanga solo, nessuno rimanga indietro!
La solidarietà è un arma, usiamola!
 
                                               
Mobilitiamoci unitariamente!
Il 4 aprile è iniziato il processo per gli scontri del 15 ottobre, su richiesta del carrierista pm Minisci in 18 siamo stati rinviati a giudizio con le accuse di devastazione e saccheggio, resistenza aggravata, danneggiamento, sospensione del servizio pubblico. Tra questi in 3 siamo rinviati a giudizio con l’assurda accusa di tentato omicidio (tra cui io). 
Il 7 gennaio sono stato condannato in primo grado, a 6 anni per devastazione e saccheggio insieme a Mirko, Marco, Cristian, Davide. Da 13 mesi siamo agli arresti domiciliari tranne il compagno Davide Rosci che si trova rinchiuso nel carcere di Viterbo da circa 4 mesi accusato ingiustamente di evasione.
Il 27 giugno è la prossima tappa della montatura giudiziaria che le autorità dello Stato hanno imbastito contro alcuni militanti e attivisti colpevoli di reato per aver partecipato alla manifestazione del 15 ottobre 2011. Saremmo colpevoli di reato per esserci difesi dall’azione repressiva dello Stato che quel giorno in piazza San Giovanni con le camionette lanciate a tutta velocità contro la folla, i manganelli e i lacrimogeni violò e sospese i diritti costituzionali di centinaia di migliaia di persone scese in piazza a manifestare la propria collera e indignazione contro la crisi del capitalismo e i suoi responsabili.

Il 15 ottobre è stata la giornata simbolo che ha mostrato le debolezze dei padroni e la forza del proletariato. Istituire un processo politico rispolverando il codice fascista Rocco è la massima espressione eversiva del sistema giudiziario che, sempre più, è colluso con la politica corrotta di padri e padrini e sempre meno garante della Costituzione, sancita dalla lotta partigiana.
 
MOBILITIAMOCI UNITARIAMENTE PER IL GIORNO 27 GIUGNO FUORI DAL TRIBUNALE DI ROMA A PIAZZALE CLODIO ORE 9:00
 
-per esprimere la massima solidarietà ed esigere la liberazione e la fine dei procedimenti verso tutti i compagni e le compagne colpiti/e dall'ondata repressiva successiva alla manifestazione del 15 ottobre;
 
-per gridare forte che i veri terroristi e criminali sono al governo e nei palazzi del potere del nostro paese
 
-per lanciare un duro e fermo attacco al codice fascista Rocco e chi ne rispolvera la codardia
 
Nessuno rimanga solo, nessuno rimanga indietro!
La solidarietà è un arma, usiamola!
 
Mauro Gentile, detenuto politico agli arresti domiciliari per aver preso parte alla manifestazione del 15 ottobre 2011
 
 
15 ottobre: siamo tutti testimoni!
Il 27 giugno si apre il processo per gli scontri di piazza del 15 ottobre 2011, che vede 18 compagni rinviati a giudizio, poiché accusati di aver preso parte a quella grande giornata di lotta e alla difesa di Piazza San Giovanni, luogo in cui la manifestazione ebbe il suo momento culmine di resistenza di fronte alla vile aggressione operata delle forze dell'ordine che in quel giorno hanno più volte tentato di ricreare una nuova piazza Alimonda.
 
Lo Stato italiano che lascia impuniti e consente a criminali come i  dirigenti Thyssen Krupp responsabili della strage dello stabilimento di Torino di poter camminare a piede libero, perseguita, richiude nelle carceri e al confino degli arresti domiciliari chi si fa promotore della mobilitazione delle masse popolari per porre fine al marasma generato dai poteri forti e della ribellione alle loro ricette “lacrime e sangue” per far fronte alla crisi del capitalismo.
 
Dopo le condanne a centinaia di anni di carcere contro i militanti e gli attivisti inquisiti per il G8 di Genova 2001 e la parallela assoluzione di fatto per gli alti funzionari delle forze delle ordine e per i vari “servitori dello Stato” responsabili della repressione di quei giorni si tenta di ripetere lo stesso copione con la montatura giudiziaria relativa alla giornata di lotta del 15 ottobre.
 
Possiamo e dobbiamo impedire l’esecuzione di questo copione!
 
Possiamo e dobbiamo farlo riprendendo il filo della grande manifestazione di Teramo del 9 febbraio scorso in cui decine di migliaia di persone gridarono forte la loro solidarietà verso i compagni inquisiti e ruppero l’isolamento in cui lo Stato cercava di confinarli!
 
Possiamo e dobbiamo farlo costruendo un ampio fronte di solidarietà che arrivi fin dentro le aule del Tribunale di Roma in cui si orchestra questa montatura giudiziaria. Possiamo e dobbiamo passare da accusati ad accusatori!
 
Siamo tutti testimoni dei brutali pestaggi avvenuti sui manifestanti che venivano fermati, su quanti defluivano dopo che la piazza era stata riaperta; siamo tutti testimoni delle camionette della celere lanciate a folle velocità in mezzo ai manifestanti e dei ferimenti da queste provocate, dello spropositato uso dei lacrimogeni CS classificati come armi chimiche e illegali; siamo tutti testimoni della violazione dei diritti costituzionali che ha avuto corso in quella giornata!
Siamo tutti testimoni di quanto accaduto in Piazza San Giovanni, abbiamo tutti partecipato alla difesa della piazza, della nostra persona e dei diritti conquistati in anni di lotte.
Siamo tutti testimoni di quanto sta accadendo nelle aule di Tribunale in cui il 27 giugno la magistratura tornerà a portare in scena una moderna inquisizione contro alcuni militanti e attivisti ritenuti colpevoli di devastazione e saccheggio e addirittura tentato omicidio, per aver preso parte alla giornata di lotta del 15 ottobre 2011 quando centinaia di migliaia di persone riempirono le strade di Roma per gridare la propria collera e indignazione contro la crisi, l’attacco alle conquiste e i suoi responsabili!
 
Tutte le organizzazioni, i partiti, le associazioni, i movimenti e gli organismi che presero parte all’organizzazione della giornata di lotta del 15 ottobre 2011 devono far valere la propria forza e autorevolezza contribuendo qui ed ora a costruire il fronte di solidarietà che ponga fine a questa montatura repressiva, partecipando al presidio del 27 giugno e rispondendo all’appello dell’avvocato Francesco Romeo a fornire testimonianza in sede processuale delle conclamate violenze compiute dalle forze dell’ordine durante la giornata del 15 ottobre.
 
Questo è un compito che tutti i dirigenti e i portavoce del movimento politico, sindacale e della società civile del nostro paese devono assumersi anzitutto di fronte ai lavoratori e alle masse popolari che a centinaia di migliaia scesero in piazza il 15 ottobre. La solidarietà verso la sollevazione delle masse popolari turche e prima verso quelle greche e le “primavere” arabe e gli incitamenti a “promuovere il conflitto” devono tradursi in solidarietà attiva verso tutti quegli studenti, disoccupati, lavoratori che nel nostro paese vengono colpiti dalla repressione perché, come nel caso degli inquisiti per il 15 ottobre, si difendono dagli attacchi delle forze dell’ordine e si mobilitano contro i mandanti della macelleria sociale in corso.
Pertanto le differenti valutazioni sull’esito di quella giornata di lotta non possono esimere nessuno tra quanti promossero e parteciparono a quella manifestazione dal fare la propria parte per rispedire al mittente questa sporca montatura repressiva.
 
Per fornire le proprie testimonianze in sede processuale scrivere al seguente indirizzo mail fornendo le proprie generalità: avvocatoromeo at gmail.com.
 
 
Libertà per tutte/i le/i compagne/i inquisite/i per i fatti del 15 ottobre!
La solidarietà è un’arma, usiamola!
 
- Mauro Gentile, prigioniero politico agli arresti domiciliare per i fatti del 15 ottobre
- Comitato Familiari e Amici di Davide Rosci
- Jessica Ippoliti (compagna di Davide Rosci, prigioniero politico detenuto nel carcere di Viterbo per la manifestazione del 15 ottobre 2011)
 


A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione,
RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE

Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

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